Come interpretare i dati economici di questa primavera ed estate

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Nella primavera del 2020, in tutta Europa i dati economici segnavano i minimi assoluti per la forte contrazione causata dai lockdown. Le vendite al dettaglio, la produzione industriale, le esportazioni e il prodotto interno lordo (PIL, una misura elaborata dal governo della produzione economica di un Paese) hanno subito cali record in tutta l’Eurozona.[i] Molti parametri hanno recuperato buona parte del terreno perduto, ma i problemi dello scorso anno non smettono ancora di pesare sulle proiezioni di crescita. I risultati economici, che molti Paesi misurano su base annua, stanno per risentire pesantemente del crollo dello scorso anno. A nostro avviso, gli investitori che comprendono queste dinamiche avranno una visione più chiara dei fondamentali economici, il che consentirà loro di prendere decisioni più ponderate.

La maggior parte dei Paesi presenta i dati economici in tre forme diverse: tasso di crescita mensile, trimestrale e annuale. Il dato mese per mese indica la variazione percentuale da un mese a quello successivo, di solito destagionalizzata da fattori come il meteo e le vacanze. Quello su base trimestrale funziona allo stesso modo: mostra la variazione percentuale da un trimestre solare a quello successivo. Questi parametri sono spesso i più immediati nel mostrare i cambiamenti di tendenza, ma presentano anche una certa variabilità che può trarre in inganno. Per esempio, durante l’espansione economica dell’Eurozona durata dalla fine del 1° trimestre 2013 al 4° trimestre 2019, le vendite al dettaglio sono scese 33 volte su base mensile, anche se il PIL ha continuato a crescere complessivamente.[ii] Pertanto, molti osservatori si avvalgono dei calcoli anno su anno (la variazione percentuale tra un dato mese e lo stesso mese dell’anno precedente, ad esempio la variazione percentuale da marzo 2020 a marzo 2021) per diminuire la variabilità a breve termine. Su base annua, le vendite al dettaglio dell’Eurozona sono scese solo sei volte durante lo stesso periodo.[iii]

Per quanto utili, i dati anno per anno non ci sembrano di per sé più precisi di quelli mese per mese. In altre parole, riteniamo che scartare un risultato negativo su base mensile solo perché il dato su base annuale resta positivo non rappresenti la scelta più accurata. Questo succede perché i risultati anno su anno incorporano dati più vecchi, che possono favorire distorsioni dovute a un fenomeno noto come “effetto base”. Il termine si riferisce al denominatore nel calcolo anno su anno, la base del calcolo. Fattori temporanei che abbiano fatto aumentare o diminuire sensibilmente i risultati dell’anno precedente possono creare grande volatilità nel denominatore quando si calcolano i risultati di un anno, con il rischio di forti oscillazioni del tasso di crescita anche se non intervengono variazioni importanti su base mensile.

A nostro avviso, è probabile che ciò accada a breve. La Figura 1 mostra le vendite al dettaglio nell’Eurozona, utilizzando il livello dell’indice di Eurostat (a scala base 100 nel 2015). Come si può vedere, lo scorso marzo l’indice è crollato e lo scorso aprile ha toccato il suo minimo durante la pandemia, per poi risalire. La seconda ondata dell’emergenza sanitaria dello scorso autunno e inverno ha causato un nuovo calo delle vendite al dettaglio, sebbene meno acuto di quello della prima ondata, facendo segnare a gennaio una contrazione del -5,9% a/a (l’ultima data disponibile presa in considerazione).[iv]

 

Figura 1: Livello delle vendite al dettaglio nell’Eurozona

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Fonte: FactSet, al 09/03/2021. Indice delle vendite al dettaglio nell’Eurozona, destagionalizzato, da gennaio 2020 agennaio 2021.

 

La Figura 2 è una rappresentazione ipotetica di come i risultati dello scorso anno potrebbero causare forti oscillazioni nei numeri di questa primavera ed estate rispetto all’anno precedente. La linea blu scuro ipotizza un livello delle vendite al dettaglio fermo al livello di gennaio per tutto l’anno, secondo noi un risultato poco probabile, ma comunque una base di riferimento. Ciò dimostra che sebbene il livello delle vendite al dettaglio sia rimasto invariato per tutto l’anno, questa primavera registreremo importanti incrementi su base annua, seguiti da cali considerevoli più avanti durante l’estate; ciò perché le vendite sono crollate durante le chiusure di un anno fa, per poi rimbalzare solo temporaneamente alla riapertura dei negozi quando i consumatori sono potuti tornare ad acquistare.

 

Figura 2: Un esempio ipotetico di distorsione dovuta all’effetto base

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Fonte: FactSet e dipartimento di Ricerca di Fisher Investments, al 09/03/2021. Variazione percentuale anno su anno dell’indice delle vendite al dettaglio nell’Eurozona, destagionalizzato, da gennaio 2020 a gennaio 2021. I calcoli ipotetici nel periodo da febbraio 2021 a dicembre 2021 presuppongono che i risultati delle vendite al dettaglio di gennaio 2021 si ripetano tutto l’anno, per poi calcolare la variazione percentuale rispetto allo stesso mese del 2020.

 

A nostro avviso, la lezione che gli investitori possono ricavarne è quella di non prendere alla lettera i dati anno su anno che verranno rilasciati nei prossimi mesi. Il nostro suggerimento è di non eccedere nell’ottimismo per risultati fortemente positivi, ma neanche lasciarsi andare ad un eccessivo pessimismo di fronte a flessioni di rilievo. L’approccio migliore consiste nel confrontare i risultati anno su anno con quelli mese su mese, cercare le distorsioni dovute all’effetto base e ricordare che la variabilità dei dati mensili rientra nella normalità e nelle previsioni. Ciò, a nostro avviso, non deve rappresentare un fattore in grado di determinare significativamente l’umore degli investitori.

 

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[i] Fonte: FactSet, al 09/03/2021.

[ii] Ibid.

[iii] Ibid.

[iv] Ibid.


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