Braccio di ferro sulle pensioni
Ennesimo richiamo Ue e aperture del governo
FTAOnline News, Milano, 08 Giu 2010 - 11:21
Il rimpallo di inviti e rimandi tra Europa e Italia sul tema della parificazione dell'età pensionabile tra uomini e donne si arricchisce di un nuovo capitolo: la Commissione Ue vorrebbe che la parità si raggiungesse entro il 2012, il governo italiano - abbandonata la data del 2018 - si mostra disponibile a trattare.
L'ipotesi di Brunetta
Sulla sponda italiana, la volontà di intavolare una trattativa è resa manifesta dal ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta. Intervenuto ieri a una trasmissione radiofonica, il ministro antifannulloni ha annunciato che sarà il prossimo consiglio dei ministri a occuparsi della questione posta dall'ultimatum della Commissione europea. Secondo Brunetta, l'ipotesi auspicabile sarebbe che la parificazione a 65 anni dell'età pensionabile per gli impiegati di ambo i sessi del pubblico impiego venisse attuata a metà strada tra quanto preteso dall'Europa (2012) e quanto inizialmente ipotizzato dall'Italia (2018).
La missiva Ue
Ad accelerare la riflessione sul tema all'interno del governo è stata la missiva partita nei giorni scorsi da Bruxelles. La Commissione europea, infatti, ha decisione di chiedere ragione al governo italiano dei ritardi nella soluzione del problema nonostante i tanti richiami succedutisi negli anni. Questa volta la Ue fa sul serio: se l'Italia non equiparerà immediatamente l'età pensionabile di uomini e donne impiegati nel settore pubblico, verrà nuovamente deferita alla Corte di giustizia europea.
La sentenza della Corte di giustizia europea
Proprio la Corte di giustizia europea è all'origine dell'ormai vecchia questione. Con una sentenza del 2008, l'organo di giustizia europeo, infatti, ha intimato al nostro paese di innalzare l'età pensionabile delle dipendenti pubbliche, portandola a 65 anni, come previsto per i colleghi maschi.
L'idea del governo
La manovra finanziaria in corso di approvazione in questi giorni è stata individuata dal governo come lo strumento adatto a mettere in pratica gli inviti europei. Inizialmente, nel testo del decreto, era prevista l'equiparazione graduale, con completa entrata a regime nel gennaio 2016. La versione definitiva della manovra, tuttavia, prevede che ciò avvenga nel 2018. La Commissione europea, tuttavia, insiste per il 2012; nel caso che l’Italia non si adegui ai dettami comunitari, è prevista una sanzione (intorno ai dieci milioni di euro).
Hai dei dubbi su qualche definizione? Consulta il glossario finanziario di Borsa Italiana.