Previsioni positive sugli sviluppi commerciali

di Fisher Investments Italia

Fisher_dicembre

Tra le tante notizie negative che abbiamo letto di recente durante le nostre analisi dei media, è facile che le poche positive passino inosservate. Tuttavia, sono numerosi i nuovi accordi commerciali in corso di definizione e prossimi al completamento, il che ci fa pensare che la generale mancanza di fiducia sui mercati non rifletta una realtà commerciale promettente.

È vero che non occorre un accordo commerciale per esportare verso una nazione partner o per importare da un altro stato. Queste decisioni vengono prese tra azienda e azienda o a livello di singoli consumatori. Tuttavia, le barriere commerciali erette tra le nazioni —come dazi doganali (ovvero tasse sui beni importati), quote o altri ostacoli simili— possono influire sulle decisioni dei consumatori e delle aziende, a causa dell’aumento dei costi e di altri problemi. Di conseguenza, riteniamo che accordi di libero scambio possano aiutare le aziende a condurre transazioni internazionali, oliando e rendendo più fluidi gli ingranaggi commerciali.

Anche se ci sembra che la maggior parte dei media ultimamente si concentri sui contrasti relativi ai dazi doganali tra America e Cina, in altre parti del mondo sono stati compiuti importanti passi avanti per ridurre le barriere commerciali. Gli accordi sottoscritti di recente dall’UE con il Canada e il Giappone offrono maggiori opportunità di espansione economica all’Europa. L’UE e il Canada hanno firmato l’accordo globale economico e commerciale UE-Canada (CETA, dall’acronimo inglese) nell’ottobre del 2016 dopo sette anni di trattative. Siamo ancora in attesa della ratifica completa dell’UE, ma l’accordo è già in vigore, in forma provvisoria, da settembre 2017. Il CETA ha eliminato il 98% dei dazi doganali esistenti tra UE e Canada e ci si aspetta che costituirà un grande incentivo per i commerci transatlantici tra le due parti nei prossimi anni.[i]

Mentre l’accordo con il Canada è di portata relativamente ridotta, nel luglio 2017 l’UE ha sottoscritto con il Giappone il più grande accordo commerciale del mondo, l’accordo di partenariato economico (APE) Giappone-UE, dopo quattro anni di negoziazioni. Pur non essendo ancora operativo perché in attesa dell’approvazione del Consiglio Europeo e del Parlamento, l’APE entrerà in vigore da marzo 2019. In seguito all’approvazione dell’accordo, l’UE eliminerà il 99% dei dazi sui prodotti giapponesi e il Giappone cancellerà il 94% dei dazi sui prodotti europei (mantenendo alcune protezioni per il settore agricolo). Ciò renderà più semplici i commerci tra le due parti, che costituiscono il 28% del PIL mondiale e il 40% del volume degli scambi commerciali mondiali (ovvero, la quantità di beni venduti, non il valore di tali beni).[ii]

Se ci basiamo sull’accordo commerciale tra la UE e la Corea del Sud, che è entrato in vigore in forma provvisoria a luglio 2011 ed è diventato pienamente efficace nel dicembre 2015, gli esportatori europei potranno ottenere guadagni significativi in futuro. Dal 2010 (l’ultimo anno completo prima dell’accordo) al 2017, le esportazioni annue di beni dell’UE verso la Corea del Sud sono passate da 28 a 50 miliardi di euro (con un incremento vicino all’80%), mentre le esportazioni di servizi dal 2010 al 2016 —anno a cui si riferiscono gli ultimi dati annuali disponibili— sono passate da 9 a 13 miliardi di euro (con un aumento superiore al 43%).[iii] Non pensiamo che tutto questo possa essere attribuito soltanto all’accordo commerciale, ma sicuramente ha avuto un ruolo rilevante all’interno dell’espansione economica mondiale in corso. Se e quando l’APE diventerà operativo saranno necessari diversi anni per implementare gradualmente la riduzione dei dazi doganali tra l’UE e il Giappone, quindi ci aspettiamo che l’impatto iniziale sarà limitato. Tuttavia, riteniamo che questo accordo sosterrà la crescita economica e aiuterà a combattere il dominante pessimismo protezionistico.

Crediamo inoltre che i rapporti commerciali dell’UE con l’America del Nord siano in generale migliori di quanto sostenuto dalla stampa finanziaria. Ad aprile, l’UE ha raggiunto un accordo per l’ampliamento del patto sottoscritto vent’anni fa con il Messico. I dettagli tecnici non sono ancora stati perfezionati, ma entrambe le parti si aspettano di concludere le trattative a fine anno, dopo due anni di colloqui. Se verrà approvato, beni e servizi ammontanti a circa 77 miliardi di euro ogni anno dovranno affrontare limitazioni e dazi doganali minori e questo incentiverà molto probabilmente il commercio transatlantico. L’ampliamento dell’accordo includerà anche il commercio digitale, i servizi finanziari e la protezione degli investimenti.[iv] Anche i colloqui commerciali con gli Stati Uniti stanno facendo progressi. L’UE e gli Stati Uniti hanno rilasciato una dichiarazione congiunta a luglio in cui dichiaravano di voler ridurre le barriere commerciali, evitando i dazi sulle automobili, con segnali di un accordo più ampio previsto per novembre. Anche se siamo ben lontani dal Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP, dall’acronimo inglese) —l’accordo di libero scambio tra UE e USA ora abbandonato in cui speravano i negoziatori—, una serie di accordi più piccoli, corrispondenti a buona parte di quanto previsto nel TTIP, possono essere più semplici da gestire.

Nel frattempo, in Asia l’UE si sta avvicinando alla conclusione di accordi di libero scambio con Singapore e il Vietnam. I negoziatori hanno completato ad aprile i testi dell’accordo commerciale e sugli investimenti tra UE e Singapore che ora, come l’APE, è in attesa dell’approvazione del Consiglio Europeo e del Parlamento e della ratifica degli stati membri prima di entrare in vigore. Il valore combinato del commercio di beni e servizi ammonta a circa 97 miliardi di euro annui e ci aspettiamo che questo dato aumenterà se l’accordo sarà approvato, considerando che abolirà quasi tutti i dazi doganali e i doppi adempimenti burocratici.[v] L’UE e il Vietnam hanno completato i testi dell’accordo a giugno. Se entrerà in vigore, l’accordo eliminerà oltre il 99% dei dazi doganali nel corso del prossimo decennio.[vi]

Inoltre, l’UE sta cercando attivamente di promuovere scambi commerciali con altre regioni. Per esempio, nell’area dell’Asia Pacifica continuano i colloqui con altre nazioni del sud-est asiatico, con l’Australia, la Nuova Zelanda e, non da ultima, la Cina. In America Latina, sono in corso incontri con il Mercosur (il mercato comune regionale costituito da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) e con il Cile. Infine, nell’intento di coinvolgere quante più parti possibile del mondo, l’UE sta negoziando accordi anche in Africa, Medio Oriente e con il resto dell’Europa.

Accanto ai progressi e agli sforzi compiuti dall’UE, gli Stati Uniti hanno appena firmato accordi commerciali con la Corea del Sud e i partner nordamericani, Canada e Messico. Anche se questi accordi sono ancora in attesa dell’approvazione del Congresso, secondo noi offrono comunque chiari segnali sulla direzione intrapresa dalla politica statunitense. Nonostante la dura retorica statunitense sui commerci e le minacce di dazi doganali, queste azioni ci suggeriscono l’idea che il protezionismo non possa essere l’obiettivo reale. Piuttosto, ci sembra che sia uno strumento utilizzato sia per fini politici che per fini economici: da un lato, il presidente Trump cerca così di ingraziarsi gli elettori e, dall’altro, le dichiarazioni aggressive finiscono per incoraggiare gli accordi di libero scambio. Tutto questo, a nostro parere, dimostra che molte nazioni non danno per scontati i rapporti commerciali, bensì cercano di rafforzarli, aiutando sia la crescita mondiale che i mercati. Riteniamo quindi che le opinioni negative sui commerci possano essere messe in discussione.

Fisher Investments Italia, il nome commerciale della succursale italiana di Fisher Investments Europe Limited, è iscritta con il n°130 ne “l’Elenco delle Imprese di Investimento comunitarie con succursale” tenuto dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (“Consob”), ed è iscritta presso il Registro delle Imprese di Parma (numero d’iscrizione 02749990343) e la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Parma (Numero REA 263835). Fisher Investments Europe Limited è autorizzata e regolamentata dalla UK Financial Conduct Authority (numero FCA 191609), ed iscritta in Inghilterra (numero società 3850593). Fisher Investments Europe Limited ha sede legale al 2nd Floor, 6-10 Whitfield Street, Londra, W1T 2RE, Regno Unito.

Fisher Investments Europe Limited delega le attività di gestione patrimoniale alla sua società madre, Fisher Asset Management, LLC, che opera con il nome Fisher Investments, è stabilita negli USA, ed è regolamentata dalla US Securities and Exchange Commission.

Investire nei mercati azionari comporta il rischio di perdita e non è possibile garantire che il capitale investito, in tutto o in parte, possa essere rimborsato. Le performance passate non garantiscono, né sono indicatori affidabili di performance future. Il valore degli investimenti, e i relativi rendimenti, sono soggetti alle fluttuazioni dei mercati azionari mondiali e dei tassi di cambio internazionali.

 


[i] “EU-Canada Comprehensive Economic and Trade Agreement [CETA, Accordo globale economico e commerciale tra UE e Canada]”, Commissione Europea, settembre 2017.

[ii] “A New EU Trade Agreement with Japan [Un nuovo accordo commerciale tra l’UE e il Giappone]”, Commissione Europea, luglio 2018.

[iii] “South Korea – Trade” [Corea del Sud - Relazioni commerciali], Commissione Europea, 16/4/2018.

[iv] “EU-Mexico Trade Agreement” [Accordo commerciale UE-Messico], Commissione Europea, aprile 2018.

[v] “EU-Singapore Free Trade and Investment Protection Agreements” [Accordi di libero scambio e di protezione degli investimenti tra UE e Singapore], Commissione Europea, aprile 2018.

[vi] “EU and Vietnam Finalise Trade and Investment Discussions” (Colloqui volti alla finalizzazione dell’accordo di libero scambio e sugli investimenti tra UE e Vietnam], Commissione Europea, 26/6/2018.

Previsioni positive sugli sviluppi commerciali


Borsa Italiana non ha responsabilità per il contenuto del sito a cui sta per accedere e non ha responsabilità per le informazioni contenute.

Accedendo a questo link, Borsa Italiana non intende sollecitare acquisti o offerte in alcun paese da parte di nessuno.


Sarai automaticamente diretto al link in cinque secondi.