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Invesco ESG Survey 2020, ecco i risultati

Continua a crescere il numero di chi sceglie di allineare gli investimenti ai propri valori e al rispetto delle questioni sociali e ambientali.

Dopo aver registrato nel 2019 una delle crescite più importanti in termini di AUM (asset under management), gli ETF ESG stanno confermando il trend positivo anche nel corso di quest’anno. Invesco ha affidato a Pollright, l’unità di ricerca di Citigate Dewe Rogerson, l’Invesco ESG Survey 2020 coinvolgendo 101 investitori professionali in Europa tra il 18 maggio e il 6 luglio 2020, ai quali è stata posta una serie di domande su tematiche ESG.

Il 93,9% DEGLI ISTITUZIONALI E’ ESPOSTO AI FATTORI ESG

Iniziamo dal 93,9% di investitori che hanno dichiarato di essere esposti a prodotti o altri investimenti che tengono conto dei criteri ESG: il 35,4% ne ha rivelato una quota in portafoglio tra l’1% e il 10% mentre il 30,3% ha indicato una percentuale tra il 10% e il 25%. Per quanto riguarda invece la possibile modifica di tale percentuale nei prossimi due anni, la maggioranza assoluta (53%) si è schierata per un aumento modesto.

LA PANDEMIA POTRA’ ACCELERARE IL RICORSO A INVESTIMENTI ESG

Nella survey è stato chiesto se la pandemia da COVID-19 potrà accelerare lo sviluppo e l’attrattiva degli investimenti ESG nei prossimi 2 anni: in questo ambito il 44,4% degli investitori interpellati si è dichiarato d’accordo, con un altro 23,2% ‘pienamente d’accordo’.

Il passo successivo ha riguardato le performance. Nel 1° trimestre alcuni dei principali indici ESG hanno sovraperformato i propri indici di riferimento ed è stato chiesto se gli ESG possano migliorare la performance in condizioni di mercato normali. Sebbene la risposta con maggiori consensi (36,4%) sia stata quella relativa al fatto di non credere che vi sia una correlazione tra ESG e performance relativa, la maggioranza delle risposte (59,6%) sostiene la tesi seconda la quale gli ESG dovrebbero offrire performance superiori rispetto agli omologhi, o con una volatilità inferiore (27,3%) oppure con volatilità più elevata (32,3%).

NEI PROSSIMI 5 ANNI AUMENTERA’ IL PESO DEI PRODOTTI PASSIVI

Ma quanto usano i prodotti passivi gli investitori esposti alle strategie ESG? Fino al 10% il 27,3% dei partecipanti all’indagine, tra il 10% e il 25% un altro 23,2%: la quota maggiore (33,3%) ha dichiarato però di non avere nessun ETF ESG in portafoglio. Per i prossimi due anni le attuali esposizioni in ETF ESG sono destinate a rimanere alterate per il 42,9% degli istituzionali della survey, mentre un 35,7% ha dichiarato di essere propenso ad un aumento modesto: un aumento significativo (oltre il doppio dell’attuale esposizione) lo ha indicato invece soltanto il 9,2% del campione. Tuttavia, alla domanda di quante probabilità vi siano che la maggior parte della vostra esposizione agli investimenti ESG possa essere costituita da prodotti passivi entro i prossimi cinque anni non ci sono dubbi: per il 40,8% è abbastanza probabile, e per il 14,3% molto probabile.

LE AREE OBBLIGAZIONARIE DI MAGGIORE INTERESSE

Per quanto riguarda l'area in cui si dovrebbe concentrare maggiormente l’attenzione nell’investimento in strategie ESG, la prevalenza è per un ampio ventaglio di criteri ESG con esclusioni e filtri positivi (61,9%), mentre è abbastanza importante (37,5%) o molto importante (34,4%) ricavare una performance simile a quella del benchmark standard (non ESG). Il grosso dei flussi continuerà a confluire, secondo il 51% degli intervistati, verso ETF azionari di tipo ESG mentre per il 25% del campione i flussi saranno distribuiti uniformemente tra ETF azionari e obbligazionari di tipo ESG: il restante 24% ritiene invece che siano gli ETG ESG a indirizzo obbligazionari i prossimi favoriti dai flussi.

A questo proposito, le obbligazioni più gettonate in ambito ESG sono risultate quelle societarie globali (45,9% delle risposte), societarie locali (41,8%), dei mercati emergenti (41,8%), societarie statunitensi (35,7%), high yield (22,5%), tematiche o a impatto (22,5%).

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Avvisi di rischio

Le strategie di investimento comportano numerosi rischi. Gli investitori devono ricordare che il prezzo degli investimenti è soggetto a rialzi e ribassi. Di conseguenza potrebbero non vedersi rimborsare il capitale da loro investito.

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