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Come Fisher Investments Italia affronta la volatilità negativa

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La volatilità negativa, ossia una netta e repentina flessione di mercato, è un fenomeno piuttosto comune, anche negli anni migliori. Tuttavia, secondo l’esperienza di Fisher Investments Italia si tratta di un fenomeno capace di disorientare gli investitori. Quando la volatilità negativa colpisce il mercato azionario, cosa dovrebbero (o non dovrebbero) fare gli investitori? Molto spesso, la risposta più corretta è anche la più difficile: non fare nulla! Infatti, sebbene possiate sentirvi a disagio quando il mercato scende, è importante tenere a mente che la volatilità negativa è spesso temporanea e per gli investitori con obiettivi a lungo termine reagire impulsivamente potrebbe rivelarsi controproducente.

 

Nonostante la volatilità salga di frequente, a giudicare dalle nostre analisi non segue nessun percorso prestabilito, non è strettamente collegata alle notizie dei media e non è prevedibile. Nei primi quattro mesi di quest’anno abbiamo assistito a tensioni nel Congresso degli Stati Uniti, nuove ondate della pandemia, una crescita inflazionistica e proposte di inasprimenti fiscali. Eppure i mercati non sono apparsi preoccupati, almeno stando al numero di oscillazioni al ribasso di ampiezza superiore al -1% registrate durante il calo, attestatosi sotto la media per l’indice MSCI World (Figura 1). Da inizio anno fino ad aprile, si sono registrate soltanto sette flessioni  ma i dati giornalieri risalgono solo al 1980 per questo indice. Tuttavia, lo stesso vale se prendiamo come indicatore i prezzi giornalieri in dollari USA dell’indice S&P 500 americano degli ultimi 93 anni (Figura 2). Fino al 30 aprile, le giornate di contrazione superiore al -1% sono state soltanto sette quest’anno, un numero inferiore alla media: nulla di sorprendente stando alle analisi di Fisher Investments Italia. Gli eventi che scuotono i media non necessariamente coincidono con giornate negative sui mercati. La volatilità può verificarsi per qualunque ragione o senza alcun motivo.

 

Figura 1: Frequenza di volatilità negativa nell’indice MSCI World

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Fonte: FactSet, al 11/05/2021. Rendimenti dei prezzi giornalieri dell'indice MSCI World, in lire/euro, dal 01/01/1980 al 30/04/2021.

 

Figura 2: Frequenza di volatilità negativa nell’indice S&P 500

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Fonte: Global Financial Data, Inc. e FactSet, al 11/05/2021. Rendimenti giornalieri dell’indice S&P 500, dal 03/01/1928 al 30/04/2021. Valori espressi in dollari USA. Le fluttuazioni valutarie tra il dollaro e la lira/l’euro potrebbero provocare variazioni al rialzo o al ribasso del rendimento degli investimenti.

 

Dal nostro punto di vista, ciò dimostra che le notizie dei media, soprattutto quelle più note a livello globale, non hanno alcuna conseguenza a priori sui mercati. Ciò non significa che la volatilità negativa non si possa presentare quando eventi di rilievo scuotono la società, bensì ci aiuta a dimostrare che i mercati sono in grado di anticipare questi eventi e guardare oltre. Siamo dell’idea che i prezzi si muovano prevalentemente in seguito a un evento sorprendente, ossia quando la realtà contrasta con le aspettative. I temi più diffusi, come gli eventi largamente discussi dai media, perdono il loro potere di incidere sui trend a lungo termine dei mercati. L’apparente indifferenza del mercato azionario verso la raffica di titoloni sensazionalistici, non indica che i mercati sono all’oscuro di quanto sta accadendo, bensì dimostra che nella loro efficienza, hanno probabilmente già scontato l’impatto di quelle notizie e delle possibili conseguenze.

 

Tuttavia, bisogna aspettarsi altre flessioni in qualsiasi momento, perché è così che funzionano i mercati. Allora, come devono comportarsi gli investitori in caso di volatilità negativa? Secondo Fisher Investments Italia, la storia ci insegna che la volatilità è il prezzo da pagare per ottenere solidi rendimenti azionari a lungo termine. Il tasso di crescita annuale composto dell’indice MSCI World, ossia il tasso annuo richiesto per raggiungere il valore finale dall’apertura, è dell’11,2% dal 1969,[i] inclusi tutti i giorni di volatilità negativa. In sostanza, la volatilità del mercato azionario si manifesta su entrambi i fronti, verso l’alto e verso il basso. Nel tempo, quell’alto rendimento annualizzato sta ad indicare che le oscillazioni in positivo superano quelle in negativo. Non stiamo dicendo che non esistano ragioni per uscire dal mercato, bensì che farlo frettolosamente per reagire a un periodo di volatilità si rivela spesso un errore costoso, poiché si rischia di lasciarsi sfuggire il rimbalzo positivo che genera buoni rendimenti a lungo termine.

 

Per questo motivo, crediamo che investire con successo richieda una certa dose di controllo emotivo e disciplina prima e durante i periodi di volatilità negativa. Anche se potrebbe essere difficile, pensiamo sia fondamentale evitare di rincorrere il momento perfetto per uscire e rientrare nel mercato solo per evitare la volatilità negativa. Secondo la nostra esperienza, farlo ripetutamente con successo è impossibile. Se le turbolenze si materializzano, si potrebbe invece limitare le perdite e agire dopo la caduta dei mercati. Inoltre, rientrare sul mercato può comportare uno sforzo (emotivo e finanziario) se i mercati risalgono nel frattempo.

 

Siamo dell’idea che gli investitori dovrebbero considerare il loro livello di resistenza alle ampie oscillazioni quando costruiscono il proprio portafoglio. Tuttavia, dalla nostra esperienza non esistono percorsi privi di volatilità negli investimenti a lungo termine. Proprio per questo motivo, consideriamo importante mantenere un approccio disciplinato. Flessioni pronunciate non indicano necessariamente un’imminente tempesta sui mercati. Le giornate negative sui mercati non dipendono dalle oscillazioni dei prezzi nel passato, così come non sono un indicatore dei rendimenti futuri. Ma soprattutto, non bisogna evitare di affrontarle prendendo decisioni drastiche. Molto spesso, agire in questi casi costa più caro che non fare nulla.

 

Fisher Investments Italia è la denominazione commerciale utilizzata dalla succursale di Fisher Investments Ireland Limited operante in Italia (“Fisher Investments Italia”). Fisher Investments Italia è iscritta con il n° 182 nell'“Elenco delle Imprese di Investimento autorizzate in altri Stati UE con succursale in Italia”, tenuto dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (“Consob”), e al Registro delle Imprese di Parma (numero di iscrizione e codice fiscale: 97838750152; partita IVA: 02903080345; numero REA: PR-276048).

 

Il presente documento contiene le opinioni generali di Fisher Investments Italia e Fisher Investments Europe e non deve essere considerato alla stregua di una consulenza personalizzata in materia di investimento o di natura fiscale, né tantomeno come un riflesso delle performance dei clienti. Non è possibile garantire che Fisher Investments Italia o Fisher Investments Europe manterrà queste opinioni, che potrebbero cambiare in qualsiasi momento in base a nuove informazioni, analisi o riconsiderazioni. Nulla nel presente deve essere inteso come una raccomandazione o una previsione delle condizioni di mercato. Al contrario, è da intendersi come l’illustrazione di una tesi. Le condizioni di mercato attuali e quelle future potrebbero presentare numerose differenze rispetto a quelle qui illustrate. Inoltre, non si forniscono garanzie in merito all'accuratezza delle ipotesi formulate negli esempi qui presenti. L’investimento nei mercati finanziari comporta il rischio di perdita e non è possibile garantire il rimborso totale o parziale del capitale investito. Le performance passate non sono una garanzia né un indicatore affidabile di performance future. Il valore degli investimenti e i relativi rendimenti sono soggetti alle fluttuazioni dei mercati finanziari mondiali e dei tassi di cambio internazionali.



[i] Fonte: FactSet, al 11/05/2021. Indice MSCI World (dividendi netti reinvestiti), in lire/euro, dal 31/12/1969 al 30/04/2021.


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