La Crisi Finanziaria della Grecia

Scatta a Dicembre con il declassamento di Fitch che taglia a BBB+ il rating sul debito greco



FTA Online News, Milano, 05 Feb 2010 - 12:45

L’emergenza Grecia scatta all’inizio del dicembre 2009 con il declassamento di Fitch che taglia a BBB+ il rating sul debito greco di lungo termine. A BBB- è posta la soglia del junk bond, ossia del titolo spazzatura.

Si scopre proprio in quel momento che le statistiche inviate da Atene a Bruxelles sull’andamento dell’economia greca e del bilancio pubblico sono false. Complice il cambio di governo che porta i socialisti di George Papandreou a governare il Paese, si svela al mondo un deficit che nel 2009 è lievitato dal 3,7% al 12,7 per cento. Chiaramente le rilevazioni erano truccate e le accuse al governo precedente non evitano che la Grecia e l’Unione Europea si trovino all’improvviso nel mezzo di una crisi inattesa.

I numeri che emergono sono più che allarmanti: il debito pubblico greco è volato a 300 miliardi di euro, ossia al 113% del Pil e potrebbe salire al 120% entro il 2010. Il governo appare incapace di frenare la spesa pubblica e le riforme strutturali attese lasciano prevedere una dura crisi politica.

Mentre le agenzie di rating tagliano il proprio giudizio sul debito di Atene, diversi economisti e osservatori cominciano a ipotizzare un dafault della Grecia e una sua uscita dall’Eurozona, anche perché il trattato di Maastricht vieta esplicitamente un salvataggio delle nazioni in crisi. È altrettanto chiaro, però, che una crisi di questa portata rischierebbe di contagiare anche le altre economie deboli dell’Europa con effetti imprevedibili sui cambi e su tutta l’Eurozona.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel interviene da subito con risolutezza: “Se accade qualcosa a un Paese dell’euro, tutti gli altri ne sono coinvolti: visto che abbiamo una moneta comune abbiamo anche responsabilità comuni”.

Il governo di Atene prepara un piano di uscita dalla crisi con privatizzazioni miliardarie, un congelamento degli stipendi pubblici sopra i 2.000 euro, una forte lotta all’evasione e riforme strutturali come quella delle pensioni. Il 28 gennaio 2010 il premier greco George Papandreou difende al World Economic Forum le proprie proposte, promette un deficit all’8,7% entro il 2010 e al 3% entro il 2012.

Il suo piano dovrà passare al vaglio dell’Unione Europea, ma viene accolto dal mercato con scetticismo. Schizzano verso l’alto i credit defaul swap sul debito greco, ossia le assicurazioni contro il fallimento di Atene, e contemporaneamente il differenziale tra il debito greco e quello tedesco (il riferimento nell’Eurozona) tocca i massimi confermando una certa sfiducia.

Ne risente anche l’euro che nel cambio con il dollaro torna sui valori del luglio precedente. A Bruxelles e a Davos si discute del problema, ma l’impossibilità di aiutare direttamente Atena costringe i grandi d’Europa a cercare soluzioni trasversali per evitare un tracollo che danneggerebbe tutti.

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