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La recensione di Fisher Investments Italia sull'impatto dell'emotività sulla spesa dei consumatori



Un’idea diffusa nelle pubblicazioni finanziarie recensite da Fisher Investments Italia è che le azioni dei consumatori siano dettate dai loro stati d’animo; il che suggerisce che le emozioni possono avere implicazioni economiche più ampie. Molti considerano quindi le indagini sul sentiment o sulla fiducia come indicatori del futuro comportamento dei consumatori. E, di conseguenza, come indicatori dell’attività economica e delle vendite future per le aziende quotate in borsa. Tuttavia, in base alle ricerche di Fisher Investments Italia, tali indagini non sono indicatori affidabili dell’attività economica. Gli stati d’animo, a quanto pare, sono volubili.

Pensare che gli stati d’animo siano in grado di predire i comportamenti futuri potrebbe sembrare logico. Una persona insoddisfatta della propria situazione finanziaria o preoccupata per le condizioni economiche generali potrebbe infatti essere più propensa a risparmiare piuttosto che a spendere. Eppure, secondo le recensioni di Fisher Investments Italia sul comportamento degli investitori, le emozioni umane possono cambiare rapidamente. Per esempio, una persona che oggi si dice preoccupata per la propria situazione finanziaria, domani potrebbe vedere in saldo un articolo che desidera fortemente. Alla fine deciderà di acquistarlo, convinta che si tratti di un ottimo affare: in questo caso, il prezzo più basso ha prevalso sullo stato d’animo.

In base alla nostra esperienza, accade spesso che i consumatori si dicano pessimisti sullo stato generale dell’economia, magari influenzati dal tono delle notizie o da un recente crollo del mercato azionario, ma siano molto più positivi sulla loro situazione personale. La maggiore familiarità comporta una maggiore fiducia nella propria situazione personale piuttosto che nel concetto astratto di economia generale. In questo caso, è probabile che la propria situazione personale incida maggiormente sul comportamento rispetto alla situazione complessiva e meno familiare.

Un modo per dimostrare la mancanza di connessione tra il modo in cui le persone dicono di sentirsi e il modo in cui spendono consiste nel confrontare l’allineamento tra i sondaggi sul sentiment dei consumatori e gli indicatori di spesa. Se tra umore e comportamento ci fosse un legame robusto, Fisher Investments Italia si aspetterebbe di osservare un calo della spesa quando il sentiment è pessimista e viceversa. Tuttavia, come emerge dai grafici da 1 a 3, la realtà è molto più complessa.

Vediamo come le vendite al dettaglio dell’Eurozona si allineano con l’indice economico Sentix, un’indagine molto seguita che aggrega le valutazioni degli intervistati sulla situazione attuale e le loro aspettative economiche. Si osservano, alla fine degli anni 2010, serie in cui le vendite nell’Eurozona sono diminuite mentre l’indice Sentix era in aumento. Inoltre, il Sentix è stato negativo per gran parte degli ultimi tre anni, eppure le vendite al dettaglio non sono scese ininterrottamente per tutto questo periodo.

Figura 1: Vendite al dettaglio nell’Eurozona e indice economico Sentix

Fonte: FactSet, al 14/04/2025. Asse Y delle vendite al dettaglio troncato a 3,0 e -3,0 a causa di estremi legati ai lockdown che renderebbero il grafico incomprensibile.

La società di ricerca GfK elabora un’indagine sulla fiducia dei consumatori nel Regno Unito. Come nell’Eurozona, l’indicatore di fiducia dei consumatori di GfK si è indebolito negli ultimi tre anni e rimane ben lontano dai massimi del 2021, ma questo non ha dissuaso i consumatori britannici dal fare acquisti. (Figura 2)

Figura 2: Vendite al dettaglio nel Regno Unito e indice della fiducia dei consumatori di Gfk

Fonte: FactSet, al 14/04/2025. Asse Y delle vendite al dettaglio troncato a 4,0 e -4,0 a causa di estremi legati ai lockdown che renderebbero il grafico incomprensibile.

Forse ancora più illustrativo, secondo Fisher Investments Italia, è il modo in cui la spesa per consumi personali statunitense (PCE, la misura più ampia della spesa statunitense) si allinea con l’indagine, ampiamente seguita, sul sentiment dei consumatori dell’Università del Michigan. La spesa dei consumatori statunitensi è aumentata costantemente nonostante i consumatori abbiano dichiarato di essere più pessimisti sulla situazione economica negli ultimi cinque anni.

Figura 3: PCE statunitense e Indice del sentiment dei consumatori dell’Università del Michigan

Fonte: FactSet, al 14/04/2025. Asse Y della spesa dei consumatori troncato a 3,0% e -3,0% a causa di estremi legati ai lockdown che renderebbero il grafico incomprensibile.

A nostro avviso, gli investitori farebbero meglio a non considerare gli stati d’animo dei consumatori come un indicatore del futuro stato di salute dell’economia. La nostra ricerca, oltre a rivelare che gli stati d’animo sono poco indicativi dei comportamenti futuri, ha rilevato che la spesa dei consumatori è generalmente stabile. Le famiglie tendono ad acquistare i beni di prima necessità (alloggio, sanità, servizi pubblici) a prescindere dal contesto economico. In tempi difficili, gli acquisti discrezionali sono solitamente i primi a essere eliminati, il che rende tali indagini una risposta alle condizioni economiche, non una causa. Con questo non vogliamo dire che tali sondaggi siano del tutto inutili. In base alle recensioni di Fisher Investments Italia sulle serie di dati più diffuse, essi servono a segnalare il sentiment economico e degli investitori prevalente. Pur non essendo perfetti o completi, riteniamo che i sondaggi offrano qualche spunto.

Gli investitori dovrebbero tenere conto di ciò quando i media suggeriscono che l’umore dei consumatori può ostacolare o aumentare la spesa, influenzando così l'economia in generale. Sapere su cosa concentrarsi e cosa invece mettere da parte può aiutare gli investitori nell’analisi delle opportunità di investimento.

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