La storia dell’Euro: dal Rapporto Delors all’Eurozona

La moneta adottata dagli stati dall’Eurozona. Scopri la storia dell’euro, le caratteristiche e le principali curiosità.



FTA Online News, Milano, 07 Ago 2020 - 11:30

La zona Euro o Eurozona

L’euro è la moneta ufficiale adottata dai 19 Stati che attualmente fanno parte dell’Unione Economica e Monetaria Europea (UEM), cioè Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia e Spagna: l’insieme di queste Nazioni viene frequentemente definito "Eurozona".

Oltre ai membri dell’Unione, anche altri Stati (la Città del Vaticano, il Principato di Monaco, San Marino) hanno adottato l’euro sulla base di specifici accordi o in maniera unilaterale (come Andorra).

La Danimarca, pur facendo parte dell’Unione Europea, dispone di una clausola di non partecipazione all’euro (opt-out). Il Regno Unito disponeva di una clausola simile prima della Brexit che ne ha sancito l’uscita dall’Ue. Non fa parte dell’Eurozona neanche la Svezia che impiega la propria corona.

Introdotto inizialmente sui soli mercati finanziari nel 1999, l’euro ha iniziato a circolare effettivamente nei dodici Paesi dell’Unione solo il 1° gennaio 2002. Nel tempo si sono uniti all’Eurozona gli altri Paesi.

 

Storia dell’euro: dal Rapporto Delors all’unione monetaria

L’euro affonda le sue radici nel giugno 1988 quando il Consiglio europeo assegnò ad un Comitato composto dai governatori delle banche centrali nazionali della Comunità europea e presieduto da Jacques Delors, il compito di elaborare un progetto per la progressiva realizzazione dell’Unione economica e monetaria. Il cosiddetto Rapporto Delors, frutto di quei lavori, proponeva l’attuazione dell'Unione economica e monetaria (UEM) in tre fasi.

Nella prima fase si prevedeva, a partire dal 1° luglio 1990, la liberalizzazione dei flussi di capitale tra gli Stati membri attraverso l’abolizione di ogni restrizione alla loro libera circolazione.

 


Il Trattato di Maastricht

Con il Trattato sull’Unione Europea, noto anche come Trattato di Maastricht, nel 1992 vennero poi stabilite alcune disposizioni per la creazione dell’Unione economica e monetaria. Gli Stati membri avrebbero potuto adottare la nuova valuta solo se avessero soddisfatto alcuni criteri, tra i quali, come noto, quelli di un deficit pari o inferiore al 3% del Pil e di un rapporto debito/Pil inferiore al 60 per cento.

La seconda fase, successiva al Trattato di Maastricht, prevedeva la creazione dell'Istituto monetario europeo (IME) attraverso il quale si sarebbe dovuta rafforzare la cooperazione tra le banche centrali e coordinare le politiche monetarie, creando così le basi per l’istituzione del Sistema europeo di banche centrali (SEBC), per la conduzione di una politica monetaria unica e per l’introduzione di una moneta unica. Il 1° giugno 1988 venne così istituita la Banca Centrale Europea (BCE).

Nella terza fase, una volta fissati irrevocabilmente i tassi di cambio delle valute dei primi 11 Stati membri partecipanti all'Unione monetaria (ai quali si aggiunse la Grecia il 1° gennaio 2001), si realizzò il progressivo passaggio alla moneta unica.

 

L’euro in circolazione

A partire dal 1° gennaio 1999 iniziò un periodo transitorio in cui l’euro, pur non essendo ancora in circolazione, poteva essere utilizzato come moneta scritturale.
Dal 1° gennaio 2002 la moneta unica è entrata effettivamente in circolazione, affiancando le monete nazionali fino al 28 febbraio. Dal 1° marzo le monete nazionali sono state poi definitivamente sostituite dall’euro.


Le monete

Le monete metalliche in circolazione sono da 1,2,5,10,20 e 50 centesimi e da 1 e 2 euro. Su una delle due facce di ogni moneta è riprodotta un’immagine comune a tutti i Paesi che adottano l’euro, mentre sull’altra vi è raffigurato un simbolo collegato all’identità di ciascun Paese, disegnato da un artista nazionale.


Le banconote

Le banconote in circolazione sono invece disponibili in sei taglie (5, 10, 20, 50, 100 e 200 euro). Ogni taglio è caratterizzato da colore e dimensioni diverse. Sul retro di ogni banconota è raffigurato un ponte che simboleggia la collaborazione e il dialogo fra l’Europa e il resto del mondo. Oggi ogni banca centrale dell'Unione Monetaria Europea stampa uno o due tagli di banconote.

 

Nome “euro”: origine e significato

Adottato dal Consiglio europeo di Madrid nel 1995 per rimpiazzare la sigla ECU (European Currency Unit), il nome euro rappresenta le lettere iniziali della parola Europa. Il suo simbolo € ricorda anche la epsilon della Grecia, culla della civiltà europea.

Il codice ISO 4217[1] per l’euro è EUR.


Dove vengono coniati e stampati

Gli euro vengono fisicamente coniati e stampati dalle zecche nazionali e le rispettive banche centrali si occupano della loro messa in circolazione. Le caratteristiche di monete e banconote sono fissate dal Consiglio Europeo. La Banca Centrale Europea approva volume e valore delle monete emesse ogni anno.
In vista del primo lancio dell’euro furono prodotti 52 miliardi di euro in monete metalliche impiegando 250 mila tonnellate di metallo.

 

 

 [1] L' ISO 4217 è uno standard internazionale, stabilito dall'Organizzazione Internazionale per le Standardizzazioni ISO, che utilizza codici di tre lettere per definire i nomi delle valute. Le prime due lettere del codice corrispondono al codice nazionale (definito dall'ISO 3166-1 alpha-2). Questo sistema di codificazione elimina il problema causato da nomi come Dollaro, Franco e Sterlina utilizzati in dozzine di nazioni diverse, ma con valori differenti.


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