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Carmignac: previsioni in vista meeting Bce dell'11 aprile 2024 - PAROLA AL MERCATO

di Kevin Thozet* (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 09 apr - La riunione della BCE di aprile sara' sicuramente tra le piu' rapide della storia. Christine Lagarde e' stata molto chiara a marzo: possiamo aspettarci un taglio dei tassi a giugno e altri due o tre piu' avanti, nel corso dell'anno. A sole cinque settimane dall'ultima riunione del Consiglio direttivo, e dunque con poche statistiche in piu' da considerare, difficilmente una banca centrale cosi' data-dependent potra' cambiare direzione.

Le ultime notizie sull'inflazione hanno spiazzato il consensus, registrando un dato inferiore di 10 punti base rispetto alle attese, ma pienamente in linea con le previsioni della BCE. Quindi, per ora, lo scenario della BCE si sta evolvendo come da previsioni. A fronte dei progressi compiuti in tema di disinflazione, in linea con le previsioni dello staff, la riunione di questa settimana dovrebbe confermare l'ipotesi di un taglio a giugno, a condizione che i dati restino allineati.

Entro la fine di maggio saranno diffusi diversi dati significativi. Tra questi, gli utili societari, i tanto attesi salari negoziati e i risultati dettagliati del PIL del 1 trimestre (in particolare, produttivita', profitti e costo unitario del lavoro). Data la progressiva conferma di una ripresa del settore manifatturiero, le probabilita' che si materializzi un rischio al ribasso sono limitate, dunque il messaggio della BCE dovrebbe essere: "nulla da segnalare".

Secondo le nostre previsioni, la BCE dovrebbe ridurre i tassi di interesse a giugno, con un possibile "salto" a luglio. La dipendenza dai dati significa che il rischio inflazionistico al rialzo dovrebbe essere integrato dal Consiglio, dato che l'inflazione core dei servizi rimane al 4%, i prezzi delle materie prime sono in rialzo e i rischi geopolitici rimangono elevati. Superata l'estate, potrebbero accadere molte cose, ma i tre-quattro tagli annunciati dall'Istituto di Francoforte implicano tagli in successione a partire da settembre.

Questo contesto offre uno scenario favorevole ai mercati del credito europei. La tenuta dell'economia fa si' che i tassi di default rimangano contenuti, mentre la disinflazione (o il contenimento dell'inflazione ciclica) fa si' che la politica monetaria possa essere piu' accomodante. Privilegiamo le scadenze brevi e intermedie. Tassi di policy piu' bassi dovrebbero essere sinonimo di reflazione e quindi di rendimenti obbligazionari a lungo termine piu' elevati, in quanto la curva dei rendimenti diventa piu' ripida e riflette il miglioramento delle prospettive di crescita futura.

*membro del Comitato Investimenti di Carmignac "Il contenuto delle notizie e delle informazioni trasmesse con il titolo "Parola al mercato" non puo' in alcun caso essere considerato una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento ne' raccomandazioni personalizzate a qualsiasi forma di finanziamento. Le analisi contenute nelle notizie trasmesse nella specifica rubrica sono elaborate dalla societa' a cui appartiene il soggetto espressamente indicato come autore.

L'agenzia di stampa Il Sole 24 Ore Radiocor declina ogni responsabilita' in ordine alla veridicita', accuratezza e completezza di tali analisi e invita quindi gli utenti a prendere atto con attenzione e la dovuta diligenza di quanto sopra dichiarato e rappresentato dalla societa'".

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(RADIOCOR) 09-04-24 13:41:38 (0378) 5 NNNN

 


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