I temporali di primavera portano i miti di maggio

maggio

È arrivata la primavera e, insieme a temperature più miti, giornate soleggiate e fiori che sbocciano, ci aspettiamo un’altro ricorrenza annuale: gli avvertimenti dei media finanziari secondo cui conviene liberarsi delle azioni prima dell’inerzia estiva sui mercati; vendere, cioè, a maggio. Tuttavia, secondo noi, quest’approccio è errato. La storia indica che i mercati non si muovono seguendo modelli stagionali e chi vende rischia di perdersi dei guadagni, pagando un caro prezzo, a nostro avviso, se ciò che si ricerca sono rendimenti pari a quelli azionari per finanziare i propri obiettivi a lungo termine.

La nozione che si debba “Vendere a maggio” è uno dei proverbi inglesi più antichi sui mercati, nonché uno dei miti più duri a morire, a nostro parere. Come tante altre fiabe, anche questa inizia con un fatto generale: in Inghilterra, agli albori del mercato, molti intermediari andavano in ferie d’estate, partendo a maggio e tornando dopo il St. Leger Stakes, una corsa di cavalli che si teneva a metà settembre. Mentre erano in vacanza, le contrattazioni erano ridotte al mimino, i mercati non erano particolarmente liquidi e si narra che le azioni soffrissero di depressione. Per questo il proverbio completo consiglia di vendere a maggio e andare in vacanza, per tornare solo dopo il giorno di St. Leger.

In base alla nostra esperienza, oggi come oggi sono pochi i professionisti che si prendono quattro mesi di ferie e l’estate difficilmente può essere considerata un periodo di illiquidità stagionale. Inoltre, molti sembrano dimenticare la parte del proverbio legata al giorno di St. Leger. In realtà esistono poche spiegazioni concrete su come mettere in atto la teoria del ‘vendere a maggio’. Dopo tutto, maggio ha 31 giorni. Bisogna vendere il primo giorno lavorativo del mese? O l’ultimo? O forse è meglio in un momento qualsiasi durante il mese? O magari basta partire direttamente l'ultimo giorno di aprile e lasciare perdere l’intero mese successivo? Quanto al rientro, non emerge nulla dalla nostra analisi dei media finanziari: la massima del giorno di St. Leger è stata del tutto dimenticata. Ad ogni modo, lo Stock Trader's Almanac americano, che ci sembra la fonte più citata, consiglia di aspettare fino a fine ottobre, spiegando che i rendimenti azionari negli USA tra maggio e ottobre sono inferiori rispetto a quelli del periodo tra novembre e aprile (in dollari USA).[i]

In primo luogo, maggio storicamente e in termini assoluti non è un mese negativo per i mercati azionari. L’indice MSCI World, che misura la performance delle azioni in 23 paesi sviluppati, segna in media un +0,87% nei 49 mesi di maggio completi dal lancio dell’indice nel 1969.[ii] Non è certo il mese migliore, ma nemmeno il peggiore. Ironicamente, il titolo di mese peggiore spetta a settembre, proprio il mese in cui secondo il vecchio proverbio bisogna rientrare.[iii]

Detto questo, i rendimenti dei mercati globali nel periodo maggio-ottobre sono inferiori rispetto a quelli del periodo novembre-aprile. Il rendimento medio dell’indice MSCI World tra il 30 aprile e il 31 ottobre è del 2,1%, decisamente inferiore rispetto al rendimento medio dell’11,9% del periodo 31 ottobre-30 aprile.[iv] Tuttavia, notiamo che il rendimento medio del periodo tra il 30 aprile e il 31 ottobre è positivo, come quello di maggio. Ciò sembra smentire, a nostro avviso, la nozione che valga la pena vendere a maggio. In realtà, in 32 dei 49 periodi di sei mesi tra il 30 aprile e il 31 ottobre, dal 1969 ad oggi vi sono stati dei rialzi, con una frequenza del 65% di rendimenti positivi. Ecco perché, molto spesso, chi ha venduto a maggio si è lasciato sfuggire dei guadagni.

Infine, anche se medie e mediane possono mostrare che il “periodo vendere a maggio”, chiamiamolo così, è inferiore rispetto al resto dell’anno, questi risultati dipendono anche da altre variabili. In altre parole, le medie non prevedono i rendimenti, a nostro parere. Durante il “periodo vendere a maggio”, i rendimenti spaziano da un minimo del -25,0% nel 2002 a un massimo del +30,5% nel 1980.[v] Se è vero che la maggior parte degli investitori vorrebbe perdersi il primo risultato, siamo certi che vorrà approfittare del secondo. Riassumendo, non è il calendario a dirci quale risultato sarà più probabile.

Anche se i broker andassero tutti in ferie, come facevano tanti anni fa, pensiamo che i mercati azionari siano troppo efficienti (ovvero troppo rapidi nell’assorbire e scontare informazioni note) da consentire che una tendenza ripetuta si protragga nel tempo. Se anche dovesse funzionare, gli investitori finirebbero per notare il successo della teoria “vendere a maggio” e inizierebbero a vendere ancora prima. Ecco che allora per approfittare dell’inerzia estiva occorrerebbe iniziare a vendere sempre prima e a un certo punto si finirebbe per dover vendere ad ottobre, perché mancano solo sette mesi a maggio.

Riteniamo che il detto “Vendere a maggio” sia un classico falso mito di mercato. Secondo noi, gli investitori che hanno bisogno di rendimenti di tipo azionario per alcuni o tutti i loro asset farebbero meglio a non ascoltare questi proverbi stagionali e a concentrarsi invece su fattori economici, politici e di sentiment, che a nostro parere tendono ad influire di più sui mercati.

 

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[i] Fonte: Global Financial Data, Inc., al 25/03/2019. Rendimenti dei prezzi dell’indice S&P 500, 1925-2019. Presentati in dollari USA. Le eventuali fluttuazioni di cambio tra dollaro ed euro possono portare a rendimenti maggiori o inferiori.

[ii] Fonte: FactSet, al 3/27/2019. Rendimento medio dell’indice MSCI World Index con dividendi netti nel mese di maggio tra 1969 e 2018.

[iii] Ibid. Rendimento medio dell’indice MSCI World Index con dividendi netti nel mese di settembre tra 1969 e 2018.

[iv] Ibid. Rendimenti medi dell’indice MSCI World con dividendi netti per i periodi 30 aprile-31 ottobre e 31 ottobre-30 aprile tra 1969 e 2018. La media è il punto in cui vi è un numero pari di osservazioni al di sopra e al di sotto del rendimento.

[v] Ibid. Rendimenti alti e bassi dell’indice MSCI World nei periodi 30 aprile- 31 ottobre tra 1969 e 2018.


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