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BCE, nel I trimestre balzo in avanti dei salari nell'Eurozona (+4,7%)

News Image (Teleborsa) - L'indice della Banca Centrale Europea che monitora l'andamento dei salari negoziati nell'area euro è salito del 4,7% (su base annua) nel primo trimestre. Rispetto al trimestre precedente si tratta di un'accelerazione pari al 4,5%. "Le pressioni salariali complessive si sono attenuate dal 2023. Allo stesso tempo, si prevede che la crescita salariale rimarrà elevata nel 2024 e mostrerà un profilo irregolare", si legge in un articolo pubblicato sul blog della BCE.

Questi valori all'apparenza smentirebbero le previsioni di alcuni economisti che indicano che è in corso una decelerazione o una stabilizzazione sul fronte dell'inflazione, mettendo in dubbio la possibilità che la Banca Centrale Europea possa decidere di allentare la presa sui tassi di interesse.

"Questi sviluppi – hanno però spiegato i due autori del documento –riflettono la natura scaglionata del processo di aggiustamento salariale in quanto i lavoratori continuano a recuperare le perdite salariali reali derivanti dagli shock dei prezzi del passato, nonché l'importante ruolo dei pagamenti una tantum in questo processo. Tali pagamenti una tantum sono anche all'origine dell'aumento della crescita dei salari negoziati nell'area dell'euro nel primo trimestre".

"Nel complesso – concludono i due analisti della BCE –, si prevede che la crescita delle retribuzioni negoziate rimanga elevata nel 2024, il che è in linea con la persistenza presa in considerazione nelle previsioni degli esperti dell'Eurosistema e riflette il processo pluriennale di aggiustamento salariale. Tuttavia, le pressioni salariali sembrano destinate a rallentare nel 2024. I dati BCE relativi ai primi mesi dell'anno, quando viene stipulata la maggior parte degli accordi, indicano che le pressioni salariali negoziate si stanno moderando".

Questo rialzo ha comunque sorpreso gli analisti. Frederik Ducrozet, Head of Macroeconomic Research di Pictet Wealth Management, ha sottolineato che la Germania è stata l'unico motore della tenuta dei salari, riflettendo l'effetto ritardato dei recenti accordi salariali che si sono aggiunti all'aumento dell'inflazione.

"In prospettiva – ha spiegato –, riteniamo che il processo di disinflazione sia ancora in corso e che i timori di una spirale salari-prezzi siano fuori luogo. Detto questo, date le preoccupazioni e gli sfasamenti dei dati salariali, è probabile che la BCE si muova inizialmente con una maggior lentezza prima di potersi dire certa che l'inflazione stia convergendo verso l'obiettivo nel medio termine. Prevediamo quindi che la BCE taglierà i tassi a giugno e farà una pausa a luglio, prima di riprendere il ciclo di allentamento a settembre".

(Teleborsa) 23-05-2024 15:59


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