Parità di genere: avanti tutta

07 Mar 2020 - 14:21
Negli ultimi anni sono stati fatti numerosi passi in avanti, ma il tema della diversity resta centrale nelle aziende e nelle organizzazioni. Per questo l’8 marzo è ancora una ricorrenza da celebrare, come racconta Marina Forquet Famiglietti, Head of HR Capital Markets & Italy e Executive Director di Borsa Italiana

Marina Famiglietti

Anche quest’anno è arrivato l’8 marzo, ufficialmente la Giornata internazionale per i diritti della donna. È passato più di un secolo da quando, negli Stati Uniti, si celebra questa ricorrenza, mentre in Italia abbiamo iniziato qualche anno più tardi, nel 1922.  Nel corso degli anni tante cose sono cambiate, la condizione di molte donne rispetto ai primi anni del ‘900 è sicuramente migliorata, ma la strada da fare per la parità è ancora lunga. Per questo, anche nel 2020, ha ancora senso celebrare questa giornata, come racconta Marina Forquet Famiglietti, Head of HR Capital Markets & Italy e Executive Director di Borsa Italiana.

Dottoressa Famiglietti, perché è ancora così importante l’8 marzo?

«Perché in molti casi la parità di genere non è ancora stata raggiunta. Gli interventi legislativi e di autodisciplina hanno consentito di compiere molti progressi, ad esempio nella composizione dei board, ma le donne ai vertici di società quotate, e non solo, restano ancora un’eccezione, senza dimenticarci delle disparità retributive. Quindi, ben venga la Giornata internazionale per i diritti della donna e la sua celebrazione, non solo l’8 marzo, ma ogni giorno dell’anno. La parità di genere non è una concessione o un lusso, ma un valore che rende la società e le imprese più forti».

Diversity e gender gap. A che punto è l’Italia?

«Rispetto a paesi come Inghilterra e Stati Uniti, il dibattito su queste tematiche da noi è iniziato un po’ più tardi. Negli ultimi anni tuttavia sono stati compiuti molti progressi, pensiamo a quelli raggiunti grazie alla Legge Golfo-Mosca, che impone alle società quotate di riservare al genere meno rappresentato almeno un terzo dei posti negli organi di governo. E i risultati ci sono stati. In una recente classifica del Gender Diversity Index 2019 dell’associazione European Women on Boards, che analizza la diversità di genere ai vertici delle società quotate in Europa nello STOXX Europe 600,  l’Italia si posiziona al 7° posto con una differenza significativa tra la rappresentanza femminile nei Consigli di Amministrazione (al primo posto come Presidente del CdA) e quella a livello esecutivo (al penultimo posto come CEO). Ma per poter parlare di reale cambiamento è necessario a questo punto che le società considerino la diversity come una delle top priorities e investano per creare una pipeline diversificata a tutti i livelli dell’organizzazione. Infatti come è stato evidenziato da una recente analisi di McKinsey, Women in the Workplace 2019, il cosiddetto “broken rung” alla promozione a manager è il vero ostacolo alla leadership femminile».

E Borsa Italiana che cosa sta facendo in questa direzione?

« Borsa Italiana e il London Stock Exchange stanno investendo nel creare una cultura di opportunità ed equità. Abbiamo adottato una serie di iniziative e comportamenti coerenti per agevolare il bilanciamento tra esigenze personali e professionali, penso ad esempio allo smart working che proprio in queste settimane si sta rivelando uno strumento prezioso a disposizione di aziende e dipendenti.

Nato come iniziativa di welfare sostenuta soprattutto dal genere femminile, sta avendo un ruolo trainante nell’adozione di misure più agili e di promozione della parità di genere. La sua introduzione, due anni fa, in Borsa Italiana e nelle società italiane del gruppo London Stock Exchange ci ha reso più forti e capaci di agire con rapidità, padronanza e resilienza in momenti come questo, in cui è fondamentale sostenere i colleghi, i clienti e la continuità del business».

Donne e finanza

Si tratta di un vero e proprio cambiamento culturale.

«Per trasformare lo smart working in una filosofia lavorativa sempre più efficace, sono essenziali anche qui cambiamenti culturali e organizzativi cosi come anche investimenti in tecnologia. Siamo nella giusta direzione. In Borsa Italiana ci abbiamo creduto da subito e lo abbiamo adottato con decisione sulla quasi totalità dei colleghi. Ed ora si è rivelato la modalità per assicurare la continuità del business in molte aziende e per proteggere la salute dei dipendenti. In questa fase siamo focalizzati a misurare e monitorare l’efficacia dello smart working attraverso la performance del business e anche attraverso la percezione di tutti i colleghi attraverso una survey interna. Siamo in attesa dei risultati della survey, mi aspetto piacevoli sorprese, soprattutto nelle risposte delle donne».

Ma le iniziative in favore della parità di genere in Borsa Italiana non si fermano qui.

«In Borsa Italiana crediamo nel valore della diversity e la sosteniamo concretamente ogni giorno nei processi di recruiting, politiche retributive e iniziative di formazione che rispettano, tutelano e valorizzano le donne con particolare focus nel creare la pipeline. Qualche esempio. Ci siamo posti dei target a tutti i livelli dell’organizzazione pari al 40%, almeno un candidato femminile è inserito in tutte le nostre short-list di recruiting, tutti i colleghi hanno preso parte ad un corso sugli unconscious bias, offriamo iniziative di formazione e sviluppo dedicate come anche il nostro Women Inspired Network dove le nostre colleghe piu’ o meno giovani possono esprimere la propria leadership. Ritengo che le aziende con politiche di promozione della diversity e della parità di genere radicate nella propria cultura, oggi siano in grado di motivare i migliori talenti e di affrontare al meglio le sfide dovute alla crescente complessità del contesto esterno, non solo di quello competitivo. Come dicevamo, l’attuale situazione ne e’ stata un esempio».

Una fase delicata, quella attuale, che condiziona anche i festeggiamenti dell’8 marzo.

«Vista l’attuale situazione, sono stati annullati tutti gli eventi celebrativi, penso al tradizionale ricevimento al Quirinale, ma anche a tutti gli eventi in programma in Borsa Italiana. Tuttavia, il dibattito non si è fermato, si è solo spostato su altri palcoscenici, ad esempio i social network, che fanno da cassa di risonanza per raggiungere un pubblico ancora più ampio.

L’8 marzo è la prova che certi temi hanno sempre una grande forza. Festeggiamolo, quindi. E ricordiamo che la parità di genere non è solo giusta, ma anche utile, è un driver di crescita sociale, economica e culturale».


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