Selezione attiva cruciale per navigare i mercati globali
(Teleborsa) - Pur in un contesto di incertezza, il 2025 si è "confermato un altro anno solido per i mercati azionari globali", osserva Bob Homan, Chief Investment Officer di ING, che ritiene che gli utili delle imprese "potrebbero continuare ad accelerare" pur aspettandosi "pressioni al ribasso sulle valutazioni". Nel complesso, ING vede "rendimenti moderati nel 2026", con un divario tra i rendimenti attesi di azioni e obbligazioni "ridotto" e "forti differenze di rendimento tra aree geografiche, settori e singole società". In tale scenario Homan evidenzia come la "gestione attiva del portafoglio sia "più importante che mai".Dopo un rialzo di oltre il 25% nel 2024, alla fine di novembre 2025, l'indice MSCI All Country World (total return in euro) registrava un +8,5%. Se espressa in dollari, la performance dell'indice supera il 21%. Per gli investitori dell'area euro, il dollaro più debole del 12% ha eroso in modo significativo i rendimenti.
Sulla base di queste evidenze, Homan si attende che gli utili delle società incluse nell'indice globale dovrebbero registrare, per il 2025, una crescita di oltre il 9%, "leggermente al di sopra della nostra previsione dell'8%". Una performace maggiore che riflette l'aumento delle valutazioni: infatti, sottolinea l'analisti, il rapporto prezzo/utili (P/E) medio è cresciuto sia sugli utili realizzati sia su quelli attesi. E questa dinamica prosegue da due anni.
"In un contesto di crescita economica globale stabile, un'inflazione in lieve rallentamento e tagli dei tassi da parte delle banche centrali, inclusa la Federal Reserve, gli utili nominali (cioè non depurati dall'inflazione) delle imprese potrebbero continuare ad accelerare", osserva l'analista, che tuttavia si aspetta "pressioni al ribasso sulle valutazioni". Le quotazioni elevate delle azioni statunitensi sono destinate a normalizzarsi, comprese quelle delle grandi società tecnologiche, con effetti anche sulla media globale.
Homan ritiene raggiungibile una "crescita media degli utili intorno al 10% per l'indice globale", ma "inferiore al consenso degli analisti, che supera il 12%". Per il 2027 prevede "una crescita di circa l'8%, anche in questo caso al di sotto del consenso dell'11%". Dato un rapporto P/E più basso, "pari a 18,5 volte gli utili attesi per il 2027 a fine 2026 (contro le attuali 19,3 volte sui prossimi dodici mesi)", il rendimento atteso per l'indice globale nel 2026 sarebbe "intorno al 6% in dollari, inclusa una cedola del 2%".
Un fattore chiave per gli investitori in euro continueranno a essere i movimenti valutari, in senso positivo (dollaro più forte) o negativo (dollaro più debole).
In un siffatto contesto in cui si attendono rendimenti moderati nel 2026, la gestione attiva del portafoglio più importante che mai, sottolinea Homan. Infatti, il divario tra i rendimenti attesi di azioni e obbligazioni è ridotto. "Il premio per il rischio azionario è sceso al livello più basso degli ultimi vent'anni, a causa dell'aumento dei prezzi azionari, delle valutazioni elevate e di tassi di interesse che non sono diminuiti in modo significativo", eppure le azioni possono offrire ancora "opportunità interessanti". L'analista, inoltre, prevede "forti differenze di rendimento tra aree geografiche, settori e singole società".
Delineato lo "scenario di base", Homan si interroga su cosa potrebbe succedere se esso non si realizzasse. In uno "scenario positivo", sostiene l'analista "crescita economica e inflazione accelerano più del previsto": le stime sugli utili "migliorerebbero sensibilmente" e gli investitori "accetterebbero valutazioni più elevate". I rendimenti azionari "potrebbero così raggiungere circa il 18% in dollari".
Alternativamente, in uno "scenario negativo" potrebbe accadere l'opposto: "utili in calo e valutazioni più basse potrebbero spingere i mercati azionari a perdere circa il 12%".
Prevedere i movimenti dei mercati è una operazione sempre difficile e pertanto, sottolinea Homan, "le nostre stime vanno quindi interpretate con cautela". L'analisi per scenari è uno strumento utile per "definire le prospettive e la politica di investimento" ma va messa alla prova alla luce degli sviluppi reali. Una cosa è certa, però, nel 2026 il mondo continuerà a essere "in movimento". Le tensioni geopolitiche restano elevate e potrebbero tradursi in "bruschi movimenti di mercato", che impongono lucidità da parte degli investitori per "evitare decisioni emotive".
Date le prospettive attuali, al momento ING nella sua asset allocation tattica mantiene una "allocazione neutrale su azioni e obbligazioni". Nel portafoglio complessivo, conclude Homan, "il real estate quotato è sovrappesato, mentre materie prime e investimenti alternativi restano neutrali".
(Teleborsa) 19-12-2025 14:42