Cosa fare quando la volatilità colpisce

Di Fisher Investments Italia

eurozone2La volatilità del mercato è tornata a far parlare di sé a inizio 2018, una bella differenza rispetto alla calma relativa del 2017. I mercati azionari USA hanno ceduto oltre il 10% in 10 giorni di contrattazioni, se misurati in dollari statunitensi—sfondando ufficialmente la soglia della correzione.[i] I mercati dell’eurozona non si sono fatti attendere. Che cosa deve fare un investitore a lungo termine quando la volatilità arriva, improvvisa e brutale? Secondo noi, la cosa migliore che possano fare gli investitori, per garantire il successo dei propri investimenti, è mantenere la calma ed evitare reazioni avventate.  

Correzione o Orso?

La volatilità è normale. I mercati Toro tendono a subire numerose correzioni (drastici e improvvisi cali del 10%/20% trainati dal sentiment) e cali meno accentuati. Tuttavia, esse non impediscono ai mercati azionari di risalire nel corso di un mercato Toro. Partecipare a questi movimenti non dovrebbe ostacolare gli investitori nella loro corsa verso i propri obiettivi d’investimento. Pensiamo che cercare di evitarli sia a volte più deleterio.

Le correzioni sono molto diverse dai mercati Orso, i quali sono invece declini prolungati, trainati dai fondamentali, di almeno il 20%. I mercati Orso in genere iniziano in sordina, illudendo gli investitori con un falso senso di sicurezza, mentre le azioni iniziano a scontare i fattori che portano al deterioramento dei fondamentali (ovvero una recessione incombente). I danni peggiori tendono a manifestarsi nella terza e ultima parte del mercato Orso, quindi, se gli investitori sono in grado di identificarlo rapidamente, avranno il tempo di apportare le necessarie modifiche. Al contrario, poiché le correzioni sono trainate dal sentiment, crediamo che nessuno le possa prevedere correttamente. Ecco perché pensiamo che la mossa migliore sia cavalcarle.   

Mantenere la calma

Reagire alla volatilità vendendo immediatamente potrebbe farci sentire bene, ma crediamo che sia una decisione rischiosa. È naturale voler “fare qualcosa” quando i mercati sono volatili. Agire consente di pensare di avere un certo controllo durante un periodo d’incertezza, e di infondere una certa sicurezza. Tuttavia, potrebbe anche essere pericoloso e potenzialmente dannoso per il portafoglio. Se si vende all’inizio dei ribassi, le perdite sono certe. Molte volte, però, le correzioni compiono rimbalzi drastici, proprio come il calo che hanno portato. Il rimbalzo punisce chi ha venduto, che non può sfruttare la possibilità di partecipare alla ripresa del mercato. Inoltre, uscire (e poi rientrare) dal mercato comporta costi e spese. In parole povere, la tempistica deve essere perfetta per poter veramente sopravvivere a una correzione. Non conosciamo nessuno in questo settore, né gestori patrimoniali, né gestori di hedge fund, né analisti, né guru dei media, nessuno con una reputazione di aver ripetutamente previsto correttamente le correzioni.

Per quanto sia difficile, pensiamo che la cosa migliore da fare sia non fare niente. Durante il mercato Toro del 2003 – 2007 ci sono state due correzioni, eppure le azioni globali hanno reso il 102,8%.[ii] Prima dell’inizio della volatilità quest’anno, l’indice MSCI World aveva subito due correzioni dalla sua nascita il 9 marzo 2009, pur rendendo comunque il 299,9% nello stesso periodo.[iii] Le azioni possono generare la crescita ricercata dagli investitori a lungo termine, ma per questo occorre cogliere i rendimenti dei mercati Toro. Troppi investitori si lasciano spaventare dai mercati azionari quando ci sono correzioni, detengono cash, e si perdono i rimbalzi nei titoli e la loro continua ripresa. Perdere queste opportunità è molto costoso.

Mai dimenticare gli obiettivi di lungo termine

Quando la volatilità colpisce e iniziate a chiedervi se non sia il caso di fare cambiamenti in portafoglio, ricordate perché avete delle azioni. Storicamente, le azioni sono sempre state il miglior strumento d'investimento per chi cerca crescita a lungo termine. Se il vostro denaro serve a fornirvi liquidità per 10, 20, 30 anni o più a lungo, è possibile che dobbiate investire una parte cospicua del portafoglio in azioni. Tuttavia, questi guadagni a lungo termine hanno un costo: potreste dover sopportare molta spiacevole volatilità nel breve termine. La vostra pazienza e i vostri nervi saranno messi a dura prova, ma ricordate: i rendimenti dei mercati Toro includono tutti quei cali, quelle vendite consistenti e quelle correzioni. Non c’è niente di semplice nell’investire, ma se rispettate la vostra disciplina quando i mercati vivono turbolenze e i media iniziano a raccontare storie dell’orrore, il vostro portafoglio avrà molte più chance di generare i rendimenti di cui avete bisogno.

Se vi viene voglia di fare qualcosa durante periodi di volatilità, fate la cosa giusta e non lasciatevi abbindolare dal caos intorno a voi. Non andate a consultare il vostro conto ogni giorno, per vedere ogni minima mossa quotidiana. Non ascoltate le notizie, che tendono a parlare solo degli eventi più roboanti e spaventosi, senza contesto e senza sfumature. Non vi stiamo dicendo di andare in letargo in una grotta fino alla fine della volatilità, ma a meno che non abbiate un motivo fondamentale per non restare investiti in azioni (ovvero se vedete che si sta formando un mercato Orso), pensiamo che, qualora i vostri obiettivi necessitino rendimenti azionari, vi convenga conservare la vostra esposizione al mercato azionario.. 



[i] Fonte: FactSet, al 15/02/2018. Indice del rendimento totale S&P 500, 26/01/2018 - 08/02/2018.

[ii] Fonte: FactSet, al 15/02/2018. Rendimento dell’indice MSCI World con dividendi netti in euro, 12/03/2003 – 15/06/2007. 

[iii] Fonte: Ibid. Rendimento dell’indice MSCI World con dividendi netti in euro, 09/03/2009 – 23/01/2018.

 

Investire in titoli finanziari comporta il rischio di perdita e non è possibile garantire che il capitale investito, in tutto o in parte, possa essere recuperato. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Il valore degli investimenti e il reddito derivato subiscono fluttuazioni in linea con l’andamento dei mercati azionari e dei tassi di cambio internazionali.

 

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