La storia di Borsa: la nascita (1808-1814)

L'atto di nascita

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La Borsa di commercio di Milano venne istituita dal decreto del 16 gennaio 1808 con cui il vicerè Eugenio Napoleone, figlio di Giuseppina Beauharnais, ne ordinò l’apertura entro un mese. Lo stesso decreto affidava ad “una commissione di quindici tra banchieri, negozianti e sensali”, appositamente nominata dal ministro dell'Interno, la ricerca di una sede provvisoria per l'immediata apertura e di una sede adeguata dove tenere definitivamente le riunioni di borsa. Un secondo decreto datato 6 febbraio 1808 stabilì un primo regolamento per il funzionamento della Borsa.

 

Gli antecedenti

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Prima dell’istituzione napoleonica, l'attività di cambio e la vendita all'incanto degli effetti pubblici erano già praticati sulla piazza milanese così come nelle principali città italiane. Senza voler risalire ai banchi dei cambiatori medievali e alle periodiche riunioni di mercanti presso le fiere va sottolineato come i due decreti istitutivi siano stati preceduti nel 1807 da una petizione della Camera di commercio rappresentante del ceto mercantile milanese. Essa chiedeva alle autorità francesi di ristabilire una borsa “come esisteva ne' tempi antichi” e dove poter effettuare “lo sconto per il pagamento delle cambiali”.
Nel piano di revisione urbanistica avviato all'inizio dell'Ottocento per dotare Milano di strutture adeguate al suo status di capitale della Repubblica Cisalpina figurava anche l'edificazione di una sede monumentale per la Borsa.
Gli operatori che agivano già sulla piazza di Milano con il nome di sensali furono definiti secondo la formula francese agenti di cambio. La vera novità introdotta in Italia dalla normativa francese del 1808 fu il regime pubblicistico delle Borse di commercio. Questo contraddistinse il mercato finanziario italiano fino al 1998, differenziandolo dal sistema anglosassone dove le borse si erano costituite per la libera associazione degli operatori.
La Borsa di Milano nacque quindi con una identità originaria a mezzo fra l'interesse dei banchieri locali di avere un luogo di adunanza e di sconto personale e il desiderio dei francesi di disporre di un mercato il più possibile ampio e organico dove collocare le emissioni del debito pubblico in concorrenza con il mercato borsistico londinese.

 

L'organizzazione

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Sulla base del regolamento del 6 febbraio 1808 la Borsa di commercio di Milano iniziò le contrattazioni ufficiali lunedì 15 febbraio nella sede provvisoria del Monte di pietà. Quel giorno la Camera di commercio nominò un sindaco e quattro aggiunti con il compito di presiedere le sedute e di rilevare quotidianamente i corsi: il primo sindaco della Borsa fu Carlo Ciani, di professione banchiere.
I locali del Monte di pietà adibiti alle riunioni di borsa si rivelarono presto inadeguati; dal novembre 1809 la Borsa venne trasferita nel Palazzo dei giureconsulti in alcune stanze al piano terreno, cedute non senza resistenze dalla Corte d'appello.
Un compiuto regolamento per le Borse di commercio venne pubblicato con decreto vicereale nel marzo del 1810, anche se molte delle disposizioni contenute rimasero a lungo lettera morta, quali la redazione di un albo dei mediatori autorizzati e l'elezione diretta del sindaco e degli aggiunti da parte dell'assemblea degli operatori.
Nel giugno del 1813 vennero stabiliti il numero dei mediatori e i diritti loro spettanti per ciascuna operazione: resta il dubbio se tali norme trovarono applicazione nel breve periodo che precedette la restaurazione del governo austriaco.


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