Notizie Teleborsa

Cgil: lavoratori con salari bassi in pensione sempre più tardi

News Image (Teleborsa) - L'aumento dei requisiti pensionistici previsto dal Governo all'articolo 43 della legge di Bilancio, attualmente in discussione, avrà ricadute ancora più pesanti su chi già oggi vive di lavoro povero. In Italia quasi un lavoratore su tre – oltre 5,1 milioni di persone, pari al 29% dei dipendenti privati – pur lavorando non riesce a farsi riconoscere un anno pieno di contributi, perché intrappolato in contratti brevi, part-time involontari e salari troppo bassi, al di sotto del minimale contributivo pari nel 2025 a 12.551. Si tratta soprattutto di donne e giovani, cioè proprio coloro che subiranno le conseguenze peggiori dell'aumento automatico dei requisiti legato all'aspettativa di vita. È quanto emerge da un'analisi dell'Osservatorio Previdenza della Cgil.

"La nostra analisi, basata sui dati dell'Osservatorio Inps sulle retribuzioni – spiega Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Cgil nazionale – dimostra che dal 2028 chi ha retribuzioni basse dovrà lavorare settimane e mesi in più solo per 'recuperare' l'incremento di tre mesi deciso da questo Esecutivo. Con 5mila euro annui, ad esempio, per ottenere i 3 mesi aggiuntivi previsti serviranno quasi 2 mesi di lavoro in più; nel 2040, per compensare l'ulteriore incremento, ne serviranno oltre 7; nel 2050 si arriverà a un anno e un mese di lavoro in più, perché ogni 20 mesi lavorati ne varranno solo 12 ai fini della pensione".

La simulazione evidenzia effetti rilevanti anche su redditi leggermente superiori. "Per chi percepisce 8mila euro l'anno – prosegue Cigna – i 3 mesi in più del 2028 significano circa un mese e una settimana aggiuntivi di lavoro; nel 2029, con l'aumento a 5 mesi, serviranno almeno altri due mesi; nel 2040, per recuperare i 13 mesi stimati di aumento, saranno necessari quasi 5 mesi di lavoro ulteriore; e nel 2050, con +23 mesi previsti, si dovranno aggiungere oltre 8 mesi di lavoro ai 13 mesi già stimati. Un meccanismo che rende la pensione sempre più lontana proprio per chi ha avuto una vita lavorativa determinata da bassi salari".

Per la segretaria confederale della Cgil, Lara Ghiglione "questo Governo aveva promesso agli italiani il superamento della legge Monti-Fornero e il blocco dell'adeguamento automatico dell'attesa di vita sui requisiti pensionistici dal 2027. Ma la realtà è ben diversa: l'articolo 43 della legge di Bilancio conferma l'aumento dei requisiti e si andrà in pensione più tardi, scaricando la sostenibilità del sistema su chi ha meno tutele e guadagna meno, spesso giovani e donne in part time".

Inoltre, la Cgil mette in guardia su un altro fenomeno gravissimo: il minimale contributivo è cresciuto del 16,5% dal 2022, molto più dei salari. "Questo significa – sottolinea Cigna – che, senza rinnovi dei contratti e senza aumenti che tengano almeno il passo con l'inflazione, anche chi lavora tutto l'anno rischia di perdere settimane di contributi utili. A retribuzione invariata, tra il 2023 e il 2026 un lavoratore può perdere 22 settimane, oltre 5 mesi e mezzo di pensione futura cancellati, pur avendo lavorato ogni singolo giorno".

"Siamo di fronte a una scelta politica che aggrava le disuguaglianze. La pensione non può diventare un privilegio per pochi. Chi ha svolto lavori più poveri, precari e pesanti deve poter andare in pensione prima, non dopo. Invece questo Governo fa l'esatto contrario. Anche per queste ragioni, venerdì prossimo, 12 dicembre, saremo in sciopero in tutta Italia per chiedere sanità pubblica, politiche industriali e occupazione stabile, salari dignitosi, pensioni giuste e una vera riforma del sistema previdenziale. A questo Governo chiediamo una cosa semplice: cambiare strada perché – conclude Ghiglione – non si può essere poveri mentre si lavora e ancora più poveri da pensionati, magari dopo aver lavorato una vita".

(Teleborsa) 10-12-2025 09:34


Borsa Italiana non ha responsabilità per il contenuto del sito a cui sta per accedere e non ha responsabilità per le informazioni contenute.

Accedendo a questo link, Borsa Italiana non intende sollecitare acquisti o offerte in alcun paese da parte di nessuno.


Sarai automaticamente diretto al link in cinque secondi.