LO SWAP: CHE COSA E’ E A COSA SERVE

Approfondisci la definizione di un contratto swap, quanti tipi ne esistono e come può essere utilizzato.



FTA Online News, Milano, 07 Gen 2019 - 16:00

Qual è la definizione di "swap"

I contratti swap rientrano nella categoria dei derivati, ovvero contratti che si basano (o si costruiscono) su altri strumenti. In prima approssimazione, per comprendere cos'è uno swap basta tradurre dall'inglese il verbo "to swap", in italiano: "scambiare qualcosa con qualcos'altro". Lo swap è infatti un contratto con il quale le due controparti A e B decidono di scambiarsi somme di denaro (più comunemente la differenza tra queste ultime) in base alle specifiche del contratto stesso, specifiche che determinano la classificazione per tipologie dei contratti swap.

Interest Rate Swap

L'Interest Rate Swap (IRS, swap di tassi d'interesse) è lo swap più comune. Le due controparti decidono di accordarsi per scambiarsi, in date future prefissate e fino a una determinata scadenza, flussi di denaro calcolati applicando tassi di interesse diversi a una somma prestabilita, chiamata "capitale nozionale" e che serve solo per determinare l'entità dei flussi: nessuna delle due controparti deve versarla o impegnarla in alcun modo. Il flusso di denaro che il soggetto A deve versare al soggetto B è calcolato applicando un tasso di interesse fisso (che quindi rimane costante per tutta la durata del contratto) al capitale nozionale, mentre il flusso di denaro che il soggetto B deve versare al soggetto A è calcolato applicando un tasso di interesse variabile (normalmente un tasso LIBOR o Euribor, che quindi varia nel tempo, normalmente incrementato di uno spread) al capitale nozionale. Di conseguenza, quando il tasso variabile sale sopra il tasso fisso il soggetto A riceve la differenza variabile-fisso applicata al capitale nozionale, mentre quando il tasso variabile scende sotto il tasso fisso è il soggetto B a ricevere la differenza fisso-variabile applicata al capitale nozionale.

Currency Swap

Il Currency Swap (swap di valute) è simile all'IRS ma introduce una variabile in più, ovvero quella valutaria. In questo contratto infatti le due controparti si scambiano flussi di denaro in valute diverse calcolati utilizzando tassi di interesse applicati su due capitali nozionali denominati nelle due valute. In alcuni casi le controparti possono decidere di scambiarsi anche i capitali nozionali (alla stipula e alla scadenza). Un ulteriore elemento di variabilità è dato dalla possibilità che i tassi d'interesse applicati ai nozionali possono essere entrambi fissi (ma diversi in quanto relativi a due valute differenti), entrambi variabili (ma diversi in quanto relativi a due valute differenti), oppure uno fisso e uno variabile.

Commodity swap

Il Commodity Swap (swap di materie prime) è simile all'IRS nel senso che una delle parti paga un flusso variabile e l'altra uno fisso. Ciò che differenzia il commodity swap dagli altri swap è che il nozionale non è costituito da un capitale finanziario ma da una determinata quantità della materia prima oggetto del contratto (ad esempio, barili di petrolio). Il commodity swap ha, secondo lo schema consueto, una durata prefissata e prevede a scadenze regolari il pagamento di una somma data dalla differenza tra la parte fissa che il soggetto A deve pagare al soggetto B, ovvero il prezzo della materia prima determinato all'inizio e che rimane costante per tutta la durata, e quella variabile che il soggetto B deve pagare al soggetto A, ovvero il prezzo della materia prima rilevato sul mercato nel giorno del pagamento. Sarà quindi l'andamento del prezzo della materia prima a determinare quale delle due controparti sarà obbligata a versare la differenza all'altra.

Equity Swap

La struttura dell'Equity Swap (swap di azioni) è molto simile a quella dell'IRS. Anche qui abbiamo un capitale nozionale, una durata e delle scadenza predeterminate alle quali le due parti si scambiano flussi di denaro, ma entrambi variabili. Il soggetto A paga al soggetto B una somma calcolata applicando un tasso di interesse (di solito un tasso variabile, come il LIBOR) al nozionale, mentre il soggetto B paga al soggetto A una somma calcolata applicando la performance nell'intervallo di tempo predefinito di un titolo azionario o di un indice azionario (o anche di un portafoglio di titoli) al nozionale. Anche in questo caso lo scambio effettivo è pari alla differenza dei due flussi.

A cosa servono gli swap

Come tutti i derivati anche gli swap vengono utilizzati per due finalità essenziali: copertura dal rischio e speculazione. Esiste anche una terza funzione dei derivati, l'arbitraggio. Prendiamo in esame l'IRS, che risulta di più immediata comprensione. Supponiamo che il soggetto A (tipicamente un'azienda) sia indebitato per 100mila euro a tasso variabile e tema un incremento dei tassi, con conseguente aumento degli interessi da pagare al creditore. Per coprirsi da questo rischio il soggetto A potrebbe stipulare un IRS su un nozionale di 100mila euro in cui paga tasso fisso al soggetto B (l'intermediario con cui ha concluso l'IRS) e riceve da quest'ultimo tasso variabile. In questo modo l'azienda compensa gli interessi da pagare sul finanziamento con gli incassi dell'IRS (entrambi calcolati applicando tasso variabile a 100mila euro) e si trova a pagare solo la parte fissa dello swap: all'atto pratico, tramite l'IRS il soggetto A ha trasformato il finanziamento a tasso variabile in un finanziamento a tasso fisso (ma solo per la durata dell'IRS). L'IRS può essere utilizzato anche per speculare (ovvero per aprirsi al rischio, l'esatto contrario del caso precedente). Supponiamo che il soggetto A, senza avere alcun finanziamento da coprire, sia convinto che in futuro i tassi d'interesse siano destinati a salire e vorrebbe approfittarne. Potrebbe quindi stipulare un IRS in cui si paga tasso fisso e riceve dal soggetto B tasso variabile (su un capitale nozionale scelto in base alla propensione al rischio). In questo modo se il tasso variabile (normalmente LIBOR o Euribor) sale sopra il tasso fisso predeterminato, il soggetto A incassa la differenza applicata la nozionale e finalizza positivamente la sua speculazione. Viceversa nel caso in cui il tasso variabile scende sotto quello fisso: la previsione risulta sbagliata e il soggetto A deve pagare la differenza al soggetto B (realizzando una perdita).


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