Aggiornamenti su Omnibus e nuove tappe verso la neutralità climatica
Nuovi sviluppi relativi all’Omnibus Simplification Package. Proposto un fattore climatico per prezzare il rischio ESG dei collaterali.
Forum per la Finanza Sostenibile, 01 Ott 2025 - 17:16
Nelle ultime settimane sono emersi nuovi aggiornamenti relativi all’Omnibus Simplification Package e sono state presentate alcune misure per rafforzare il percorso dell’UE verso la neutralità climatica.
Quick fix primo set ESRS
La Commissione europea ha adottato un atto delegato – definito “quick fix” – che interviene sugli European Sustainability Reporting Standard (ESRS), posticipando alcuni obblighi di rendicontazione inizialmente previsti dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) per gli esercizi 2025 e 2026. Il provvedimento si applica alle imprese della “wave one”, ovvero quelle già soggette agli obblighi di rendicontazione di sostenibilità a partire dai dati di bilancio 2024. Sono tre le modifiche principali: proroga di due anni (fino al 2027) delle scadenze previste per la rendicontazione su alcuni temi addizionali, previste nel 2025 e 2026; estensione a tutte le imprese della wave one dell’opzione di phase-in relativa agli standard: ESRS E4 (biodiversità ed ecosistemi), ESRS S2 (lavoratori nella catena del valore), ESRS S3 (comunità impattate), ESRS S4 (consumatori e utenti finali); applicazione estesa della clausola di salvaguardia. L’atto delegato sarà ora trasmesso al Parlamento europeo e al Consiglio, che avranno due mesi di tempo (scadenza eventualmente prorogabile di altri due) per sollevare eventuali obiezioni.
Revisione ESRS
L’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) ha pubblicato le bozze di revisione degli ESRS, aprendo una consultazione pubblica a cui si può rispondere fino al 29 settembre. La proposta risponde alla richiesta formale avanzata dalla Commissione europea nell’ambito dell’iniziativa Omnibus, per rendere gli standard più gestibili e accessibili senza comprometterne l’efficacia informativa e l’allineamento con gli obiettivi del Green Deal. In particolare, gli sforzi dell'EFRAG si sono concentrati sulla semplificazione della doppia valutazione di materialità, sulla riduzione delle sovrapposizioni tra gli standard, sul chiarimento di linguaggio e struttura e sull’eliminazione di tutte le informative volontarie. Il risultato è un taglio del 57% dei datapoint obbligatori (da rendicontare solo se materiali) e del 68% del totale dei datapoint.
Nuovo VSME
Sempre in tema di rendicontazione di sostenibilità, l'EFRAG ha presentato il nuovo set di standard volontari, rivolto alle imprese con meno di 1000 dipendenti. Gli standard sono stati approvati sotto forma di raccomandazione ufficiale da parte della Commissione e serviranno come base per l’elaborazione della versione finale che sarà adottata tramite atto delegato. Questo set è strutturato in due moduli distinti: un modulo base, pensato per le microimprese che comprende 11 informazioni da comunicare; un modulo completo, che si concentra su 9 ulteriori informazioni spesso richieste alle PMI da banche, investitori e partner della catena del valore. La raccomandazione della Commissione rappresenta una soluzione intermedia per rispondere alle esigenze del mercato. L’adozione dell’atto delegato dipenderà dalla durata e dall’esito delle negoziazioni fra i co-legislatori sulla proposta Omnibus.
Indagine sul processo di adozione dell’Omnibus
Sul fronte Omnibus, infine, l’European Ombudsman ha avviato un’indagine formale sul processo con cui la Commissione europea ha elaborato il pacchetto di riforma. La decisione segue un reclamo presentato da otto ONG che hanno accusato i vertici dell’UE di aver violato le linee guida sulla buona regolamentazione. In particolare, l’esecutivo non avrebbe condotto una consultazione pubblica né una valutazione d’impatto appropriate, obblighi previsti prima di proporre nuove normative. Inoltre, viene contestata la mancata valutazione della coerenza del pacchetto con gli obiettivi europei di neutralità climatica entro il 2050, come richiesto dalla Legge Europea sul Clima.
Climate factor BCE
L’ultima novità riguarda l’introduzione da parte della Banca Centrale Europea (BCE) di un fattore clima nel calcolo del valore dei collaterali utilizzati nei prestiti richiesti all’Eurosistema. I risultati degli stress test climatici condotti negli scorsi anni, infatti, hanno rilevato come il valore degli attivi finanziari è direttamente influenzato dai rischi legati al cambiamento climatico. La “correzione” per ciascun asset sarà determinato da un punteggio di incertezza, composto da tre elementi: un fattore di stress legato al settore, l’esposizione dell’emittente al rischio climatico e la vulnerabilità dell’attivo allo stesso. La misura si applica agli asset di società non finanziarie e alle aziende a loro affiliate e ridurrebbe l'importo massimo che l'Eurosistema è disposto a prestare al sistema bancario a fronte dell’utilizzo di tali asset come collaterale. Considerando l’attuale contesto di bassi livelli di indebitamento e l’uso limitato di obbligazioni societarie come collaterale, l’effetto atteso del fattore clima sulle controparti è contenuto. Secondo gli obiettivi della BCE, lo strumento sarà implementato nella seconda metà del 2026.
