L’economia tedesca non ha finito la benzina

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Il prodotto interno lordo (PIL, stima generata dal governo della produzione economica nazionale) della Germania si è leggermente ripreso nel 2º trimestre. Inoltre, la Bundesbank ha messo in guardia sul fatto che nel 3º trimestre “potrebbe continuare a scendere leggermente”, fomentando i timori di recessione di cui leggiamo regolarmente sui siti di notizie finanziarie.[i] Pensiamo però che, a ben guardare, larghe sacche dell’economia continuino ad andare bene.           

La produzione tedesca di auto ha toccato il fondo quest’anno e molti opinionisti che seguiamo si sono messi a proclamare la fine del motore produttivo dell’eurozona. Per girare il coltello nella piaga, a luglio gli ordinativi delle fabbriche tedesche sono calati del 5,3% anno su anno, 12º mese consecutivo di cali anno su anno.[ii] Una parte del calo nella manifattura tedesca è interno (ad esempio, le nuove regole dello scorso anno sulle emissioni hanno penalizzato la produzione di auto), ma un’ampia parte è dovuta a fattori esterni:[iii] quando, ad esempio, le autorità di controllo cinesi lo scorso anno hanno fatto un giro di vite sul finanziamento non bancario, l’ampio settore privato del paese è stato colpito, penalizzando la domanda di beni tedeschi, comprese auto e macchine industriali.[iv] Anche il cambiamento di data della Brexit ha peggiorato le cose. Le esportazioni tedesche verso il Regno Unito sono scese del 14,7% anno su anno nel secondo trimestre, dopo un aumento del 5,8% nel primo trimestre.[v] In caso di un’ulteriore proroga della Brexit, la situazione dovrebbe essere la stessa nel terzo e nel quarto trimestre. Tuttavia, anche se la manifattura sembra far crollare l’intera economia tedesca, ciò non vuol dire che la situazione sia del tutto compromessa o che la debolezza continuerà in eterno. Le misure di stimolo cinese iniziano a fare effetto e anche se la Brexit resta un ostacolo, non lo sarà per sempre. D’altro canto, l’economia tedesca ruota molto intorno ai servizi; la manifattura ne rappresenta circa un quarto, di cui il settore dell’auto costituisce circa la metà.[vi]

Il PIL tedesco del secondo trimestre rispecchiava una produzione industriale in calo, ma è anche servito a mostrare perché una profonda recessione non è imminente. Il PIL ha ceduto lo 0,1% trimestre su trimestre, trainato verso il basso dalla frenata delle esportazioni (-1,3%), che segnano il peggior risultato da sei anni a questa parte.[vii] Eppure, i fattori trainanti della domanda interna per il settore privato in Germania hanno continuato a dare un contributo positivo alla crescita. La spesa delle famiglie nel secondo trimestre (oltre la metà del PIL) ha segnato un +0,1% trimestre su trimestre, malgrado un drastico rallentamento rispetto al +0,8% del primo trimestre.[viii] Non è certo una cavalcata, ma la spesa tedesca per i consumi aumenta. Nel frattempo, l’investimento fisso del settore privato è salito dello 0,6% trimestre su trimestre per macchinari e attrezzature e dell’1,0% per “altri prodotti”, tra cui ricerca e sviluppo.[ix] L’unico segno negativo viene dall’edilizia: anche se questo dato è bastato a portare gli investimenti aziendali totali in territorio negativo, secondo noi non indica una debolezza diffusa. Come fa notare il rapporto, il calo trimestrale nell’edilizia è stato probabilmente causato dal tempo clemente di inizio anno, che ha fatto avanzare rapidamente le costruzioni nel primo trimestre. Tutto sommato, la domanda del settore privato (spesa delle famiglie, investimenti delle aziende e costruzione) nel secondo trimestre è aumentata dello 0,1% e rappresenta meglio il cuore dell’attività economica tedesca, a nostro avviso.[x]

Inoltre, l’indice PMI dei servizi tedesco (i servizi rappresentano oltre la metà del PIL) mostra una crescita costante nel terzo trimestre e i nuovi ordinativi indicano espansione.[xi] La maggior parte delle società tedesche di servizi vede un’espansione nella propria attività. Anche se i problemi del settore industriale tedesco catturano l’attenzione, il settore dei servizi sembra andare bene.

Non escludiamo una flessione dell’economia nel terzo trimestre, che corrisponderebbe alla popolare definizione di recessione (due trimestri consecutivi di calo del PIL). Ciononostante, i fondamentali non sono tutto: crediamo che per i mercati sia essenziale il modo in cui dati influenzano il sentiment. Gli indicatori di sentiment ZEW, IFO e Sentix per la Germania mostrano tutti una fiducia nell’economia estremamente bassa per consumatori, aziende e investitori, ad apparente riprova delle aspettative di recessione. Il livello di sentiment di agosto raccolto da ZEW era ai minimi dal 2011, quando la Germania entrava in recessione.[xii] Il sondaggio IFO di agosto sul clima aziendale ha riportato quasi gli stessi numeri catastrofici del 2012, nel bel mezzo della recessione.[xiii] L'indicatore di sentiment degli investitori Sentix per agosto ha dipinto un quadro persino peggiore. Si legge nel rapporto: “In Germania, l’indice generale è addirittura sceso sotto i minimi di ottobre 2009. Una recessione in Germania è inevitabile”.[xiv] Ebbene, noi critichiamo l’aggettivo “inevitabile”, ma non importa, perché sappiamo che l’elemento sorpresa è ciò che conta per i mercati, i quali, sempre lungimiranti, molto probabilmente hanno già scontato queste voci di recessione.

Forse il PIL tedesco si sta indebolendo ma a noi sembra un evento passeggero e legato specificamente all’industria e riteniamo che la più grande economia europea stia molto meglio di quanto non si percepisca. Per gli investitori, una realtà sottovalutata dovrebbe essere oro per il mercato toro, dato che un sentiment depresso abbassa l’asticella per i mercati.

 

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[i] “Germany’s Central Bank Warns of Possible Recession,” Staff, Deutsche Welle, 19/8/2019. https://www.dw.com/en/germanys-central-bank-warns-of-possible-recession/a-50082585

[ii] Fonte: FactSet, al 09/09/2019. Ordinativi industriali tedeschi, agosto 2018 – luglio 2019.

[iii] “German Economy Shrinks Amid Auto Woes, Trade Concerns,” Staff, Associated Press, 14/8/2019. https://www.autoblog.com/2019/08/14/german-economy-auto-woes/

[iv] “German Recession Fears After Big Decline in Industrial Production,” Phillip Inman, The Guardian, 7/8/2019. https://www.theguardian.com/world/2019/aug/07/german-industrial-production-suffers-amid-us-china-tension

[v] Fonte: FactSet, al 09/09/2019. Esportazioni tedesche verso il Regno Unito, primo trimestre 2019 – secondo trimestre 2019.

[vi] Fonte: Ufficio federale tedesco di statistica e Statista, al 2/8/2019. Gross value added by industries and gross value added of the German automobile industry, 2018. https://www.statista.com/topics/3202/automobile-industry-in-germany/

[vii] Fonte: Ufficio federale tedesco di statistica, al 27/08/2019. PIL ed esportazioni, secondo trimestre 2019.

[viii] Ibid. Spesa finale delle famiglie per i consumi, primo trimestre 2019 – secondo trimestre 2019.

[ix] Ibid. Investimenti fissi lordi in macchinari e attrezzature ed altri prodotti, secondo trimestre 2019.

[x] Ibid. Contributo totale della spesa finale delle famiglie per i consumi e degli investimenti fissi lordi, secondo trimestre 2019.

[xi] Fonte: IHS Markit, al 04/09/2019. PMI dei servizi tedesco, agosto 2019.

[xii] Fonte: FactSet, al 06/09/2019. Sentiment economico ZEW, novembre 2011 – agosto 2019.

[xiii] Ibid. Sondaggio IFO delle aziende, novembre 2012 – agosto 2019.

[xiv] “Downturn Gains Speed,” Staff, Sentix, 4/8/2019. https://www.sentix.de/index.php/en/sentix-Economic-News/downturn-gains-speed.html


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