All’Italia manca professionalità: il lavoro resta vacante
Sono 47 mila i posti di lavoro non coperti, ma non è colpa dei giovani choosy
FTAOnline, Milano, 29 Nov 2013 - 18:34
La disoccupazione giovanile viaggia a livelli record, eppure ci sono posti di lavoro – tra quelli messi sul mercato dalle aziende – che rimangono sguarniti. Il paradosso è fotografato chiaramente da Unioncamere in un’indagine che offre anche spiegazioni: non sono i giovani a essere choosy, ma le competenze specifiche a mancare.
A mancare sono le professionalità tecnico-scientifiche
Sono circa 47 mila i posti di lavoro vacanti che le imprese non riescono ad assegnare per mancanza di competenze tra gli aspiranti. I dati raccolti da Unioncamere e Ministero del lavoro nell’ambito del sistema informativo Excelsior descrivono un’Italia afflitta da storture nel sistema formativo.
Tra le figure professionali più difficili da reperire, il podio – tra i laureati – spetta agli esperti di software, di gestione aziendale e agli analisti programmatori; tra i diplomati, invece, cercasi sviluppatori di software, disegnatori tecnici e assistenti socio-sanitari.
Questa volta è inutile gettare la croce sui giovani e la loro poca disponibilità al lavoro. Secondo Unioncamere, infatti, sono sempre meno quelli che resistono a un’offerta di lavoro: nel 2008 i posti di lavoro che rimanevano scoperti erano il 26,2% delle assunzioni programmate dalle aziende; oggi tale indice è sceso al 13%.
Il problema, chiariscono le imprese stesse, è nel sistema formativo italiano: c’è tra domanda e offerta di lavoro un disallineamento basato sulla carenza di laureati e diplomati in materie tecnico-scientifiche.
Residuale la percentuale di lavori che rimangono non assegnati perché non soddisfano le aspettative di chi cerca lavoro: secondo Unioncamere, si tratterebbe solo del 3,3% delle entrate programmate totali.
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