BankItalia: sulle pensioni serve una soluzione
La banca centrale lancia l’ennesimo allarme sul fronte previdenziale
FTAOnline News, Milano, 07 Gen 2011 - 11:28
L’aspetto triste e preoccupante della vicenda è che ormai si tratti della scoperta dell’acqua calda. Che le pensioni dei giovani siano a rischio, ormai, è risaputo e così anche l’annuncio della Banca d’Italia finisce per non essere altro che l’ennesimo campanello d’allarme che si aggiunge a una lista infinita di avvertimenti e proclami.
Pensioni a rischio
Con uno studio pubblicato nei giorni scorsi, sul finire del 2010, la Banca d’Italia ha reso noto che se la stabilità del sistema pensionistico non è in discussione, qualche incertezza in più è lecito nutrirla riguardo la sua capacità di fare fronte alle necessità del corpo sociale.
In particolare, la Banca d’Italia attesta che la ricchezza pensionistica del nostro Paese «risulta inadeguata per settori significativi della popolazione italiana». A essere in dubbio non sarebbe tanto l’erogazione dei futuri assegni previdenziali, quanto la loro corposità. La banca centrale, in particolare, osserva che circa il 15% dei lavoratori occupati – quantificabili in tre milioni e mezzo di individui –«presenta tassi di sostituzione della pensione pubblica inferiori al 60 per cento», unitamente a una bassa propensione e capacità di risparmio.
Fasce deboli
Chi affronta il maggior rischio di una pensione quasi inconsistente, ovviamente, sono i giovani precari. Sulla stessa barca, però, si trovano anche altre categorie, come i dipendenti del settore privato e i lavoratori a basso reddito.
Qual è la soluzione a questo problema, potenzialmente esplosivo dal punto di vista sociale? Una pensione integrativa, costruita sui risparmi. Facile a dirsi, ma difficile a farsi, visto che proprio chi dovrebbe risparmiare di più per integrare la bassa pensione pubblica con forme previdenziali private, non riesce a farlo, soffocato dalle difficoltà imposte da un reddito insufficiente.
Qui, impietosa, arriva l’analisi di Bankitalia sul momento, che giudica inefficaci le politiche attuate per incentivare il risparmio assistenziale e definisce i giovani come inconsapevoli della propria situazione previdenziale, notando come l’adesione alla previdenza integrativa sia ridotta proprio per le categorie che ne avrebbero maggiore bisogno.
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