Cos'è l'inflazione? Significato, cause e calcolo dei tassi di inflazione

Inflazione, un guida completa: definizione e significato, calcolo dei tassi e come l'indice dei prezzi al consumo influenza la politica monetaria



FTA Online News, Milano, 07 Feb 2020 - 14:11

Inflazione: definizione e significato

L’inflazione, in economia, indica una crescita generalizzata e continuativa dei prezzi nel tempo. È un indicatore fondamentale perché il livello dei prezzi condiziona il potere di acquisto delle famiglie, l’andamento generale dell’economia, l’orientamento delle politiche monetarie delle banche centrali.

 

Come si calcola l’inflazione

Per calcolare l’inflazione è necessario costruire un indice dei prezzi al consumo e nella maggior parte dei paesi la misurazione di questo indice è attribuita all'Istituto nazionale di statistica. In Italia se ne occupa dunque l’Istat che, sulla base dei prezzi di un insieme, denominato paniere, di beni e servizi, rappresentativo dei consumi delle famiglie, calcola il suo indice dei prezzi al consumo. Nel paniere dei prezzi al consumo dell’Istat sono presenti per esempio, con diversi pesi relativi, i prezzi dei prodotti di abbigliamento e delle calzature, dei prodotti alimentari, dei servizi sanitari, dei trasporti, dell’elettricità, dell’acqua e così via.

 

Gli indici dei prezzi al consumo dell’Istat

In particolare, l'Istat elabora tre indici principali dei prezzi al consumo:

  1. L’indice dei prezzi al consumo Nazionale per l’Intera Collettività (Nic) che misura la variazione nel tempo dei prezzi di beni e servizi acquistati sul mercato per i consumi finali individuali;
  2. L’indice dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (Foi): calcola la variazione nel tempo dei prezzi al dettaglio, dei beni e servizi correntemente acquistati dalle famiglie di lavoratori dipendenti;
  3. L’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca, in inglese l’acronimo è HICP ossia Harmonised Index of Consumer Prices) sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo. A differenza degli indici Nic e Foi, l’indice IPCA si riferisce al prezzo effettivamente pagato dal consumatore ed esclude alcune voci presenti nel paniere degli altri due indici tenendo conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo (come saldi, sconti e promozioni).

 

Inflazione, tassi di interesse e politica monetaria

È importante evidenziare che l'indice armonizzato europeo IPCA (o HICP) è di grande rilevanza perché utilizzato come indicatore di verifica della convergenza delle economie dei paesi membri della UE (Unione Europea), al fine della permanenza o dell'ingresso nell'Unione Monetaria. L’indice IPCA è inoltre utilizzato come riferimento dalla Banca Centrale Europea (Bce) per l’attuazione della politica monetaria europea. Come noto l’obiettivo principale della Bce è proprio quello di mantenere nell’Eurozona la stabilità dei prezzi.

La stabilità dei prezzi è infatti considerata una delle condizioni basilari per l'innalzamento del livello dell'attività economica e dell'occupazione. Un’inflazione in rapida crescita (“galoppante”) può infatti erodere il potere d’acquisto delle famiglie, di fatto impoverendole. Al contrario una deflazione, ossia un’inflazione negativa con prezzi in calo, può bloccare l’economia in quanto – per semplificare - i prezzi di vendita delle imprese non coprono i costi di produzione e le mandano in crisi. In ogni caso livelli troppo elevati o troppo bassi di inflazione spaventano gli investitori e danneggiano la fiducia, influendo negativamente sull’attività economica.
Per questi motivi le banche centrali fissano degli obiettivi di inflazione ai quali ancorano la propria politica monetaria ossia gli interventi convenzionali sui tassi d’interesse principali o non convenzionali, come il quantitative easing.
L’obiettivo della Bce è quello di portare su un livello prossimo ma inferiore al 2%, anche se negli ultimi anni è stato promosso un “approccio simmetrico” per cui il target può essere raggiunto sia dal basso che dall’alto (in altre parole non c’è un tetto al 2%, ma eventuali deviazioni dei prezzi possono avvenire in un senso o nell’altro). Questo livello dei prezzi è ritenuto dalla maggior parte delle banche centrali del mondo ottimale al fine di garantire i diversi attori del contesto economico.


 


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