Franchetti, esperti di manutenzione sostenibile delle infrastrutture

Paolo Franchetti ci racconta la proposta tecnologica della sua società per una sfida ormai globale



FTA Online News, 06 Dic 2022 - 12:04
“La nostra mission è la gestione sostenibile del patrimonio delle infrastrutture esistenti, soprattutto ponti e viadotti, ma non esclusivamente. Quello dell’invecchiamento del parco infrastrutturale è un problema non solo italiano, ma occidentale e mondiale. In Italia la maggior parte dei ponti e dei viadotti risale agli anni ’60 e ’70, ma anche negli Stati Uniti avvertono la necessità di intervenire con metodo ed efficacia e infatti per le infrastrutture il governo Biden ha stanziato un trilione di dollari”. Paolo Franchetti, cofondatore della Franchetti Spa, ingegnere civile con esperienze accademiche anche internazionali come il socio Michele Frizzarin, studia le infrastrutture di trasporto italiane ed estere dagli anni 2000 e nella sua carriera ha lavorato su 38 mila ponti equivalenti in tutto il mondo. E’ anche nel cda dell’International Road Federation, società non profit globale di advocacy per il settore delle infrastrutture di trasporto di stanza a Washington. Una lunga esperienza dunque da cui è nato anche il software Argan, uno dei prodotti di punta della società Franchetti brevettato nel 2018.

“E’ un prodotto che consente di svolgere la manutenzione predittiva delle infrastrutture e di pianificare i livelli di investimento nel tempo e in caso di emergenza sulla base di un budget minimo impostato. Permette dunque di valutare con cura costi e benefici degli interventi, massimizzando il rapporto sicurezza/costo e considerando le strutture sia singolarmente, che come unità di reti complesse per programmare gli interventi di manutenzione al meglio. 
Per esempio permette di rapportare la capacità strutturale dell’opera ai carichi di traffico e di applicare la normativa NCT2018 più restrittiva della precedente”.

Negli ultimi anni l’attenzione per il settore, non solo in Italia, è cresciuta: cosa è cambiato?

“Si è finalmente capito che le infrastrutture hanno un ciclo di vita e necessitano di manutenzione e di programmazione degli investimenti. In Italia ci sono stati dalla fine del 2016 all’agosto del 2018 i crolli sulla Milano-Lecco, sull’Adriatica, quello di Fossano e infine la tragedia del Ponte Morandi. Si è capito che bisognava cambiare strada e si è varata una normativa molto più stringente. È emerso il problema della manutenzione e della sicurezza come mai prima. Anche all’estero queste criticità sono presenti, perché in moltissimi Paesi le infrastrutture hanno un’età tra i 50 e i 70 anni. Negli Stati Uniti ci sono ponti costruiti tra le due guerre mondiali. È ovvio che bisogna intervenire, ma negli anni, noi di Franchetti abbiamo sviluppato competenze uniche e affrontato problemi teorici e tecnici importanti per sviluppare sistemi di valutazione e programmazione avanzata degli interventi. 
Dopo l’Argan abbiamo sviluppato Pathwork, un altro software proprietario che consente di gestire e programmare i cantieri sulle infrastrutture di trasporto: va incontro alle esigenze dei gestori di reti stradali. Alle attività di diagnosi e terapia Franchetti affianca però anche i servizi ICT di monitoraggio delle infrastrutture, sia nella consulenza per l’implementazione del Bridge Management System, ossia un sistema di controllo computerizzato installato sui ponti e sulle loro apparecchiature meccaniche ed elettriche (come i sistemi antincendio e di sicurezza), sia nella consulenza per l’ottimizzazione dei sistemi di monitoraggio anche in tempo reale tramite sensori
La programmazione per grandi gestori e concessionari è comunque fondamentale, perché è impossibile pensare di assumere tutto il personale che sarebbe necessario per monitorare ogni ponte italiano in tempo reale tramite sensori, bisognerà quindi impiegare modelli, controlli a campione, monitoraggi specifici e per questo servono software come Argan e Pathwork, che sono il frutto della nostra esperienza ultraventennale e sfruttano il nostro sterminato database mondiale sui ponti e infrastrutture, permettendo di ottimizzare l’allocazione delle risorse”.



Come mai la decisione di quotarvi a Piazza Affari lo scorso settembre 2022? È stato difficile adottare la compliance di una società quotata? Cosa farete dei circa 2,5 milioni di euro raccolti per un quinto del vostro capitale?

“Prima della quotazione ci hanno corteggiato gruppi industriali e private equity, ma abbiamo ritenuto che l’IPO ci garantisse quel percorso di trasparenza e autonomia strategica che cercavamo. Ovviamente abbiamo dovuto lavorare sulla compliance, ma avevamo per fortuna una struttura già evoluta per via della nostra esperienza internazionale con appalti che richiedono un’ampia documentazione societaria. Noi partecipiamo a circa 200 gare l’anno
Franchetti ha inoltre una governance tradizionale in cui il board è monitorato dal collegio sindacale. Il consiglio di amministrazione è composto da manager di grande esperienza e conta due indipendenti, oltre i requisiti regolamentari. Noi soci di riferimento abbiamo siglato clausole di lock-up a 24 mesi e garantito la continuità gestionale e strategica dell’impresa con il meccanismo di conversione dei 3 milioni di azioni a voto plurimo non quotate.
La ricerca e lo sviluppo sono essenziali: negli ultimi 5 anni hanno assorbito in media il 12% del valore della produzione. Abbiamo inoltre 36 persone in Italia e 31 risorse in Brasile, una branch registrata in Canada, un agente negli Stati Uniti e uno in India. La quotazione ci garantirà visibilità e appeal verso i giovani talenti che saranno essenziali per il nostro prossimo sviluppo. Il booster delle nuove risorse ci serve per cogliere le nuove opportunità che si presentano adesso. In Italia la legge di Bilancio 2022 destina agli investimenti in ponti e viadotti 600 milioni di euro l’anno nel prossimo triennio, in Brasile il governo ha previsto nel recente passato circa 31 miliardi di euro per il nuovo sistema di concessioni di porti, strade, ferrovie e aeroporti; negli Stati Uniti sono appunto previste risorse per un trilione di dollari. Vogliamo essere presenti proprio negli Stati Uniti e nell’India che saranno i primi due mercati mondiali nel nostro settore e siamo già attivi in Brasile, Canada e Italia che sono il quarto, il settimo e il 15esimo rispettivamente, secondo stime del governo brasiliano). 
Nella nostra strategia, oltre agli investimenti tecnologici, nello sviluppo di prodotto e commerciale, nell’M&A mirato alla crescita in Italia e all’estero, abbiamo inserito anche la differenziazione delle nostre attività. I nostri calcoli strutturali sono facilmente applicabili e applicati a settori diversi da quelli che presidiamo oggi, già in passato abbiamo curato interventi in acciaierie e licei in ospedali e in impianti industriali. Guardiamo con attenzione ai porti, che necessitano di manutenzione e ammodernamento in tutto l’Occidente e alle wind farm, soprattutto off-shore, che riteniamo trarrebbero un vantaggio economico strategico e competitivo importante da una corretta programmazione della manutenzione. Guardiamo anche all’oil & gas e alle dighe. Le nostre tecnologie sono insomma applicabili trasversalmente a diversi settori”.


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