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Il valore delle previsioni economiche per gli investimenti, secondo Fisher Investments Italia

img Tra le pubblicazioni finanziarie seguite dagli analisti di Fisher Investments Italia, le prospettive economiche delle organizzazioni di rilievo ricevono spesso un’attenzione e un controllo significativi. Gli osservatori dei mercati finanziari analizzano nel dettaglio le previsioni di istituzioni che vanno dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) alla Banca di Inghilterra (BoE), con l’obiettivo di valutare la crescita economica futura a livello nazionale o globale. A nostro avviso, queste previsioni sono rilevanti per gli investitori. Il loro valore è tuttavia inferiore a quanto affermato dalle previsioni, e ha piuttosto a che fare col modo in cui queste influenzano e contribuiscono a modellare il sentiment.

Secondo le nostre ricerche, pur adoperandosi al meglio e nonostante le loro conoscenze, gli esperti sono riusciti a prevedere con precisione la crescita economica solo sporadicamente. Ad esempio, a gennaio 2020 il FMI ha previsto una crescita del prodotto interno lordo (PIL, un indicatore della produzione economica fornito dal governo) globale del 3,3% per tale anno – non mettendo in conto la serie di lockdown imposti dai diversi Stati (e le relative ricadute economiche) in risposta al COVID tra febbraio e marzo.[i] Un anno dopo, il FMI ha stimato una contrazione del PIL globale del 3,5% per il 2020.[ii]

Oggi riconosciamo che la flessione senza precedenti causata dalle misure di contenimento nel 2020 rappresenta un esempio estremo e probabilmente è stata un’anomalia. Ma anche prima delle pandemia, le organizzazioni economiche faticavano a prevedere la direzione della congiuntura economica. Nelle prospettive dell’autunno 2011, la Commissione Europea ha pronosticato una crescita annua del PIL dell’Eurozona dello 0,5% nel 2012.[iii] Tuttavia, il quarto trimestre del 2011 ha visto l’inizio di una recessione regionale (un calo generalizzato dell’attività economica) che è durata fino al primo trimestre del 2013, causando una contrazione del PIL dell’Eurozona dello 0,2% nel 2012.[iv] Riteniamo che valga la pena tenere a mente questa storia mentre le organizzazioni sono intente a condividere le loro prospettive economiche in un contesto post-COVID. I risultati effettivi potrebbero non corrispondere alle loro previsioni. 

Inoltre, gli esperti modificano spesso le loro prospettive sulla base degli ultimi dati pubblicati. Nel 2019 il FMI ha ridotto la sua stima di crescita del PIL globale per l’intero anno dal 3,5% di gennaio al 3,0% di ottobre.[v] Cos’era cambiato? I dati economici si erano indeboliti nelle principali economie, il che è stato attribuito alla debolezza dell’industria pesante da molte pubblicazioni finanziarie che seguiamo all’interno di Fisher Investments Italia. Gli indicatori del settore manifatturiero tedesco, italiano e statunitense avevano registrato flessioni e i sondaggi tra le aziende manifatturiere cinesi riportavano dati contrastanti.[vi] I volumi degli scambi commerciali mondiali erano diminuiti su base annua per gran parte dell’anno.[vii] Il PIL tedesco era sceso dello 0,5% trimestre su trimestre nel secondo trimestre.[viii] I dati del Regno Unito raccontavano una storia molto simile dieci anni fa. La Banca d’Inghilterra aveva rivisto al ribasso le sue previsioni economiche nell’agosto 2012, notando che la domanda esterna e interna si erano indebolite – come confermato dai dati più recenti.[ix] Secondo le stime dell’Office for National Statistics, il PIL britannico era sceso dello 0,7% su base trimestrale nel secondo trimestre.[x] Le ultime indagini sulle aziende indicavano una contrazione.[xi] Le vendite al dettaglio avevano deluso e le esportazioni britanniche si erano indebolite nella prima metà dell’anno.[xii]

Nella nostra esperienza, le organizzazioni nazionali e sovranazionali prendono in conto anche i dati e le prospettive pubblicate dalle proprie omologhe nelle loro valutazioni macroeconomiche. Quindi, non solo gli esperti di previsioni seguono i dati, ma è anche vero che le loro previsioni riflettono altre opinioni e stime ampiamente discusse. Tuttavia, la maggior parte di questi input riflette gli avvenimenti più recenti – e noi riteniamo che i dati retrospettivi non siano particolarmente utili nel rivelare ciò che accadrà in futuro.

Siamo dell’avviso che le previsioni abbiano un’utilità per gli investitori, ma come indicatore dell’attuale clima generale. Ci dicono quello che queste organizzazioni vedono e ciò di cui si preoccupano (e non), il che a nostro avviso riflette e allo stesso tempo influenza le aspettative. Non è difficile vedere come queste previsioni stiano plasmando il sentiment quest’anno. Il World Economic Outlook pubblicato lo scorso gennaio dal FMI stima che il PIL globale crescerà del 4,4% nel 2022 – in calo del 4,9% rispetto alla stima del rapporto di ottobre 2021.[xiii] Una serie di notizie che abbiamo esaminato si concentravano sugli ostacoli. Il Guardian ha sottolineato che “l’inflazione e Omicron intaccheranno la crescita mondiale nel 2022, stando al FMI” mentre CNBC ha annunciato che “l’FMI ha tagliato le stime di crescita globale per il 2022 con l’attenuarsi della ripresa negli USA e in Cina”. Reuters ha pubblicato che “il FMI ha ridotto le previsioni di crescita di Stati Uniti, Cina e del mondo, a fronte della diffusione della variante Omicron”. Le discussioni sulle previsioni del FMI – e sui presunti ostacoli ampiamente dibattuti – suggerisce che molti si aspettano una crescita economica globale più debole quest’anno. Ciò ha contribuito al clima sottotono riscontrato nelle analisi finanziarie che abbiamo letto – e probabilmente ha anche ridotto l’effetto sorpresa del rallentamento della crescita.  

Pensiamo che ciò sia rilevante per gli investitori perché, stando alle analisi di Fisher Investments Italia, le azioni si muovono soprattutto quando realtà e aspettative non sono allineate. Se le aspettative sono basse, è più facile che la realtà sorprenda gli investitori in positivo. Per contro, in caso di aspettative elevate, è più difficile che la realtà sia all’altezza di tali speranze – il che può dar luogo a delusioni. Le previsioni congiunturali ampiamente discusse possono servire da indicatore del livello delle aspettative, aiutando a valutare il sentiment generale.

 

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Fisher Investments Italia è la denominazione commerciale utilizzata dalla succursale di Fisher Investments Ireland Limited operante in Italia (“Fisher Investments Italia”). Fisher Investments Italia è iscritta con il n° 182 nell'“Elenco delle Imprese di Investimento autorizzate in altri Stati UE con succursale in Italia”, tenuto dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (“Consob”), e al Registro delle Imprese di Parma (numero di iscrizione e codice fiscale: 97838750152; partita IVA: 02903080345; numero REA: PR-276048).

 

Il presente documento contiene le opinioni generali di Fisher Investments Italia e Fisher Investments Europe e non deve essere considerato alla stregua di una consulenza personalizzata in materia di investimento o di natura fiscale, né tantomeno come un riflesso delle performance dei clienti. Non è possibile garantire che Fisher Investments Italia o Fisher Investments Europe manterrà queste opinioni, che potrebbero cambiare in qualsiasi momento in base a nuove informazioni, analisi o riconsiderazioni. Nulla nel presente deve essere inteso come una raccomandazione o una previsione delle condizioni di mercato. Al contrario, è da intendersi come l’illustrazione di una tesi. Le condizioni di mercato attuali e quelle future potrebbero presentare numerose differenze rispetto a quelle qui illustrate. Inoltre, non si forniscono garanzie in merito all'accuratezza delle ipotesi formulate negli esempi qui presenti. L’investimento nei mercati finanziari comporta il rischio di perdita e non è possibile garantire il rimborso totale o parziale del capitale investito. Le performance passate non sono una garanzia né un indicatore affidabile di performance future. Il valore degli investimenti e i relativi rendimenti sono soggetti alle fluttuazioni dei mercati finanziari mondiali e dei tassi di cambio internazionali.


[i] “Tentative Stabilization, Sluggish Recovery?”, FMI, gennaio 2020.

[ii] “Policy Support and Vaccines Expected to Lift Activity”, FMI, gennaio 2021.

[iii] “Previsioni economiche europee – Autunno 2011”, Commissione europea, novembre 2011.

[iv] Fonte: FactSet, al 16/02/2022. PIL dell’Eurozona, dal 4° trim. 2011 al 1° trim. 2013.

[v] “A Weakening Global Expansion”, FMI, gennaio 2019 e “Global Manufacturing Downturn, Rising Trade Barriers”, FMI, ottobre 2019.

[vi] Fonte: FactSet, al 16/02/2022. Sulla base della produzione manifatturiera tedesca, italiana e statunitense, gennaio-settembre 2019 e dell’indice dei direttori degli acquisti manifatturiero (Pmi) ufficiale cinese, gennaio-settembre 2019. I Pmi sono indagini mensili sulle aziende in cui valori al di sopra di 50 indicano un’espansione generalizzata, mentre un dato al di sotto di 50 suggerisce una contrazione.

[vii] Fonte: Analisi del CPB Netherlands Bureau for Economic Policy al 16/02/2022. Volume degli scambi mondiali, da gennaio a settembre 2019.

[viii] Fonte: FactSet, al 16/02/2022.

[ix] “Inflation Report: August 2012”, BoE, agosto 2012.

[x] “Britain Sinks Far Deeper Into Recession Than Forecast”, David Milliken e Olesya Dmitracova, Reuters, 25/07/2012.

[xi] “UK Manufacturing Figures Deal Hammer Blow to Recovery Hopes”, Josephine Moulds, The Guardian, 01/08/2012.

[xii] “UK Retail Sales Let Down by Weather and Lack of Jubilee Bound”, Josephine Moulds e Dan Milmo, The Guardian, 19/07/2012, e FactSet, al 16/02/2022. Esportazioni britanniche, variazione trimestre su trimestre, primo e secondo trimestre 2012.

[xiii] “Rising Caseloads, A Disrupted Recovery, and Higher Inflation”, FMI, gennaio 2022, e “Recovery During a Pandemic”, FMI, ottobre 2021.


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