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Schroders: Fed, l'inflazione vischiosa mette in discussione i tagli dei tassi - PAROLA AL MERCATO

di George Brown* (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 25 apr - La Federal Reserve tagliera' i tassi quest'anno? E' la domanda che ogni investitore si pone, dopo che l'inflazione core degli Stati Uniti, per il terzo mese consecutivo, ha sorpreso al rialzo a marzo. Attualmente i mercati dei future prevedono meno di due tagli dei tassi nel 2024, dopo averne scontati fino a sei o sette a gennaio. Il presidente della Fed, Jerome Powell, non si e' opposto al cambiamento delle aspettative di mercato.

Dopo i dati sull'inflazione di marzo, ha ammesso che 'probabilmente ci vorra' piu' tempo del previsto' prima che la banca centrale abbia la fiducia necessaria per iniziare ad allentare la sua politica.

Al momento, e' difficile dire se l'allentamento si materializzera' quest'anno. Eventuali tagli saranno subordinati all'esistenza di prove decisive che l'inflazione sta convergendo verso l'obiettivo. Cio' non solo richiedera' un indebolimento dell'inflazione sequenziale, ma dipendera' anche dal raggiungimento di un migliore equilibrio delle condizioni del mercato del lavoro.

Jackson Hole potrebbe rappresentare un punto di svolta? Un altro fattore che potrebbe ritardare eventuali tagli dei tassi e' una significativa escalation della situazione in Medio Oriente. Uno degli scenari di rischio ipotizzati nelle nostre ultime previsioni economiche riguardava lo scoppio di un conflitto nella regione, in grado di impattare sui Paesi occidentali.

Un simile scenario interromperebbe i principali canali di trasporto marittimo e la fornitura di petrolio, facendo aumentare i prezzi globali di energia e beni. Date le preoccupazioni per la rigidita' del mercato del lavoro e gli effetti di secondo impatto sui salari, le banche centrali potrebbero essere spinte a posticipare l'avvio di eventuali cicli di allentamento.

A parte questo rischio, e' improbabile che si registrino sufficienti progressi sia nei dati sull'inflazione sia nei dati sull'occupazione, tali da infondere al FOMC la fiducia necessaria per tagliare i tassi entro le riunioni di giugno o luglio. Potremmo vedere un numero di progressi sufficienti prima che il Comitato, che si occupa di fissare i tassi della Fed, si riunisca a settembre.

E' possibile che Powell getti le basi per un allentamento nel suo discorso programmatico in occasione del simposio di Jackson Hole ad agosto. Un taglio dei tassi a settembre avrebbe inoltre il vantaggio aggiuntivo di essere accompagnato da un 'dot plot' aggiornato, che il FOMC potrebbe utilizzare per trasmettere le proprie aspettative su tempistica e portata di un eventuale allentamento.

La nostra aspettativa e' che a cio' seguiranno altri due tagli, nelle riunioni di dicembre e marzo.

Tuttavia, crediamo che, in seguito, il comitato fara' fatica a giustificare ulteriori tagli dei tassi. A quel punto l'inflazione dovrebbe essere al livello target, mentre la disoccupazione probabilmente rimarra' bassa. Cio' significa che il FOMC avra' probabilmente raggiunto gli obiettivi del suo duplice mandato, di stabilita' dei prezzi e piena occupazione.

Questo ciclo di tre tagli fornirebbe un allentamento cumulativo di 75 punti base, la stessa entita' del 2019, che a sua volta era stata modellata sull'adeguamento di meta' ciclo effettuato a meta' degli anni Novanta.

Le elezioni americane potrebbero incidere su tempistica e portata dell'allentamento Ad ogni modo, la bilancia dei rischi e' chiaramente orientata verso meno tagli e piu' tardivi. Anche se l'evoluzione dei dati sara' il fattore determinante, non scartiamo la possibilita' che le elezioni del 5 novembre possano influenzare tempistica e portata di un eventuale allentamento.

Ad esempio, il FOMC potrebbe attendere fino alla riunione di dicembre per tagliare i tassi di 50 pb o mantenerli invariati, a seconda che si preveda o meno che l'esito elettorale abbia un impatto significativo sulle prospettive economiche.

Esiste anche una discreta probabilita' che il FOMC non allentera' affatto la politica monetaria quest'anno.

Attualmente attribuiamo una probabilita' del 40% a tale scenario; si tratta di un rischio che, a nostro giudizio, e' attualmente sottovalutato dal mercato. Inoltre, se l'inflazione iniziasse a riaccelerare, la prossima mossa del comitato potrebbe non essere un taglio, bensi' un rialzo.

*Senior US Economist, Schroders "Il contenuto delle notizie e delle informazioni trasmesse con il titolo "Parola al mercato" non puo' in alcun caso essere considerato una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento ne' raccomandazioni personalizzate a qualsiasi forma di finanziamento. Le analisi contenute nelle notizie trasmesse nella specifica rubrica sono elaborate dalla societa' a cui appartiene il soggetto espressamente indicato come autore.

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(RADIOCOR) 25-04-24 11:33:05 (0317) 5 NNNN

 


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