
GAM: la svolta fiscale della Germania contro la spirale del deficit Usa - PAROLA AL MERCATO
di Tom O'Hara* (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 22 giu - Il nuovo governo tedesco, una coalizione riluttante tra l'Unione Cristiano-Democratica (CDU)/Unione Cristiano-Sociale (CSU) e il Partito Socialdemocratico di Germania (SPD), rappresenta la quarta collaborazione tra questi partiti dagli anni '90.
Stavolta, pero', le minacce che affrontano sono esistenziali, con l'Alternativa per la Germania (AfD) e i partiti di estrema sinistra che guadagnano sempre piu' consensi. Insieme all'insediamento del nuovo governo e' stato pubblicato un lungo accordo di 146 pagine. Per il sistema economico, il messaggio e' semplice: la coalizione deve rimettere in moto l'economia tedesca, e farlo in fretta. Questa volta puo' contare su un margine fiscale significativamente ampliato. Se riuscira' nell'impresa, questo potra' segnare una svolta per i mercati azionari europei, alimentata da una rinascita della crescita del PIL generata internamente.
La Germania ha ampio margine fiscale per invertire la stagnazione economica e gli investimenti insufficienti A lungo vincolata dal "freno al debito" costituzionale (Schuldenbremse), che limita i disavanzi strutturali allo 0,35% del PIL, la Germania sta ora adottando un approccio piu' pragmatico agli investimenti pubblici. Con un rapporto debito/PIL inferiore al 65% - molto piu' conservativo rispetto a molti suoi pari - la Germania dispone di un ampio margine di manovra fiscale. Per la prima volta in decenni, sembra pronta a utilizzarlo.
Con un debito pari solo al 63% del PIL e un modesto deficit fiscale del 2,1%, si colloca ben al di sotto degli Stati Uniti, del Giappone e della maggior parte delle principali economie europee. A titolo illustrativo, la Germania potrebbe indebitarsi per oltre 1,7 trilioni di dollari prima di raggiungere il 100% del rapporto debito/PIL e spendere ulteriori 130 miliardi di dollari all'anno, mantenendosi comunque entro la soglia di deficit del 5%. Sebbene le regole fiscali costituzionali rimangano in vigore, le recenti deroghe dimostrano una crescente flessibilita' quando necessario.
Il cambiamento della Germania e' dettato tanto dalla necessita' quanto dalla visione Dopo anni di investimenti insufficienti, le crepe nelle infrastrutture tedesche sono diventate impossibili da ignorare. I partiti al potere da lungo tempo, ora di nuovo in coalizione, hanno ottenuto solo un mandato di governo risicato, a causa del crescente sostegno all'AfD. Gli investimenti infrastrutturali hanno rappresentato in media solo il 2,3% del PIL dagli anni 2000 - ben al di sotto della media dell'area euro (3,3%) e del 4,3% della Francia. Il risultato e' un crescente accumulo di beni trascurati: oltre 4.000 ponti in cattive condizioni, performance ferroviaria in calo con la Deutsche Bahn che ha registrato una perdita di 1,77 miliardi di euro nel 2024, e una modernizzazione della rete elettrica da tempo ritardata che ostacola la transizione energetica. Anche le infrastrutture sociali non stanno meglio: scuole e ospedali soffrono per strutture obsolete e capacita' limitata, mentre l'infrastruttura digitale tedesca, un tempo orgoglio nazionale, oggi e' in ritardo rispetto agli altri paesi europei.
Un fondo infrastrutturale da 500 miliardi di euro e un approccio proattivo alla competitivita' Per affrontare queste debolezze, Berlino ha approvato un fondo infrastrutturale da 500 miliardi di euro da impiegare nei prossimi 12 anni. Il pacchetto - pari in media all'1% circa del PIL annuo - sara' destinato a trasporti, energia, reti digitali, difesa e istruzione. Si tratta di una decisa rottura con il modello di austerita' post-2008 e una scommessa strategica sulla produttivita' e resilienza a lungo termine. Riteniamo che cio' possa generare un effetto positivo diffuso sulla crescita europea. L'accordo di coalizione del 2025 introduce inoltre una serie di riforme economiche volte a rafforzare la competitivita' industriale e accelerare la transizione energetica.
Tra le misure principali: sussidi energetici mirati, riduzione delle tasse sull'elettricita', tetti alle tariffe di rete, e la possibile introduzione di una tariffa elettrica fortemente scontata per le industrie ad alta intensita' energetica. I settori strategici beneficeranno dell'espansione della capacita' di produzione di energia elettrica da gas e di quadri normativi per la cattura e stoccaggio del carbonio. Le riforme fiscali prevedono una riduzione graduale dell'imposta sulle societa' di un punto all'anno dal 2028 (dal 15% al 10%), ammortamenti accelerati per gli investimenti in attrezzature, e incentivi alla partecipazione al lavoro, inclusi straordinari esenti da tasse e agevolazioni per i pensionati attivi.
Il 4 giugno, il ministro delle Finanze tedesco Lars Klingbeil ha confermato i piani per uno sgravio fiscale pari a 46 miliardi di euro per le imprese, consentendo la deduzione del 30% dei costi per nuovi macchinari e attrezzature tra il 2025 e il 2027. A partire dal 2028, l'aliquota base sulle societa' scendera' di un punto percentuale all'anno fino a raggiungere il 10%, con un'aliquota complessiva del 24%, in linea con la media OCSE.
La Germania guida ora l'iniziativa per il riarmo europeo La difesa e' stata un'altra area cronicamente sotto-finanziata. Per decenni, la spesa militare tedesca e' stata al di sotto degli standard NATO, attestandosi intorno all'1,5% del PIL. Questo ha lasciato la Bundeswehr con equipaggiamenti obsoleti e una preparazione operativa limitata. Di fronte a nuove sfide, come l'aggressione russa in Ucraina, la Germania ha avviato una svolta significativa nella politica di difesa. Nel 2022 e' stato istituito un fondo speciale da 100 miliardi di euro per modernizzare le forze armate.
Ulteriori riforme sono arrivate nel 2025, quando il parlamento ha modificato la costituzione per escludere le spese per la difesa oltre l'1% del PIL dal freno al debito.
Questo consente investimenti aggiuntivi in infrastrutture e capacita' difensive. Il Cancelliere Friedrich Merz ha promesso di costruire l'esercito convenzionale piu' potente d'Europa, con l'intenzione di destinare il 3,5% del PIL agli acquisti di armamenti e un ulteriore 1,5% a progetti infrastrutturali a duplice uso, come strade e ponti con impiego sia civile che militare.
Questi sviluppi anticipano il vertice NATO previsto dal 24 al 26 giugno 2025 all'Aia. In tale occasione, si discutera' dell'aumento del target di spesa per la difesa al 5% del PIL: il 3,5% destinato alle capacita' militari e l'1,5% a investimenti in sicurezza piu' ampi. Le mosse proattive della Germania la pongono in posizione di leadership per raggiungere questi obiettivi ambiziosi. Sebbene non tutti i membri europei della NATO probabilmente ci riusciranno, la direzione e' chiara. Se i membri europei della NATO raggiungessero una spesa del 5% del PIL per la difesa entro il 2030, cio' potrebbe sbloccare oltre 500 miliardi di dollari di spesa aggiuntiva rispetto al 2023.
Al contrario, il percorso fiscale degli Stati Uniti e' sempre piu' incerto La Germania dovrebbe riuscire a raggiungere questi cambiamenti significativi senza aumentare sostanzialmente il debito nazionale. Un netto contrasto con la traiettoria fiscale degli Stati Uniti. Con un rapporto debito/PIL superiore al 120% e disavanzi annuali previsti oltre i 1.500 miliardi di dollari nel prossimo futuro, gli Stati Uniti navigano in acque inesplorate. Questi livelli di indebitamento sono storicamente eccezionali al di fuori dei periodi di guerra e diventano sempre piu' insostenibili in un contesto di tassi di interesse elevati. I costi del servizio del debito sono ora tra le voci piu' importanti della spesa federale, mettendo a rischio la spesa discrezionale e limitando le possibilita' di manovra economica. Il Partito Repubblicano, un tempo emblema del rigore fiscale, sostiene ora spese elevate e non finanziate. Il 'Big, Beautiful Bill' di Trump e le proposte per grandi pacchetti infrastrutturali e tagli fiscali, senza compensazioni di bilancio, mostrano un disinteresse bipartisan per la disciplina fiscale. I mercati stanno iniziando a prezzare il rischio di un'ulteriore espansione del debito, che potrebbe alimentare pressioni inflazionistiche o persino innescare una correzione del mercato obbligazionario.
La svolta fiscale tedesca puo' rappresentare un'opportunita' generazionale per l'Europa Riteniamo che la svolta fiscale della Germania possa trasformare il panorama degli investimenti in Europa. Questo cambiamento, unito a un'UE piu' assertiva e orientata alla crescita, potrebbe ridefinire l'attrattivita' dell'Europa per gli investitori. All'interno del continente, vediamo opportunita' particolarmente interessanti legate alla rinascita tedesca, in settori come l'elettrificazione, le banche, l'industria e le costruzioni - ambiti che beneficeranno piu' direttamente dell'ondata di investimenti strutturali del paese.Il nuovo governo tedesco, una coalizione riluttante tra l'Unione Cristiano-Democratica (CDU)/Unione Cristiano-Sociale (CSU) e il Partito Socialdemocratico di Germania (SPD), rappresenta la quarta collaborazione tra questi partiti dagli anni '90. Stavolta, pero', le minacce che affrontano sono esistenziali, con l'Alternativa per la Germania (AfD) e i partiti di estrema sinistra che guadagnano sempre piu' consensi. Insieme all'insediamento del nuovo governo e' stato pubblicato un lungo accordo di 146 pagine. Per il sistema economico, il messaggio e' semplice: la coalizione deve rimettere in moto l'economia tedesca, e farlo in fretta. Questa volta puo' contare su un margine fiscale significativamente ampliato. Se riuscira' nell'impresa, questo potra' segnare una svolta per i mercati azionari europei, alimentata da una rinascita della crescita del PIL generata internamente.
La Germania ha ampio margine fiscale per invertire la stagnazione economica e gli investimenti insufficienti A lungo vincolata dal "freno al debito" costituzionale (Schuldenbremse), che limita i disavanzi strutturali allo 0,35% del PIL, la Germania sta ora adottando un approccio piu' pragmatico agli investimenti pubblici. Con un rapporto debito/PIL inferiore al 65% - molto piu' conservativo rispetto a molti suoi pari - la Germania dispone di un ampio margine di manovra fiscale. Per la prima volta in decenni, sembra pronta a utilizzarlo.
Con un debito pari solo al 63% del PIL e un modesto deficit fiscale del 2,1%, si colloca ben al di sotto degli Stati Uniti, del Giappone e della maggior parte delle principali economie europee. A titolo illustrativo, la Germania potrebbe indebitarsi per oltre 1,7 trilioni di dollari prima di raggiungere il 100% del rapporto debito/PIL e spendere ulteriori 130 miliardi di dollari all'anno, mantenendosi comunque entro la soglia di deficit del 5%. Sebbene le regole fiscali costituzionali rimangano in vigore, le recenti deroghe dimostrano una crescente flessibilita' quando necessario.
Il cambiamento della Germania e' dettato tanto dalla necessita' quanto dalla visione Dopo anni di investimenti insufficienti, le crepe nelle infrastrutture tedesche sono diventate impossibili da ignorare. I partiti al potere da lungo tempo, ora di nuovo in coalizione, hanno ottenuto solo un mandato di governo risicato, a causa del crescente sostegno all'AfD. Gli investimenti infrastrutturali hanno rappresentato in media solo il 2,3% del PIL dagli anni 2000 - ben al di sotto della media dell'area euro (3,3%) e del 4,3% della Francia. Il risultato e' un crescente accumulo di beni trascurati: oltre 4.000 ponti in cattive condizioni, performance ferroviaria in calo con la Deutsche Bahn che ha registrato una perdita di 1,77 miliardi di euro nel 2024, e una modernizzazione della rete elettrica da tempo ritardata che ostacola la transizione energetica. Anche le infrastrutture sociali non stanno meglio: scuole e ospedali soffrono per strutture obsolete e capacita' limitata, mentre l'infrastruttura digitale tedesca, un tempo orgoglio nazionale, oggi e' in ritardo rispetto agli altri paesi europei.
Un fondo infrastrutturale da 500 miliardi di euro e un approccio proattivo alla competitivita' Per affrontare queste debolezze, Berlino ha approvato un fondo infrastrutturale da 500 miliardi di euro da impiegare nei prossimi 12 anni. Il pacchetto - pari in media all'1% circa del PIL annuo - sara' destinato a trasporti, energia, reti digitali, difesa e istruzione. Si tratta di una decisa rottura con il modello di austerita' post-2008 e una scommessa strategica sulla produttivita' e resilienza a lungo termine. Riteniamo che cio' possa generare un effetto positivo diffuso sulla crescita europea. L'accordo di coalizione del 2025 introduce inoltre una serie di riforme economiche volte a rafforzare la competitivita' industriale e accelerare la transizione energetica.
Tra le misure principali: sussidi energetici mirati, riduzione delle tasse sull'elettricita', tetti alle tariffe di rete, e la possibile introduzione di una tariffa elettrica fortemente scontata per le industrie ad alta intensita' energetica. I settori strategici beneficeranno dell'espansione della capacita' di produzione di energia elettrica da gas e di quadri normativi per la cattura e stoccaggio del carbonio. Le riforme fiscali prevedono una riduzione graduale dell'imposta sulle societa' di un punto all'anno dal 2028 (dal 15% al 10%), ammortamenti accelerati per gli investimenti in attrezzature, e incentivi alla partecipazione al lavoro, inclusi straordinari esenti da tasse e agevolazioni per i pensionati attivi.
Il 4 giugno, il ministro delle Finanze tedesco Lars Klingbeil ha confermato i piani per uno sgravio fiscale pari a 46 miliardi di euro per le imprese, consentendo la deduzione del 30% dei costi per nuovi macchinari e attrezzature tra il 2025 e il 2027. A partire dal 2028, l'aliquota base sulle societa' scendera' di un punto percentuale all'anno fino a raggiungere il 10%, con un'aliquota complessiva del 24%, in linea con la media OCSE.
La Germania guida ora l'iniziativa per il riarmo europeo La difesa e' stata un'altra area cronicamente sotto-finanziata. Per decenni, la spesa militare tedesca e' stata al di sotto degli standard NATO, attestandosi intorno all'1,5% del PIL. Questo ha lasciato la Bundeswehr con equipaggiamenti obsoleti e una preparazione operativa limitata. Di fronte a nuove sfide, come l'aggressione russa in Ucraina, la Germania ha avviato una svolta significativa nella politica di difesa. Nel 2022 e' stato istituito un fondo speciale da 100 miliardi di euro per modernizzare le forze armate.
Ulteriori riforme sono arrivate nel 2025, quando il parlamento ha modificato la costituzione per escludere le spese per la difesa oltre l'1% del PIL dal freno al debito.
Questo consente investimenti aggiuntivi in infrastrutture e capacita' difensive. Il Cancelliere Friedrich Merz ha promesso di costruire l'esercito convenzionale piu' potente d'Europa, con l'intenzione di destinare il 3,5% del PIL agli acquisti di armamenti e un ulteriore 1,5% a progetti infrastrutturali a duplice uso, come strade e ponti con impiego sia civile che militare.
Questi sviluppi anticipano il vertice NATO previsto dal 24 al 26 giugno 2025 all'Aia. In tale occasione, si discutera' dell'aumento del target di spesa per la difesa al 5% del PIL: il 3,5% destinato alle capacita' militari e l'1,5% a investimenti in sicurezza piu' ampi. Le mosse proattive della Germania la pongono in posizione di leadership per raggiungere questi obiettivi ambiziosi. Sebbene non tutti i membri europei della NATO probabilmente ci riusciranno, la direzione e' chiara. Se i membri europei della NATO raggiungessero una spesa del 5% del PIL per la difesa entro il 2030, cio' potrebbe sbloccare oltre 500 miliardi di dollari di spesa aggiuntiva rispetto al 2023.
Al contrario, il percorso fiscale degli Stati Uniti e' sempre piu' incerto La Germania dovrebbe riuscire a raggiungere questi cambiamenti significativi senza aumentare sostanzialmente il debito nazionale. Un netto contrasto con la traiettoria fiscale degli Stati Uniti. Con un rapporto debito/PIL superiore al 120% e disavanzi annuali previsti oltre i 1.500 miliardi di dollari nel prossimo futuro, gli Stati Uniti navigano in acque inesplorate. Questi livelli di indebitamento sono storicamente eccezionali al di fuori dei periodi di guerra e diventano sempre piu' insostenibili in un contesto di tassi di interesse elevati. I costi del servizio del debito sono ora tra le voci piu' importanti della spesa federale, mettendo a rischio la spesa discrezionale e limitando le possibilita' di manovra economica. Il Partito Repubblicano, un tempo emblema del rigore fiscale, sostiene ora spese elevate e non finanziate. Il 'Big, Beautiful Bill' di Trump e le proposte per grandi pacchetti infrastrutturali e tagli fiscali, senza compensazioni di bilancio, mostrano un disinteresse bipartisan per la disciplina fiscale. I mercati stanno iniziando a prezzare il rischio di un'ulteriore espansione del debito, che potrebbe alimentare pressioni inflazionistiche o persino innescare una correzione del mercato obbligazionario.
La svolta fiscale tedesca puo' rappresentare un'opportunita' generazionale per l'Europa Riteniamo che la svolta fiscale della Germania possa trasformare il panorama degli investimenti in Europa. Questo cambiamento, unito a un'UE piu' assertiva e orientata alla crescita, potrebbe ridefinire l'attrattivita' dell'Europa per gli investitori. All'interno del continente, vediamo opportunita' particolarmente interessanti legate alla rinascita tedesca, in settori come l'elettrificazione, le banche, l'industria e le costruzioni - ambiti che beneficeranno piu' direttamente dell'ondata di investimenti strutturali del paese.
*Investment Director European Equities di GAM Investments "Il contenuto delle notizie e delle informazioni trasmesse con il titolo "Parola al mercato" non puo' in alcun caso essere considerato una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento ne' raccomandazioni personalizzate a qualsiasi forma di finanziamento. Le analisi contenute nelle notizie trasmesse nella specifica rubrica sono elaborate dalla societa' a cui appartiene il soggetto espressamente indicato come autore.
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Red-
(RADIOCOR) 22-06-25 11:28:21 (0134) 5 NNNN