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Mirabaud AM: come posizionarsi sull'obbligazionario in caso di 'no landing' - PAROLA AL MERCATO

di Andrew Lake* (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 14 apr - Tra i temi principali su cui si sono concentrati gli investitori quest'anno troviamo indubbiamente al primo posto l'inflazione, seguita subito dopo dal cosiddetto "no-landing", ovvero lo scenario in cui l'economia continua a crescere mentre l'inflazione continua a diminuire. Oggi si ritiene che il 'no landing' si manifesterebbe come uno scenario "Goldilocks" o potenzialmente anche "Platinumlocks" (una versione ancora piu' ottimistica del Goldilocks), in cui si entra in un nuovo ciclo economico o si estende quello attuale, senza subire le conseguenze di una recessione nel breve o medio termine. Sostanzialmente, il 2024 diventa un'estensione del 2023.

I fattori principali che spingono verso un possibile scenario "no landing" sono i forti dati sull'occupazione che alimentano il potere di spesa dei consumatori. Negli Stati Uniti, e in misura piu' contenuta in Europa, i livelli di occupazione rimangono solidi, allontanando l'ipotesi di una recessione nel breve termine. Pertanto, finche' le persone avranno un lavoro e riceveranno gli stipendi, continueranno a spendere. Di conseguenza, osserviamo con attenzione i dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione e sull'inflazione salariale alla ricerca di segnali che indichino uno scenario "no landing".

Vantaggi per gli asset rischiosi Quando si parla di "no landing", si puo' ipotizzare che l'economia rimanga solida, o perlomeno non si indebolisca drasticamente. Se consideriamo gli Stati Uniti come la principale economia, in termini reali, cio' significherebbe che la Federal Reserve potrebbe permettersi di mantenere i tassi di interesse piu' alti piu' a lungo di quanto avrebbe potuto fare in un contesto di indebolimento dell'economia o di recessione. L'economia prevale sempre sull'inflazione, quindi, a meno che la prima non inizi a vacillare, non e' necessario tagliare i tassi in modo aggressivo. Un "no landing" e' quindi positivo per la propensione al rischio.

Ci aspettiamo che questo si traduca in maggiori investimenti in asset di rischio, come le azioni e le obbligazioni high yield, che in genere registrano performance migliori, perche' non c'e' una pressione significativa sugli utili o sull'ambiente operativo delle societa' sottostanti.

Al contrario, ci aspettiamo che una prospettiva di tassi piu' alti piu' a lungo crei ulteriori pressioni sugli asset sensibili ai tassi. Sebbene il mercato si sia ora allineato alla previsione di tre tagli dei tassi quest'anno negli USA, continua a prezzare ottimisticamente piu' tagli per il 2025, aumentando le pressioni sugli asset con duration piu' lunga nel medio termine qualora l'inflazione si stabilizzasse a un livello piu' alto (pensiamo al 2,5%-3%), o addirittura accelerasse nuovamente, date le condizioni finanziarie piu' allentate e la fiducia dei consumatori.

Uno scenario di "no landing" ha implicazioni anche per il dollaro USA. L'anno scorso il dollaro si e' notevolmente indebolito in risposta all'entusiasmo con cui i mercati avevano prezzato fino a sette tagli dei tassi negli USA nel 2024. E' interessante notare che, nonostante ora il mercato prezzi tre tagli, la debolezza del dollaro continua, e questo probabilmente e' attribuibile alla mancanza di certezza sulle tempistiche dei tagli in Europa e nel Regno Unito. Nel complesso, pero', ci aspettiamo che una stabilizzazione del dollaro piuttosto che un indebolimento Come posizionarsi in caso di "no landing" Nonostante uno scenario di recessione sembri ampiamente superato, un rallentamento piu' significativo della crescita rimane possibile. In questo momento l'economia si sta indebolendo, ma molto lentamente. Se gli asset di rischio ne trarranno vantaggio, il trade off sara' un'inflazione piu' elevata e una crescita solo moderata. E i tassi non dovranno essere tagliati in modo cosi' aggressivo, il che significa che le buone notizie potrebbero diventare cattive se il tanto atteso allentamento non si manifestera'. La domanda che ci si pone dunque e' se i tassi piu' alti piu' a lungo alla fine si tradurranno nella recessione che ci aspettiamo da due anni, oppure se saranno la nuova normalita'.

Per quanto riguarda l'obbligazionario, il settore high yield continua a offrire venti di coda nonostante il rally di novembre. La compressione delle obbligazioni CCC potrebbe continuare a dare buoni risultati nel breve termine, ma e' bene tenere a mente che non si tratta di una posizione priva di rischio queste societa' sono le piu' vulnerabili all'aumento dei tassi d'interesse quando si tratta di rifinanziarsi. Continuiamo a preferire il reddito cedolare e i crediti di buona qualita' a piu' breve scadenza, per i quali i requisiti di rifinanziamento appaiono chiari con un'opportunita' di rendimento del +6% in un anno.

Pertanto, in un contesto economico che accenna a una traiettoria positiva ma che rimane incerto, continuiamo a monitorare i dati sull'occupazione e sull'inflazione per capire come si evolvera' questo ciclo economico.

*Head of Fixed Income di Mirabaud Asset Management "Il contenuto delle notizie e delle informazioni trasmesse con il titolo "Parola al mercato" non puo' in alcun caso essere considerato una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento ne' raccomandazioni personalizzate a qualsiasi forma di finanziamento. Le analisi contenute nelle notizie trasmesse nella specifica rubrica sono elaborate dalla societa' a cui appartiene il soggetto espressamente indicato come autore.

L'agenzia di stampa Il Sole 24 Ore Radiocor declina ogni responsabilita' in ordine alla veridicita', accuratezza e completezza di tali analisi e invita quindi gli utenti a prendere atto con attenzione e la dovuta diligenza di quanto sopra dichiarato e rappresentato dalla societa'".

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(RADIOCOR) 14-04-24 11:17:01 (0203) 5 NNNN

 


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