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Invesco: “Negli ETF ESG l’engagement può fare la differenza, ma attenti ai dettagli”

Tramite un team interno di esperti ESG e processi solidi, Invesco promuove un engagement incisivo per ridurre i rischi, migliorare i rendimenti ed esercitare un impatto positivo sulla società e sull’ambiente

Sul mercato europeo sono disponibili oltre 250 ETF ESG che spaziano da quelli che comportano semplici esclusioni a quelli che applicano metodologie “best in class” più rigorose, combinando screening positivo e negativo e numerose soluzioni intermedie.

“Occorre tuttavia dedicare molto tempo e tante energie alla ricerca dell’ETF ESG che più si addice ai propri scopi con il rischio di avere in portafoglio degli strumenti che siano in contrasto con i propri obiettivi in ambito ESG. Gli investitori devono assicurarsi di comprendere le implicazioni delle valutazioni sulla sostenibilità iniziale o sul “principale impatto avverso” (Principal Adverse Impact, PAI)” fa sapere Franco Rossetti, ETF Senior Relationship Manager di Invesco.

Secondo il manager, oltre al compromesso tra errore di tracking e miglioramento del punteggio ESG, occorre considerare anche altri parametri relativi agli obiettivi ambientali, sociali e di governance non finanziari. Per esempio due ETF potrebbero condividere lo stesso obiettivo ESG, ma attraverso metodi nettamente contrapposti per raggiungere il risultato. E’ inoltre importante controllare l’intensità della propria esposizione ed accertarsi che il prodotto scelto non abbia esposizioni in contrasto con l’obiettivo ESG dichiarato.

Anche la scelta dell’emittente di ETF è cruciale dal momento che emergono differenze di rilievo. “A proposito del provider è necessario chiedersi quale sia il ruolo dei fattori ESG rispetto alle decisioni di investimento e se vi sia un team interno dedicato all’ESG. Se la ricerca in ambito ESG venga affidata a società specializzate e quali siano le filosofie e i processi alla base delle pratiche di proxy voting ed engagement. Quale sia il track record in termini di ESG, come vengano comunicati i risultati agli investitori e se venga presentata un’integrazione ESG misurabile in tutti i suoi settori d’attività” spiega Rossetti.

La gamma Invesco di ETF ESG, in particolare, spazia dai fondi ad esclusione sostitutivi del benchmark core a soluzioni tematiche, come il segmento ESG high yield e l’energia solare. “I nostri ETF ESG a replica fisica beneficiano non soltanto dei vantaggi offerti dalle ampie capacità di ricerca di Invesco nel campo degli investimenti, ma anche della pratica del proxy voting e del coinvolgimento aziendale frutto dei nostri processi di votazione speculare ed engagement” sottolinea Rossetti, che poi aggiunge: “Consideriamo il dialogo attivo con le società di investimento un’opportunità per promuovere un miglioramento continuo e per questo costituisce un aspetto fondamentale del nostro processo, nonché uno dei meccanismi più incisivi per migliorare i rendimenti, ridurre i rischi ed esercitare un impatto positivo sulla società e sull’ambiente”.

Inoltre tutta la gamma di ETF ESG di Invesco si avvale della piattaforma proprietaria brevettata di proxy voting che facilita le decisioni di voto basate sugli investimenti. “Questo strumento proprietario incoraggia la collaborazione e la condivisione delle conoscenze, sfrutta numerose fonti di ricerca e consente agli investitori di concentrarsi sul valore per gli azionisti a lungo termine” conclude Rossetti.

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