Stipendio piu' alto grazie alla laurea
La disoccupazione colpisce i titoli di studio più bassi
FTAOnline, Milano, 09 Lug 2012 - 15:23
Come difendersi dalla crisi economica e non trovare scogli insuperabili nel mondo del lavoro? Studiando il più possibile. Il rapporto Isfol 2012, dopo avere analizzato le relazioni che intercorrono tra l'universo dell'istruzione e quello del lavoro, attesta come l'investimento in formazione si traduca spesso in vantaggi in termini economici. Tra i titoli di laurea, quelli afferenti all'area scientifica sembrano offrire stipendi più alti e maggiori opportunità occupazionali rispetto a quelli di area umanistica.
Il buon lavoro è figlio della buona formazione
Secondo i numeri raccolti nel Rapporto Isfol 2012, a rimanere impantanati nelle sabbie mobili della crisi economica sono soprattutto i lavoratori che hanno un livello di istruzione più basso. In particolare, rivela l'indagine, tra il 2007 e il 2010 il numero degli occupati è diminuito a livello assoluto di 350mila unità, come effetto della fuoriuscita dal mondo del lavoro di 850mila persone in possesso al massimo della licenza media e dell'assunzione di oltre 500mila persone con titolo di studio medio-alto (diploma di scuola secondaria superiore o titolo universitario).
Analizzando i dati ancor più nel dettaglio, si scopre che il tasso di disoccupazione dei lavoratori poco scolarizzati doppia quello relativo a chi possiede un titolo universitario. Se tra i laureati l'indice di disoccupazione si ferma al 5,4%, tra chi ha la licenzia media raggiunge il 10,4%, mentre per i diplomati si attesta intorno all'8%.
C'è laurea e laurea
Interessante analizzare quali siano i titoli di studio che promettono maggior profitto. Secondo l'indagine Isfol, a rendere di più sarebbero le lauree in discipline scientifiche. Nello specifico, i laureati in ingegneria e in medicina percepiscono un reddito superiore del 10% rispetto alla media. Sotto la media, invece, le retribuzioni per i laureati in discipline umanistiche e in lingue.
Italia-Ocse
Ponendo a confronto i dati italiani con quelli registrati nei paesi Ocse, si rileva come – fuori dei nostri confini – le retribuzioni dei lavoratori con istruzione terziaria siano mediamente del 50% più elevate rispetto a quelle dei lavoratori con istruzione secondaria, mentre in Italia il differenziale non oltrepassa il 36,2%. Va specificato, inoltre, che – stando ai risultati della rilevazione –dal 2005 in Europa i premi retributivi legati ad un maggiore livello di istruzione sono calati del 4%, mentre da noi del 10% (in Germania, però, sono saliti del 10%).
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