Siav, l’enterprise content management a Piazza Affari

L’amministratore delegato Nicola Voltan ci spiega il valore strategico della proposta digitale della società



FTA Online News, 04 Nov 2022 - 16:30


“Siamo un’azienda informatica specializzata nella dematerializzazione, nella gestione elettronica dei documenti e nei processi digitali. In termini più tecnici siamo specializzati nell’ECM (Enterprise Content Management) e nel BPO (Business Process Outsourcing). Tutte attività che valorizzano il patrimonio informativo aziendale trasformandolo in un driver di crescita indispensabile e strategico per ogni impresa sul mercato. Siav è nata nel 1989 e ha creato nel tempo un bagaglio unico di competenze e specializzazioni in questo settore fortemente dinamico. Soltanto nel 2021 abbiamo investito in ricerca circa un quinto del fatturato, 6,4 milioni di euro che testimoniano la nostra attenzione per l’innovazione. A differenza di buona parte degli operatori non siamo dei system integrator, ma operiamo con soluzioni proprietarie sviluppate da noi e integrate e disegnate sulle singole esigenze dei nostri clienti. Operiamo da tempo con il pubblico e con il privato, grazie a una popolazione aziendale di 350 risorse umane e alla presenza capillare su tutto il territorio italiano e in Romania e Svizzera con 9 uffici. Questo ci permette di seguire con attenzione i nostri oltre 4 mila clienti”. 
Nicola Voltan, amministratore delegato e figlio del presidente Alfieri che ha fondato Siav, ha in mente un percorso di crescita chiaro per la società che già oggi è un riferimento nel settore e che lo scorso agosto ha debuttato a Piazza Affari sull’EGM.

“Siamo convinti del nostro posizionamento sul mercato e della nostra capacità di offrire alle imprese e alle pubbliche amministrazioni delle soluzioni in grado di migliorare significativamente la loro efficienza e la loro capacità di creare valore. Oggi sia le PA che le imprese private devono confrontarsi con le sfide e le opportunità derivanti dalle istanze di compliance, di privacy, di cybersecurity. Gli scadenzari, le firme digitali, l’intelligenza artificiale applicata ai documenti, agli archivi, alle piattaforme, alla logistica, consentono già di creare efficienza e di trasformare la mole di dati rozzi e disaggregati presenti in tutte le organizzazioni in valore e in scelte strategiche. I dati possono diventare insomma un nuovo driver di crescita e consentire alle imprese e alle PA di trasformare servizi e processi per competere e per innovare. A vantaggio di clienti e utenti. Una delle nostre attività principali è quella di fornire software per la gestione della fatturazione, dei documenti di trasporto, degli ordini dei clienti, per un’azienda una corretta amministrazione di queste istanze è fondamentale. Se poi aggiungiamo modelli di analisi e di elaborazione dei dati, si può arrivare per esempio ai servizi della nostra MyCreditService, che abilità per il direttore finanziario un cruscotto per la gestione di tutte le fatture, con lo scoring dei clienti e strumenti di analisi che possono abilitare decisioni importanti sulla gestione del circolante.

Gli esempi sono numerosi, ma una risorsa come il cloud è ancora tutta da scoprire per molte imprese: vogliamo mettere al loro servizio uno sviluppo condiviso di queste potenzialità che possono fare la differenza oggi anche in termini competitivi. Abbiamo creato così Silloge la prima piattaforma cloud native operativa a tutti i livelli della gestione aziendale. I nostri software proprietari di gestione documentale già oggi miglioriamo il quotidiano delle imprese lungo tutta la catena di valore, dalla logistica al marketing, dalla fatturazione alla comunicazione interna. Adesso puntiamo a diventare uno standard anche nel settore sanitario, ma le nostre applicazioni – a partire da Archilow che copre oltre l’80% del nostro fatturato - trovano già impiego in tutti i settori, perché la nostra proposta digitale è trasversale, al punto che i nostri primi dieci clienti non raggiungono il 23% del fatturato complessivo e che non possiamo dire di essere più “adatti” all’automotive o al fashion perché dei nostri servizi hanno bisogno l’ICE e la Banca d’Italia come l’industria o i servizi”.



Come mai la decisione di quotarvi a Piazza Affari in un periodo complesso come quello dell’agosto del 2022? Cosa farete dei 5 milioni di euro raccolti per il 18% circa del flottante? È stato difficile apprendere il linguaggio dei mercati?

“Già da due anni abbiamo progettato un percorso di crescita coerente di cui la quotazione è solo una tappa. Punteremo a investire nella tecnologia e nello sviluppo di prodotto consolidandoci in diverse aree anche grazie alle ultime acquisizioni. La strategia di M&A ci vedrà ancora operare attivamente e potrebbe nel medio termine incoraggiare anche il nostro sviluppo all’estero, in ambito G7, dove puntiamo a crescere per dimostrare che in Italia ci sono competenze pregevoli anche in campo tecnologico. Abbiamo un team di ricerca di tutto rispetto – le competenze delle nostre persone sono il nostro asset principale – ma cresceremo ancora anche con la nostra Academy interna, che ci permette di formare le risorse che ci servono di più senza doverle cercare sul mercato (dove è sempre più difficile e costoso trovare talenti). L’IPO è stata un’altra tappa, le risorse saranno impiegate nelle strategie di crescita. Non a caso l’operazione è avvenuta tutta in aumento di capitale, con lock-up a 36 mesi a garanzia degli investitori e parametri migliorativi rispetto alle richieste regolamentari. Da tempo ci siamo dotati di un management di grande esperienza tecnologica e finanziaria, abbiamo 3 consiglieri indipendenti e un board monitorato dal collegio sindacale. 

L’IPO, supportata dal nostro CFO Daniele Boggian (ex Saipem ed ex Deloitte tra le altre cose ndr), ci ha richiesto un impegno notevole, anche perché, progettata a fine 2021, non poteva inizialmente prevedere lo scoppio di un conflitto e la caduta del governo. Ma siamo riusciti a ottenere la fiducia dei mercati e anche in questi mesi difficili abbiamo conservato un percorso di crescita, come dimostrato dai dati della prima semestrale e, fra gli altri, dal recente contratto per 20,2 milioni di euro pro-quota ottenuto a settembre in una gara Consip. Le risultanze degli ordini e i segnali che ci giungono dal mercato ci spingono dunque a un cauto ottimismo anche per il futuro. Ci sarà l’apporto di nuove acquisizioni e il consolidamento dei mercati che già presidiamo con nuovi prodotti e nuove proposte di valore”.


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