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Fisher Investments Italia esamina la risposta azionaria alla crisi energetica europea

In base alle ricerche di Fisher Investments Italia, i mercati sono lungimiranti e in grado di adattarsi. Dal nostro punto di vista, la reazione del mercato azionario alla crisi energetica europea in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia alla fine di febbraio 2022 illustra molto bene il loro funzionamento. Riteniamo che comprendere questa loro caratteristica possa essere utile per gli investitori.

Come esempio della lungimiranza dei mercati, si consideri che l’indice MSCI European Monetary Union (EMU) ha raggiunto il picco il 5 gennaio 2022, quasi due mesi prima dell’inizio del conflitto russo-ucraino.  Già prima dell’invasione molti osservatori che contribuiscono alle pubblicazioni finanziarie analizzate da Fisher Investments Italia discutevano dei rischi per l’approvvigionamento energetico globale, via via che la Russia riduceva i flussi di gas naturale verso l’Europa e ammassava truppe al confine con l’Ucraina. Questo si è aggiunto ai prezzi già elevati legati alla scarsa produzione di energia eolica nell’autunno del 2021.  La nostra analisi suggerisce che i mercati hanno scontato i rischi di approvvigionamento legati alla Russia, poiché il greggio Brent è schizzato da 70 dollari al barile a dicembre a 100 dollari alla vigilia della guerra. 

Le opinioni e le speculazioni sulle intenzioni della Russia nei confronti dell’Ucraina - e sulle potenziali conseguenze economiche per l’Europa e il resto del mondo - si sono diffuse a macchia d’olio tra i commentatori seguiti da Fisher Investments Italia. Non crediamo sia una coincidenza che con l’accentuarsi dell’incertezza i titoli dell’Eurozona siano scesi del 12,5% dai massimi di inizio gennaio al giorno dell’invasione.  A quel punto si trattava di una correzione, ovvero di un netto calo trainato dal sentiment e compreso tra il 10% e il 20%. Se le tensioni si fossero allentate in quel momento forse il ribasso sarebbe terminato lì. Ma non è possibile dimostrare le congetture, e i movimenti a breve termine possono verificarsi per qualunque ragione o senza alcun motivo.

Tuttavia, dopo la reazione preliminare del mercato alla vigilia del conflitto, riteniamo che le azioni europee abbiano scontato un impatto economico di maggiore portata, poiché la Russia ha tagliato le forniture energetiche in risposta alle sanzioni dell’UE. Molte testate finanziarie analizzate da Fisher Investments Italia hanno segnalato che una crisi energetica avrebbe causato una profonda recessione (contrazione economica generalizzata). Ritenevamo inoltre che i mercati europei avessero scontato rapidamente questa possibilità. L’indice MSCI EMU è entrato in territorio ribassista (un calo tipicamente prolungato e dovuto ai fondamentali superiore al 20%) l’8 marzo, quando il Brent è volato a 133 dollari in seguito ai timori iniziali che le sanzioni dell’Occidente potessero escludere completamente il petrolio russo dai mercati globali. 

Secondo le nostre osservazioni, durante l’estate e all’inizio dell’autunno sono aumentati gli interrogativi sull’approvvigionamento di gas naturale in Europa. I prezzi del gas Dutch TTF - il benchmark europeo - sono balzati a 339 €/MWh il 26 agosto, da 89 euro prima dell’invasione, dopo che la Russia ha tagliato i flussi verso l’Europa.  Gli economisti che seguiamo sostenevano che le carenze e il razionamento avrebbero fatto chiudere definitivamente i battenti alle fabbriche in tutto il continente.  I timori per l’approvvigionamento energetico, l’inflazione e i tassi d’interesse hanno alimentato le previsioni di recessione pubblicate dai periodici finanziari che monitoravamo. Secondo Fisher Investments Italia, scontando questa possibilità l’indice MSCI EMU ha ceduto il 24,8% il 29 settembre dal picco di inizio gennaio.  Alla fine dell’anno scorso, in seguito al calo del mercato, un sondaggio del Conference Board ha mostrato che il 99% dei CEO prevedeva una recessione in Europa nel 2023.  

Dal loro minimo, tuttavia, le azioni dell’Eurozona sono salite del 25,2% sino a fine gennaio.  Con il diminuire dell’incertezza, la realtà che si delineava si è rivelata meno cupa di quanto paventato da molti.  Sul fronte energetico, il petrolio russo ha trovato acquirenti in India e Cina, attenuando l’impatto delle sanzioni dell’Occidente e permettendo di mantenere la domanda e l’offerta globale piuttosto equilibrata.  I livelli di stoccaggio di gas in Europa - che fa sempre più affidamento sulle forniture non russe - sono rimasti al di sopra del livello di capacità obiettivo dell’80% da agosto.  Per quanto riguarda la recessione, gli economisti seguiti da Fisher Investments Italia hanno rivisto al rialzo le loro stime sul prodotto interno lordo (PIL, produzione economica stimata dal governo), poiché le condizioni economiche non appaiono così deboli come stimato in precedenza.  Il PIL dell’Eurozona nel T4 è cresciuto dello 0,1% su base trimestrale, superando le stime di consenso che prevedevano una contrazione.  Tenuto conto dell’inflazione, la produzione manifatturiera della zona Euro ha raggiunto i massimi storici a settembre e ha continuato a crescere su base annua fino a novembre, secondo gli ultimi dati disponibili ad oggi.  A nostro avviso il mercato azionario, capace di guardare al futuro, ha anticipato questi sviluppi.

Le analisi dei mercati condotte da Fisher Investments Italia hanno rilevato che le persone, messe di fronte a scenari (e costi) potenziali spaventosi, hanno saputo adeguarsi. Ad esempio, grazie anche in parte alle infrastrutture costruite rapidamente dall’Europa per soddisfare il proprio fabbisogno energetico senza fare affidamento sulle forniture russe, i prezzi del gas Dutch TTF sono scesi a 57 euro per MWh, ben al di sotto dei livelli precedenti l’invasione.  Questo miglioramento e altri sviluppi analoghi sembrano suggerire che vi siano crescenti probabilità che l’economia dell’Eurozona possa evitare la recessione. Dal nostro punto di vista, i segnali di prezzo del mercato hanno trainato gli sforzi di adattamento dell’Europa, scongiurando gli scenari peggiori. Non sappiamo se la fine di settembre abbia rappresentato il punto di minimo del mercato ribassista, ma siamo dell’avviso che a questo punto il mercato azionario, capace di guardare al futuro, si sia fatto un’idea piuttosto precisa della probabile portata di una recessione economica.

Le nostre ricerche mostrano che le azioni si muovono prima che i dati confermino un miglioramento (o peggioramento) dell’economia maggiore del previsto. Secondo l'esperienza di Fisher Investments Italia, le azioni tengono conto di un orizzonte temporale di circa 3-30 mesi, più vicino al breve periodo, quando sviluppi importanti e inattesi che interessano l’economia globale (ad es. pandemie e conflitti su vasta scala) offuscano le prospettive a lungo termine. Tuttavia, man mano che tali eventi vengono scontati nei prezzi e l’incertezza iniziale si affievolisce, pensiamo che le azioni siano in grado di guardare oltre, verso l’ipotesi più estrema di come la realtà possa conformarsi a quanto riflesso dai mercati.

Sulla base delle sue ricerche Fisher Investments Italia ritiene che per gli investitori sia utile monitorare quali fattori influiscano sul mercato e perché. A nostro avviso, i mercati non vedono gli sviluppi come positivi o negativi, ma soppesano la portata di sorpresa positiva o negativa nell’immediato futuro rispetto a quanto hanno già scontato.

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Fisher Investments Italia è la denominazione commerciale utilizzata dalla succursale di Fisher Investments Ireland Limited operante in Italia (“Fisher Investments Italia”). Fisher Investments Ireland Limited, una società a responsabilità limitata costituita in Irlanda, è iscritta, insieme alla sua denominazione commerciale Fisher Investments Europe, al Companies Registration Office (""Registro delle imprese"") irlandese con i numeri 623847 e 629724. Fisher Investments Europe è regolamentata dalla Banca Centrale d’Irlanda e ha sede legale presso: 2 George’s Dock, 1st Floor, Dublin 1, D01 H2T6 Irlanda Fisher Investments Europe affida una parte degli aspetti dell’attività giornaliera di consulenza di investimento e gestione di portafoglio e delle funzioni di trading alle proprie affiliate. 
Il presente documento contiene le opinioni generali di Fisher Investments Europe e non deve essere considerato alla stregua di una consulenza personalizzata in materia di investimento o di natura fiscale, né tantomeno come un riflesso delle performance dei clienti. Non è possibile garantire che Fisher Investments Europe manterrà queste opinioni, che potrebbero cambiare in qualsiasi momento in base a nuove informazioni, analisi o riconsiderazioni. Nulla nel presente deve essere inteso come una raccomandazione o una previsione delle condizioni di mercato. Al contrario, è da intendersi come l’illustrazione di una tesi. Le condizioni di mercato attuali e quelle future potrebbero presentare numerose differenze rispetto a quelle qui illustrate. Inoltre, non si forniscono garanzie in merito all’esattezza delle ipotesi formulate negli esempi qui presenti.

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i   Fonte: FactSet, al 06/02/2023. Rendimento dell’indice MSCI EMU con dividendi netti, al 05/01/2022.
ii  Fonte: FactSet e WindEurope, al 14/02/2023
iii Fonte: FactSet, al 06/02/2023. Greggio Brent al barile (in dollari), dal 20/12/2021 al 23/02/2022.
iv Fonte: FactSet, al 06/02/2023. Rendimento dell’indice MSCI EMU con dividendi netti, dal 05/01/2022 al 24/02/2022.
Fonte: FactSet, al 06/02/2023. Rendimento dell’indice MSCI EMU con dividendi netti e greggio Brent al barile (in dollari), dal 05/01/2022 all’08/03/2022. “Is the EU     Ready for Life Without Russian Diesel?” Ashutosh Pandey, Deutsche Welle, 03/02/2023.
vi Fonte: FactSet, al 06/02/2023. Dutch TTF, 26/08/2022.
vii “Europe May See Forced De-Industrialization as Result of Energy Crisis,” Irina Slav, OilPrice.com, 03/11/2022.
vii Fonte: FactSet, al 06/02/2023. Rendimento dell’MSCI EMU con dividendi netti, dal 05/01/2022 al 29/09/2022.
ix “CEO Confidence Falls Deeper Into Negative Territory in Q4 2022,” Redazione, The Conference Board, 20/10/2022.
Fonte: FactSet, al 06/02/2023. Rendimento dell’MSCI EMU con dividendi netti, dal 29/09/2022 al 03/02/2023.
xi “Europe Has Avoided Energy Collapse. But Is the Crisis Over?” David McHugh, Associated Press, 10/01/2023.
xii “Is the EU Ready for Life Without Russian Diesel?” Ashutosh Pandey, Deutsche Welle, 03/02/2023.
xiii Fonte: Commissione Europea, al 06/02/2023. Percentuale di gas fornita all’Europa dalla Russia e da altri Paesi, da gennaio 2019 a novembre 2022. “How Much of Europe’s Gas Storage Is Full?” Redazione, Reuters, 31/12/2022.
xiv  Fonte: FactSet, al 06/02/2023. Sulla base delle stime storiche del PIL dell’Eurozona.
xv   Fonte: FactSet, al 06/02/2023. PIL dell’Eurozona, T4 2022.
xvi  Fonte: FactSet, al 06/02/2023. Produzione manifatturiera dell’Eurozona, novembre 2022.
xvii Fonte: FactSet, al 06/02/2023. Dutch TTF, 06/02/2023. “Whisper It, but Europe Is Winning the Energy War With Putin,” Charlie Cooper, Politico, 13/01/2023.



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