Investire nell’oro

img-2Questa materia prima può brillare nel tuo portafoglio?

L’oro è stato accumulato come un tesoro per migliaia di anni. Usato come denaro, per gioielli e per elementi decorativi, questo metallo brillante è diventato un sinonimo di lusso e prosperità. Tuttavia, pur riconoscendone il notevole significato culturale, l’oro (o peraltro qualsiasi altra materia prima) è un buon investimento?

Certi investitori sono convinti che i metalli preziosi, quali oro e argento, siano rifugi sicuri e affidabili nei periodi di turbolenza del mercato. L’oro, in particolare, è generalmente considerato una copertura efficace contro il rischio di inflazione e, più in generale, un modo per diversificare e stabilizzare un portafoglio di investimenti quando il mercato è volatile. Quest’ipotesi porta alcuni a investire in oro fisico, derivati quali futures e opzioni, o ETF (fondi negoziati in borsa) che seguono il prezzo dell’oro.

Ma l’oro è stato all’altezza della sua reputazione? A nostro parere, la storia della performance dell’oro non sostiene i motivi più diffusi per investire in oro fisico, derivati o ETF basati sull’oro.

 

Ken Fisher esamina se l’oro è un buon investimento

Considerando i recenti picchi del prezzo dell’oro, Ken Fisher, celebre investitore e fondatore del gruppo di società Fisher, si chiede se l’oro sia o meno un buon investimento.

https://www.youtube.com/watch?v=rZnadlCprBg

Se non sei in grado di formulare previsioni relative all’oro abbastanza esatte da giustificarne la presenza nel tuo portafoglio, continua a leggere per comprendere meglio il suo valore reale nei portafogli degli investimenti e stabilire se l’oro o altre materie prime ti possono essere utili per raggiungere i tuoi obiettivi di investimento. Considerando che, secondo certi investitori, l’oro è il “re delle materie prime,” analizzeremo i benefici potenziali delle materie prime, prendendo l’oro come il nostro esempio principale.

 

Che cosa attira gli investitori verso i metalli preziosi e le materie prime?

I metalli preziosi sono stati usati per la gioielleria e per realizzare elementi decorativi praticamente fin dalle civiltà umane più antiche. Con il tempo, questi metalli rari e brillanti sono arrivati ad essere considerati come una riserva di valore, vale a dire come denaro. L’oro è stato utilizzato come valuta per gran parte degli ultimi 2.000 anni ed è stato irrimediabilmente associato a ricchezza e stabilità. Più recentemente, all’oro è stato direttamente associato il valore della cartamoneta. In molti paesi, per gran parte degli ultimi 150 anni, si potevano scambiare banconote con l’oro a un tasso prestabilito, quello che veniva chiamato il “sistema aureo”.

Gli investitori gravitano anche a favore di altre materie prime, quali il rame, il petrolio o il legname, in considerazione della loro natura tangibile. Alcuni investitori sono attirati dall’idea di investire in beni fisici, che si possono vedere e toccare.

Per quasi tutte le materie prime, le variazioni dei prezzi sono trainate dal rapporto tra offerta e domanda. Quanto più scarseggiano, tanto più si è disposti a pagare per averle, e viceversa. È da notare che l’offerta di oro è piuttosto stabile: l’oro non viene “consumato” come il gas naturale o il legname, e nuove esplorazioni minerarie limitate non aumentano in misura rilevante l’offerta di oro da un anno all’altro. La domanda dei metalli preziosi, tuttavia, è trainata principalmente dal sentiment degli investitori e da speculazioni che possono determinare una volatilità del prezzo nel breve termine. Certe materie prime, in particolare quelle destinate ad applicazioni industriali o commerciali quali il rame e il petrolio, negli ultimi anni sono state oggetto di eccessi di forniture a livello mondiale che fanno scendere i prezzi.

L’associazione storica dell’oro al valore e il suo richiamo emotivo possono rendere difficile per gli investitori distinguere tra il suo valore effettivo e quello simbolico. Di conseguenza, chi sceglie di investire in oro spesso finisce per concentrarsi sulla storia del metallo giallo e le sue caratteristiche fisiche, trascurandone l’evoluzione di lungo termine, dai rendimenti relativamente bassi.

 

Combattere i cali del mercato con la diversificazione

Certi investitori sono convinti che i prezzi dell’oro salgano quando le azioni scendono, e viceversa. In realtà l’oro attraversa cicli di forti rialzi e ribassi e questi eventi non si contrappongono sempre ai movimenti delle azioni. Dal 1975, l’oro non ha evidenziato un rapporto inverso consistente con le azioni mondiali, dimostrando di non essere un elemento di diversificazione affidabile. Se pensi quindi di investire in oro o in altri metalli preziosi a fini di diversificazione e per proteggere il tuo portafoglio durante cali del mercato azionario, i risultati potrebbero essere deludenti.

Altri ritengono che l’oro protegga dalla volatilità del mercato azionario. L’oro ha avuto periodi in cui la performance del prezzo è stata relativamente stabile dal 1973 (come si può vedere nella Figura 1), ma ha anche attraversato periodi di volatilità. Dopo il picco del 1980, ci sono voluti 25 anni perché tornasse al massimo precedente. Se investi in oro, puoi sostenere così a lungo risultati negativi?

Figura 1: Alti e bassi dell’oro

grf1

Fonte: Global Financial Data, dati al 12/08/2019. Prezzo spot dell’oro-London PM Fixing, giornaliero, 30/11/1973–21/07/2020. Dati espressi in EUR.

La storia recente l’oro non ha evidenziato un’assenza significativa e costante di volatilità, per cui è difficile continuare a sostenere che un investimento in oro potrebbe contribuire a mitigare gli effetti negativi sul proprio portafoglio dei cali del mercato. L’argento, spesso considerato il cugino più a buon mercato dell’oro, evidenzia andamenti alti e bassi simili, l’ultimo dei quali nel 2011.

 

Irrobustire i rendimenti del portafoglio

Se l’oro non protegge efficacemente dalla volatilità del mercato azionario, che cosa si può dire dei suoi rendimenti e del valore intrinseco nel lungo termine?

Il passo successivo per gli investitori è esaminare se l’oro è un asset con un valore fondamentale maggiore, che premia con rendimenti più elevati la necessità di sostenere una maggiore volatilità. Nel lungo termine, i rendimenti annualizzati delle azioni sono stati decisamente superiori a quelli del metallo giallo. Il periodo moderno dell’investimento in oro è iniziato quando nel 1973 si è cominciato a poter trattare liberamente negli Stati Uniti. Da gennaio 1970 alla fine del 2019, il rendimento annualizzato delle azioni mondiali è stato dell’8,6%. Nello stesso periodo di tempo, il rendimento annualizzato dell'oro è stato del 5,9%. Inoltre, i rendimenti annualizzati dell’oro sono stati notevolmente inferiori anche a quelli dei titoli di Stato italiani a 10 anni.

Figura 2: Performance nel lungo termine di asset (rendimenti annualizzati)

grf2

Fonte: Global Financial Data, dati al 12/08/2019. Dati espressi in EUR.

 

Se il prezzo dell’oro non è fondamentalmente meno volatile e disporre di questo materiale prezioso non è più redditizio del possesso di azioni, in realtà non vi è alcun motivo per ritenerlo un eventuale rifugio sicuro dalla volatilità del mercato azionario.

 

Protezione dall’inflazione

La pubblicità vanta spesso la protezione dall’aumento dei prezzi come un motivo per investire in oro. Tuttavia, come abbiamo visto, con una storia di performance volatile e inferiore al nominale, l’oro non è la materia prima di copertura dall’inflazione nel breve termine prevista da molti. In effetti la ricerca di economisti statunitensi del National Bureau of Economic Research e della Duke University ha riscontrato che la volatilità dell’oro ha protetto efficacemente da aumenti dei prezzi solo in archi di tempo degli investimenti misurati in secoli.[i]

In conclusione, per avere successo nel lungo termine gli investitori farebbero meglio a considerare l’oro per quello che è realmente: una materia prima, un metallo brillante che protegge limitatamente gli investitori dall’inflazione o dalla volatilità, e con scarse prospettive di rendimenti medi relativi superiori.

 

Fisher Investments Italia è la denominazione commerciale utilizzata dalla succursale di Fisher Investments Ireland Limited operante in Italia (“Fisher Investments Italia”). Fisher Investments Italia è iscritta con il n° 182 nell'“Elenco delle Imprese di Investimento autorizzate in altri Stati UE con succursale in Italia”, tenuto dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (“Consob”), e al Registro delle Imprese di Parma (numero di iscrizione e codice fiscale: 97838750152; partita IVA: 02903080345; numero REA: PR-276048).

Il presente documento contiene le opinioni generali di Fisher Investments Italia e Fisher Investments Europe e non deve essere considerato alla stregua di una consulenza personalizzata in materia di investimento o di natura fiscale, né tantomeno come un riflesso delle performance dei clienti. Non è possibile garantire che Fisher Investments Italia o Fisher Investments Europe manterrà queste opinioni, che potrebbero cambiare in qualsiasi momento in base a nuove informazioni, analisi o riconsiderazioni. Nulla nel presente deve essere inteso come una raccomandazione o una previsione delle condizioni di mercato. Al contrario, è da intendersi come l’illustrazione di una tesi. Le condizioni di mercato attuali e quelle future potrebbero presentare numerose differenze rispetto a quelle qui illustrate. Inoltre, non si forniscono garanzie in merito all'accuratezza delle ipotesi formulate negli esempi qui presenti. L’investimento nei mercati finanziari comporta il rischio di perdita e non è possibile garantire il rimborso totale o parziale del capitale investito. Le performance passate non sono una garanzia né un indicatore affidabile di performance future. Il valore degli investimenti e i relativi rendimenti sono soggetti alle fluttuazioni dei mercati finanziari mondiali e dei tassi di cambio internazionali.



[i] Claude B. Erb and Campbell R. Harvey. “The Golden Dilemma.” NBER Working Paper No. 18706, Copyright gennaio 2013.


Borsa Italiana non ha responsabilità per il contenuto del sito a cui sta per accedere e non ha responsabilità per le informazioni contenute.

Accedendo a questo link, Borsa Italiana non intende sollecitare acquisti o offerte in alcun paese da parte di nessuno.


Sarai automaticamente diretto al link in cinque secondi.