Asset Quality Review

La Bce mette sotto esame i bilanci bancari europei



FTA Online News, Milano, 11 Apr 2014 - 11:39

La revisione della qualità degli attivi promossa dalla Bce in vista degli stress test è un controllo generale della Banca centrale europea (in coordinazione con le banche centrali nazionali) per che punta a verificare la solidità delle maggiori istituzioni bancarie d’Europa. L’Asset Quality Review (AQR) – questo il suo nome anglosassone – ha preso il via nel novembre del 2013 ed  una tappa fondamentale del percorso avviato in Europa in vista del prossimo novembre 2014, quando la Bce assumerà il ruolo di supervisore unico del sistema bancario Ue. Al vaglio i bilanci di 124 gruppi bancari europei che coprono circa l’85% del sistema bancario del Vecchio Continente.

In pratica le banche di mezza Europa hanno cominciato da tempo a ripulire i bilanci e rafforzare il proprio stato patrimoniale in vista di questo esame che punta a restituire la fiducia degli investitori internazionali nella solidità del sistema finanziario dell’Unione.

Per l’Italia finiscono sotto esame ben 15 banche da Unicredit a Intesa Sanpaolo, da Bpm al Banco Popolare, passando per Mps, Banca Carige e Ubi Banca. Comprese nel conteggio anche le non quotate Iccrea Holding e Veneto Banca. L’importanza dell’Asset Quality Review assume anche un valore prospettico in quanto secondo diversi osservatori agli esami europei seguirà una fase di consolidamento che potrebbe ridisegnare ulteriormente il panorama bancario europeo.

Ma quali sono i parametri di questo esame? Se per aprile sono attesi i dettagli sullo scenario degli stress test a cui saranno sottoposte le maggiori banche europee, all’inizio del 2013 sono noti i criteri con cui saranno scandagliati gli attivi dei gruppi sotto esame. I tre obiettivi di una maggiore trasparenza, di un intervento laddove necessario e di una restituzione della fiducia a tutti gli stakeholder richiedono un esame severo che imporrà un core tier 1 ratio dell’8% alla partenza e di almeno il 5,5% nel caso dello scenario più avverso che sarà simulato dagli stress test. Questi ultimi incorporeranno i risultati dell’Asset quality review e seguiranno un’analisi approfondita dei bilanci delle banche esaminate.

Saranno così esaminati i crediti deteriorati (scaduti oltre 90 giorni) con le relative coperture, saranno poi valutati i level 3-security (ossia gli attivi illiquidi e di difficile valutazione), previste anche dalle valutazioni qualitative e delle misurazioni quantitive sui di pricing model dei derivati nei maggiori portafogli di trading. Saranno computabili fra gli strumenti di bilanciamento degli ammanchi di capitale nello scenario più avverso degli stress test anche gli strumenti di capitale a conversione obbligatoria in capitale tier 1 (i coco bond, ossia COnvertible COntingent Bond) purché la conversione scatti sopra la soglia minima del 5,5% e non sia condizionata da altri fattori.

Per quanto riguarda i debiti sovrani detenuti nei portafogli a scadenza (held-to-maturity portfolios HTM), questi saranno trattati come le altre esposizioni bancarie, ossia l’impatto degli scenari su parametri di perdita o default sarà calcolato e prevederà maggiori accantonamenti. Gli attivi nei portafogli di titoli asset disponibili per la vendita (available-for-sale AFS) e nei portafogli tradingf (held-for-trading HFT) saranno sottoposti a un mark-to-market in linea con lo scenario. Saranno quindi pienamente misurate le graduali riduzioni dei filtri prudenziali sui titoli sovrani fra gli AFS.

Gli effetti di questo test si sono già visti sul mercato italiano con forti operazioni di pulizia dei bilanci. Unicredit ha chiuso il 2013 con una maxi-perdita da 14 miliardi di euro che sconta 9,3 miliardi di euro di svalutazioni dell’avviamento e 7,2 miliardi di euro di accantonamenti aggiuntivi su crediti (fino a totali 9,3 miliardi di euro). Intesa Sanpaolo ha chiuso l’anno con perdite da oltre 4,5 miliardi e con rettifiche di valore di avviamenti e altre attività immateriali per circa 6,8 miliardi di euro (ante-imposte). Così il Banco Popolare ha chiuso il 2013 con perdite da oltre 600 milioni e l’annuncio di un aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro già in corso. Varie manovre straordinarie coinvolgono insomma le banche coinvolte dai test della Bce. L’obiettivo finale è dimostrare ai mercati che sulle banche europee si può e si potrà contare. Per la Bce AGR e stress test sono inoltre una sorta di punto sulla situazione all’avvio del nuovo arduo compito di monitoraggio del sistema bancario europeo.


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