Short selling, le nuove regole internazionali

Approfondisci le tipologie di Short Selling o vendita allo scoperto e consulta la normativa europea ed extra-europea in vigore.



FTA Online News, Milano, 12 Nov 2018 - 17:06

Tipologie di vendita alla scoperto: covered e naked.

Lo short selling di tipo covered è preceduto da un prestito titoli. In sostanza il soggetto che intende vendere allo scoperto si procura preventivamente i titoli facendoseli prestare da un intermediario, assicurandosi in tal modo di poterli consegnare al compratore.

Lo short selling di tipo naked non è invece preceduto da alcuna forma di copertura per cui il venditore deve successivamente procurarsi i titoli acquistandoli sul mercato o prendendoli a prestito. Quindi in questo secondo caso la consegna dei titoli al compratore non è certa.

 

Novità introdotte dal Regolamento

Dal 1° novembre 2012 è entrato in vigore il Regolamento europeo sullo short selling (Regolamento Ue 236/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio), che introduce obblighi di segnalazione delle posizioni nette corte al di sopra di una certa soglia e pone alcune limitazioni alle vendite allo scoperto degli strumenti finanziari e all’acquisto di credit default swap di emittenti sovrani. Questo testo ha stabilito un nuovo quadro armonizzato a livello europeo e una maggiore trasparenza del sistema applicabile alle posizioni corte in titoli azionari e debito sovrano.

Riassumiamo di seguito le principali novità introdotte dal Regolamento:

  • l'obbligo di segnalazione alle autorità competenti di posizioni nette corte individuali su debito sovrano di un Paese Ue, nella cui definizione sono inclusi anche altri emittenti pubblici assimilabili – ad esempio, titoli emessi dalla Banca Europea per gli Investimenti, di importo rilevante (art. 7)
  • l'obbligo di segnalazione alle autorità competenti delle posizioni nette corte individuali su azioni ammesse alle negoziazioni in un mercato regolamentato o in un sistema multilaterale di negoziazione dell'Unione Europea quando la posizione ribassista è pari o superiore allo 0,2% del capitale sociale dell'emittente (art. 5);
  • l'obbligo di comunicazione al pubblico delle posizioni nette corte individuali su azioni, come sopra definite, quando la posizione ribassista è pari o superiore allo 0,5% del capitale sociale (art. 6);
  • restrizioni alle vendite allo scoperto in assenza della disponibilità dei titoli e alle posizioni uncovered su credit default swap su emittenti sovrani (artt. 12, 13 e 14);
  • esenzione delle predette regole per le attività svolte dai market maker e dai primary dealer in titoli di Stato (art. 17), previa notifica alle autorità competenti.

 

Autorità competenti in Italia:

Banca d'Italia e la Consob sono le autorità competenti per ricevere le notifiche, attuare le misure ed esercitare le funzioni e i poteri ordinari previsti dal Regolamento short selling (articolo 4-ter del TUF d.lgs 58/1998, introdotto con il Decreto Sviluppo d.l. 179/2012).

Il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) è l'autorità competente per i poteri di intervento in circostanze eccezionali, da esercitare su proposta della Banca d'Italia, sentita la Consob.

I compiti di ciascuna autorità e le modalità di cooperazione tra le stesse ai fini dell'esercizio delle rispettive funzioni sono state definite nel Protocollo d'intesa tra il MEF, la Banca d'Italia e la Consob ai sensi dell'articolo 4-ter, comma 6, del TUF sottoscritto ad aprile 2013.

In Francia:

L’autorità competente in Francia è l'AMF (Autorité des Marchés Financiers) che ha adottato dal 1° novembre 2012 il Regolamento Ue 236/2012 che impone a ciascuna autorità competente di attuare misure per autenticare l'identità dei dichiaranti. I rapporti all'AMF devono quindi essere realizzati in formato elettronico tramite l'extranet ONDE, il sistema AMF utilizzato per archiviare le informazioni regolamentate.

In Germania:

L’autorità competente in Germania è la Federal Financial Supervisory Authority (BaFin). Anche in questo Paese il 1° novembre 2012 è entrato in vigore il Regolamento Ue 236/2012.

Paesi Extra Ue:

Il Giappone è uno dei pochi paesi al di fuori dell'Europa ad adeguarsi ai limiti di divulgazione dell'UE dello 0,2 e dello 0,5%.

La Corea ha introdotto la soglia di divulgazione pubblica dello 0,5% a giugno 2016.

In altri paesi, tra cui Australia e Canada, i venditori allo scoperto sono tenuti a segnalare posizioni corte all'autorità di regolamentazione. Questi dati vengono quindi aggregati e rilasciati, ma le posizioni dei singoli fondi non sono rese pubbliche, a prescindere da quanto siano grandi.

Pertanto, i dati potrebbero mostrare ad esempio che l'8% delle azioni in circolazione in una società è in prestito ma non rivelerà chi ha assunto tali posizioni.

Regno Unito:

Nel Regno Unito la FSA (Financial Services Authority, l'equivalente della Consob) il 18 settembre 2008 decise di vietare lo short selling, sia di tipo covered che di tipo naked, sulle azioni di società finanziarie, sull'onda del crollo di HBOS, all'epoca il principale operatore britannico nel mercato dei mutui immobiliari, poi acquisito da Lloyds TSB Group. Il divieto durò fino al 16 gennaio 2009. L'FSA ha però prorogato "sine die" le regole relative alla trasparenza delle posizioni corte.

Queste regole obbligano gli operatori a rendere pubbliche le posizioni corte superiori alla soglia dello 0,2% del capitale sulle azioni di alcune società incluse in un'apposita lista. L'autorità di regolamentazione del Regno Unito pubblica un elenco di tutte le azioni del Regno Unito in cui uno o più investitori detiene una posizione corta di grandi dimensioni. È aggiornato quotidianamente ed è consultabile sul sito web: www.fca.org.uk.

Stati Uniti

Negli Stati Uniti esistono dati aggregati e non è necessario segnalare singole posizioni corte.

Pertanto, gli operatori di mercato potrebbero dover ricorrere ai dati di prestito titoli di fornitori indipendenti come Markit per valutare l'attuale quadro di vendite allo scoperto.

La legge di Dodd Frank del 2010 ha chiesto alla Securities and Exchange Commission (SEC) di studiare la fattibilità dell'introduzione di un regime di segnalazione di posizioni corte in tempo reale, ma nel 2014 ha concluso che sarebbe stato troppo costoso.

La borsa del Nasdaq ha esercitato pressioni per requisiti di divulgazione più rigidi, dicendo in una lettera del 2015 alla SEC che la mancanza di regole sulla divulgazione della posizione corta stava danneggiando l'efficienza del mercato e l'impegno degli azionisti.

Più recentemente è stato proposto di segnalare posizioni corte su partecipazioni superiori al 5%.

 

 


Borsa Italiana non ha responsabilità per il contenuto del sito a cui sta per accedere e non ha responsabilità per le informazioni contenute.

Accedendo a questo link, Borsa Italiana non intende sollecitare acquisti o offerte in alcun paese da parte di nessuno.


Sarai automaticamente diretto al link in cinque secondi.