
Economia: dazi Usa e attacco alla Fed, due scogli per la ripresa della fiducia globale - FOCUS
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Londra, 22 apr - Nelle discussioni tra i ministri finanziari del G7 e del G20 nel quadro delle riunioni primaverili di Fondo Monetario e Banca Mondiale, non dominera' la scena solo lo scontro sui dazi americani verso mezzo mondo, ci sara' anche il tema dell'attacco frontale di Trump all'indipendenza della Federal Reserve per non aver ridotto i tassi di interesse. Che si tratti del classico elefante nell'armadio, lo si vedra', tuttavia non e' un tema che viene preso alla leggera. 'Se venisse compromessa la fiducia sull'indipendenza della Fed rispetto alla Casa Bianca la stessa fiducia nel dollaro e perfino il suo status di valuta di riserva globale potrebbero crollare', sostiene il capo analista di mercato di Cmc Markets Jochen Stanzl. Per ora non e' chiaro, prosegue Sanzl, se si tratti di un piano deliberato di Trump per svalutare il dollaro oppure solo di un allargamento della cerchia dei nemici dell'amministrazione Usa per riequilibrare le responsabilita' degli sconquassi finanziari delle ultime settimane provocati dai dazi.
L'economista di Cmc Markets, societa' britannica di trading, spiega che se con i dazi Trump ha messo in pratica un approccio coercitivo verso i partner commerciali, l'indebolimento del presidente della Fed Jerome Powell 'non solo aggiunge ulteriori rischi, ma supera anche una soglia critica per gli investitori'.
Una fonte europea coinvolta nelle discussioni in corso, indica che riunioni e conciliaboli a margine delle riunioni di Washington saranno prevalentemente centrati sulla ricerca di trovare bilateralmente dei punti di appiglio con i responsabili americani per usare il tempo a disposizione per ciascun paese per trovare soluzioni alternative allo scontro commerciale. Novanta giorni di tregua, peraltro parzialissima, sono tanti e pochi nello stesso tempo. Non sono all'ordine del giorno azioni comuni per fronteggiare gli effetti economici dell'instabilita' geopolitica (guerre in Ucraina e a Gaza ancora aperte) ed evitare il rischio che la sterzata protezionista americana nutra irreparabilmente una fase di anarchia nella governance economica globale.
L'appello dei responsabili del Fondo monetario internazionale a 'prudenza e una migliore cooperazione' appare destinato a non avere successo visto che da parte americana non ci sono segni che vadano in tale direzione ne' sul modo di riavviare una politica commerciale condivisa su scala internazionale ne' sulla stabilita' valutaria. Non a caso ha gia' messo le mani avanti il ministro delle finanze giapponesi Katsunobu Kato, che spera di trovare buone basi per avviare un confronto con il segretario al Tesoro Scott Bessent che superi lo scoglio dei dazi: respingendo l'accusa di Trump di aver organizzato la svalutazione dello yen per favorire l'export, Kato ha detto: 'Il Giappone non manipola il mercato valutario per indebolire intenzionalmente lo yen, come dimostra il fatto che la nostra ultima azione e' stata quella di effettuare un intervento di acquisto di yen".
Antonio Pollio Salimbeni - Aps
(RADIOCOR) 22-04-25 18:27:14 (0517) 5 NNNN