I Mutui a tasso fisso e a tasso variabile 

Scopri di più sulle differenze tra le due diverse tipologie di mutuo



FTA Online News, Milano, 19 Nov 2021 - 14:00

Mutui a tasso fisso e a tasso variabile

I mutui si distinguono in linea generale in base alla tipologia di tasso di interesse applicato. Se fisso, il tasso di interesse rimane costante durante tutta la durata del mutuo, mentre se variabile il tasso può mutare durante la vita del contratto. In questo caso le oscillazioni possono essere in aumento ma anche in diminuzione rispetto al tasso di partenza, in funzione dell’andamento del tasso EURIBOR. La rata del mutuo, invece dipende dal piano di ammortamento prescelto: esistono rate fisse con tassi variabili, rate costanti, ma anche crescenti o decrescenti, con tasso fisso.

 

Il Mutuo a tasso fisso

Si definisce a tasso fisso il mutuo bancario che, una volta scelto, non varia nel tempo il suo tasso di riferimento, mantenendo la rata costante a prescindere dall’andamento del costo del denaro. Il mutuo a tasso fisso risulta vantaggioso se, dopo la stipula del contratto, si verifica un generalizzato aumento dei tassi, il contrario se invece i tassi diminuiscono.

Il tasso di mutuo applicato dall'istituto di credito viene calcolato sommando l’IRS (Interest Rate Swap) allo spread annuo. La costanza della rata nel tempo consente al mutuatario di gestire in maniera semplificata le scadenze previste per i versamenti periodici, soprattutto laddove non si prevedono rilevanti variazioni del reddito nel futuro. L’incidenza della rata sulla capacità di risparmio e la sostenibilità dei rimborsi sono di facile previsione.

 

Il Mutuo a tasso variabile

Si tratta di un mutuo il cui calcolo degli interessi si modificano nel tempo in relazione all’andamento del costo del denaro. La variazione segue, nello specifico, quella registrata dall’indice cui il tasso stesso è stato agganciato (in genere Euribor).

Il tasso “a regime” applicato alle rate del mutuo viene costruito con l'addizione di Euribor e Spread annuo, dove per Euribor si intende il Tasso interbancario medio applicato dalle banche dell’Unione Europea ai depositi; lo Spread invece rappresenta la percentuale che ogni specifica banca decide di aggiungere quale proprio ricavo entro i limiti del tasso di usura. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) rileva trimestralmente i tassi medi (tasso effettivo globale medio) e individua un “tasso-soglia” oltre il quale scatta il reato di usura. Il nuovo metodo di calcolo di questo tasso-soglia è stato individuato dal DL n.70/2011.

Se l'Euribor costituisce la componente variabile del tasso, e ad ogni revisione dovrà essere nuovamente rilevato, lo spread invece resterà lo stesso per tutta la durata del mutuo.

Il rischio di variazioni nella misura degli interessi nel tempo può comunque essere mitigato con la riduzione della durata del contratto. Di solito, il tasso variabile è associato a mutui con scadenze non molto prolungate.

 


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