COP29, possibile legislazione omnibus, piani di transizione
Annunciata una possibile regolamentazione omnibus che intervenga sui requisiti di CSDDD, CSRD e Tassonomia. Pubblicata la prima guida all'implementazione dei Piani di Transizione secondo CSRD
Forum per la Finanza Sostenibile, 10 Gen 2025 - 14:28
Il 2024 si è concluso con interessanti novità relative al quadro normativo sulla finanza sostenibile che avranno sicuramente ripercussioni sulle attività delle istituzioni europee nel 2025.
COP29: finanza climatica al centro dei negoziati
Nel mese di novembre si è svolta a Baku la 29° edizione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29). Il summit si è concluso con un accordo sulla finanza climatica, tema posto al centro dei negoziati: il documento finale definisce il New Collective Quantified Goal (NCQG), portando l’ammontare degli aiuti climatici ai Paesi in via di sviluppo dai $100 miliardi attualmente previsti dall'Accordo di Parigi ad almeno $300 miliardi all'anno, entro il 2035. L'accordo prevede che questi fondi provengano da un'ampia varietà di fonti, pubbliche e private, bilaterali e multilaterali,
prestiti e finanziamenti a fondo perduto. Un’altra novità riguarda l'istituzione del primo mercato globale di crediti di carbonio, supervisionato dall’ONU: il Meccanismo di Parigi per i Crediti di Carbonio (PACM). Si prevedono standard uniformi per progetti di afforestazione e riforestazione e strumenti dedicati per lo sviluppo sostenibile, tra cui una valutazione ex ante di ogni nuovo progetto sulla base degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). Il prossimo appuntamento è per novembre 2025 in Amazzonia, a Belém, dove si terrà la COP30, che dovrà rilanciare le ambizioni del negoziato.
Possibile legislazione omnibus
A livello europeo, la Presidente Von der Leyen ha annunciato la possibilità di introdurre una regolamentazione Omnibus che intervenga su Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), Tassonomia europea e Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD). L’idea nasce dall’obiettivo dichiarato di semplificare e alleggerire gli oneri di rendicontazione per le imprese (nello specifico del 25% nella prima metà del 2025) e promuovere la competitività, così come suggerito nel report di Mario Draghi “The future of European competitiveness”. Tuttavia, secondo alcuni osservatori, rimettere in discussione questi provvedimenti prima della loro piena implementazione rischierebbe di creare ulteriore incertezza per le aziende e ridurrebbe l'ambizione degli investitori per una maggiore disponibilità, comparabilità e affidabilità dei dati ESG. I prossimi sviluppi su questa possibile iniziativa sono previsti per i primi mesi del 2025.
CSRD: piani di transizione
Sul fronte della CSRD, è stata pubblicata la prima bozza della Guida all’Implementazione dei Piani di Transizione promossa dal Sustainability Reporting Technical Expert Group dello European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG). La Guida adotta un approccio “agnostico al settore”: è applicabile, cioè, a tutte le grandi imprese quotate e non quotate soggette agli European Sustainability Reporting Standard (ESRS), indipendentemente dal settore in cui operano. Ulteriori chiarimenti e linee guida specifiche per settori verranno forniti in futuro con la pubblicazione degli standard di settore, soprattutto per le istituzioni finanziarie. Il documento si concentra esclusivamente sulla mitigazione dei cambiamenti climatici e della sua interazione con altri temi di sostenibilità (per es., just transition, biodiversità, resilienza e adattamento). La Guida fa riferimento ad altre direttive, come la CSDDD e la Tassonomia Ue, assicurandosi che l’approccio ai piani di transizione sia coerente con le altre normative europee. Nello specifico, il testo chiarisce i requisiti di rendicontazione secondo l’ESRS E1 specificando, ad esempio, come descrivere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e come integrare i piani di transizione nelle strategie aziendali, e sottolinea la necessità di monitorare l’efficacia delle azioni intraprese e dei risultati raggiunti. La versione finale è attesa entro la primavera 2025.
EIOPA: possibili requisiti patrimoniali aggiuntivi
La European Insurance and Occupational Pensions Authority (EIOPA) ha pubblicato una relazione sul trattamento prudenziale dei rischi di sostenibilità. Il rapporto fa seguito al mandato conferito all’EIOPA dalla Commissione europea di valutare il potenziale di un trattamento prudenziale specifico per gli asset e le attività associati a obiettivi ambientali o sociali o che danneggiano tali obiettivi. I risultati del rapporto si basano su un’analisi dei rischi, di dati concreti e dei feedback ricevuti attraverso una consultazione pubblica. In particolare, dall’analisi sui rischi di azioni e obbligazioni emerge che gli asset legati ai combustibili fossili sono più vulnerabili ai rischi di transizione rispetto a quelli di altri settori economici. L’EIOPA propone dunque un aumento dei requisiti patrimoniali fino al 17% per le azioni e del 40% per le obbligazioni. Sarà la Commissione europea a valutare se implementare i requisiti patrimoniali aggiuntivi, rispettando le raccomandazioni dell’EIOPA.