"Le ferrovie d'Italia (1861-2025)": mostra prorogata fino al 28 febbraio 2026
(Teleborsa) - La mostra "Le ferrovie d'Italia (1861-2025). Dall'unità nazionale alle sfide del futuro", promossa e organizzata da VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia e dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, allestita nella Sala Zanardelli del Vittoriano e nel Giardino grande di Palazzo Venezia a Roma, è prorogata sino al 28 febbraio 2026. L'esposizione, a cura della direttrice generale del VIVE Edith Gabrielli, che ha riscosso un grande successo di pubblico – oltre 64mila visitatori nel primo mese di apertura –, racconta un viaggio lungo oltre un secolo e mezzo tra binari e trasformazioni sociali, artistiche e culturali, innovazioni tecnologiche e grandi sfide del Paese.La storia dell'unità nazionale e la storia delle ferrovie risultano pressoché inseparabili: i binari hanno reso concreta la geografia politica italiana, collegando territori divisi da secoli, favorito scambi economici e culturali, ridotto distanze, creato opportunità di lavoro e di mobilità sociale. Il Vittoriano, concepito nel 1878, all'indomani della scomparsa di Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia, e cuore simbolico della Nazione, costituisce il luogo ideale per accogliere questo racconto espositivo. Gestito dal VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia, istituto autonomo del Ministero della Cultura, il Vittoriano è luogo di arte, di memoria e insieme uno spazio vivo, dove riflettere sul processo risorgimentale e sui valori fondativi della Nazione: libertà della patria e unità dei cittadini, ora in un contesto democratico ed europeo.
L'iniziativa si inserisce nelle celebrazioni per i 120 anni dalla fondazione delle Ferrovie dello Stato, avvenuta nel 1905. Da allora, le Ferrovie dello Stato hanno accompagnato ogni fase cruciale della storia italiana, dalla ricostruzione postbellica al boom economico, fino all'Alta Velocità e alla transizione digitale di oggi. Il Gruppo FS è una realtà industriale che oggi conta oltre 96mila dipendenti, opera nei settori del trasporto ferroviario, stradale, della logistica, delle infrastrutture, della rigenerazione urbana e dei servizi tecnologici. Porta avanti una fase di profonda trasformazione con un investimento previsto superiore a 100 miliardi di euro in cinque anni, finalizzato a rafforzare la resilienza delle infrastrutture ferroviarie e stradali, migliorare la qualità del servizio, completare opere strategiche e promuovere una mobilità sempre più sostenibile e intermodale.
La storia delle ferrovie italiane si articola in quattro sezioni cronologiche e una sezione didattico-dimostrativa. La prima sezione, dal 1861 al 1904, racconta la difficile trasformazione delle prime reti regionali in un sistema effettivamente nazionale. La seconda sezione, dal 1905 al 1944, affronta l'età della gestione statale, con la fondazione di FS, delle innovazioni tecniche, dell'uso politico e militare della ferrovia, fino al regime fascista e alla Seconda guerra mondiale. La terza sezione, dal 1945 al 1984, vede al centro la ricostruzione postbellica, il boom economico e il ruolo dei treni nelle grandi migrazioni interne e nel pendolarismo quotidiano. La quarta sezione, dal 1985 a oggi, verte sull'Alta Velocità, la digitalizzazione e le sfide della sostenibilità, aprendo uno sguardo al futuro. La sezione didattico-dimostrativa, infine, si trova nel Giardino grande di Palazzo Venezia: due monumentali riproduzioni in scala permettono di apprezzare le qualità estetiche del "Settebello" e dell'"Arlecchino", icone del design italiano del dopoguerra.
La mostra, che parte da un impianto storico rigoroso, affronta il tema con un accentuato carattere interdisciplinare. Quattro in ogni sezione gli assi principali di lettura, che si concretizzano in altrettanti pannelli informativi. Questi assi mettono in luce l'impatto delle ferrovie e, insieme, la loro capacità di trasformazione. Oltre che mezzo di trasporto, il treno era ed è un dispositivo capace di mutare la percezione del tempo, ridefinire il concetto di distanza e ispirare nuove visioni del lavoro, dell'identità e della comunità.
L'esposizione, che si avvale di un Comitato scientifico formato dal professor Francesco Benigno (Scuola Normale Superiore, Pisa), dal professor Lorenzo Canova (Università degli Studi del Molise), dal professor Andrea Giuntini (già Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia) e dal professor Stefano Maggi (Università degli Studi di Siena), è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale.
Per tutta la durata dell'esposizione il team didattico del VIVE propone un ricco programma di attività rivolte a bambini, famiglie, utenti con esigenze specifiche scuole di ogni ordine e grado.
(Teleborsa) 19-12-2025 13:28