Carbonsink - Omnibus and Beyond

Ambitious climate regulation is essential. Regulations like the CSRD, CSDD and the EU taxonomy, as well as carbon pricing schemes, strengthen net zero strategies and support long-term sustainable growth



Carbonsink , 31 Mar 2025 - 10:00
Italian translation available below

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On 26 February, the European Commission presented the Omnibus Package to simplify and reduce regulatory requirements for companies regarding sustainability reporting and due diligence. Although these measures still require legislative approval, companies are already dealing with uncertainty about the potential impact on key regulations.

Competitiveness and prosperity continue to be priorities in European efforts: on the same day, the Clean Industrial Deal was launched to outline concrete actions to turn decarbonisation into a growth engine for the European economy.

Concrete actions include reducing energy prices, creating quality jobs and new conditions for businesses to prosper. The Pact focuses in particular on two sectors: the energy-intensive sector, where there is an urgent need for support for concrete decarbonisation; and the clean technology sector, which is central to long-term competitiveness and strongly needed for industrial transformation and circularity.

While simplified reporting is important to make it easier for companies with fewer resources and to keep the focus on reducing real impacts, it is crucial that the collection of accurate and usable data is not compromised. These data are essential to understand the real impact of company actions and to inform strategic, investment and regulatory decisions.

The main proposals of the Omnibus Package concern CSRD and the EU Taxonomy, with the purpose of reducing reporting requirements for companies. For the CSRD, a directive designed to improve and expand sustainability reporting by companies, major requests for changes have been made, including: postponing the reporting obligation for companies currently in scope by two years; and removing about 80 per cent of companies from the scope by limiting the sustainability reporting obligation to companies with more than 1,000 employees and a turnover of more than EUR 50 million.

The EU taxonomy, as the Omnibus Package comes into force, would limit reporting requirements to large companies, leaving the possibility of voluntary compliance for the others. Significant simplifications would also be introduced, including a 70% reduction in required reporting templates and a revision of the Do No Significant Harm (DNSH) and Green Asset Ratio (GAR) criteria for banks.

The CSRD application framework is effectively aligned with the Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), thus excluding 80 per cent of companies from mandatory reporting. In addition, due diligence is limited to direct suppliers (so-called Tier 1), extending the assessment intervals from 1 to 5 years and introducing a more proportionate penalty regime, no longer linked to turnover.

While the CBAM, which applies a carbon price to imported goods to ensure fair competition and encourage emission reductions, will see about 90 per cent of importers eliminated, but with a 99 per cent emissions coverage guarantee: small importers will effectively be exempted from their obligations.

Taking a proactive approach to proposed changes will allow companies to adapt to regulatory changes while strengthening their long-term sustainability strategies. ESG assessments are a strategic necessity, providing valuable insights into a company's key risks and opportunities, unlocking benefits such as cost savings, growth opportunities, reduced regulatory and legal risks, and increased customer loyalty.

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Abstract

Una regolamentazione ambiziosa in materia di clima è fondamentale. Regolamenti come la CSRD, la CSDD e la tassonomia dell'UE, così come i sistemi di tariffazione del carbonio, rafforzano le strategie net zero e sostengono una crescita sostenibile a lungo termine.

Il 26 febbraio la Commissione europea ha presentato il cosiddetto Pacchetto Omnibus per semplificare e ridurre gli oneri normativi per le imprese in materia di rendicontazione della sostenibilità e di due diligence. Sebbene queste modifiche richiedano ancora l'approvazione legislativa, le imprese stanno già affrontando l'incertezza sul potenziale impatto relativo alle normative chiave.

La competitività e la prosperità continuano ad essere obiettivi prioritari dell'impegno europeo: lo stesso giorno è stato infatti lanciato il Clean Industrial Deal, che ha lo scopo di delineare azioni concrete per trasformare la decarbonizzazione in un motore di crescita per l’economia europea.

Tra le azioni concrete figurano la riduzione dei prezzi dell'energia, la creazione di posti di lavoro di qualità e nuove condizioni che permettano alle imprese di prosperare. Il Patto si concentra in particolare su due settori: quello ad alta intensità energetica, dove è urgente il bisogno di sostegno per una decarbonizzazione concreta; e il settore delle tecnologie pulite, centrale per la competitività a lungo termine, oltre che fortemente necessario per la trasformazione industriale e la circolarità.

Se da un lato la semplificazione della rendicontazione è importante per agevolare le imprese con minori risorse e mantenere alta l’attenzione sulla riduzione degli impatti reali, dall'altro è fondamentale che non venga compromessa la raccolta di dati accurati e fruibili. Tali dati sono essenziali per comprendere il reale impatto delle azioni aziendali e per informare le decisioni strategiche, di investimento e normative.

Le proposte principali del Pacchetto Omnibus riguardano la CSRD e la Tassonomia UE, con l'intenzione di ridurre gli obblighi di rendicontazione per le imprese. Per la CSRD, direttiva concepita per migliorare ed espandere la rendicontazione di sostenibilità da parte delle aziende, sono state presentate importanti richiesti di modifica, tra cui: la posticipazione di due anni dell'obbligo di rendicontazione per le aziende che attualmente rientrano nell'ambito di applicazione; l’eliminazione di circa l'80% delle aziende dal campo di applicazione, limitando l'obbligo di rendicontazione di sostenibilità alle aziende con più di 1.000 dipendenti e un fatturato di oltre 50 milioni di euro.

La Tassonomia UE, con l’entrata in vigore del Pacchetto Omnibus, limiterebbe gli obblighi di rendicontazione alle grandi imprese, lasciando la possibilità di adesione volontaria per le altre. Verrebbero inoltre introdotte semplificazioni significative, tra cui una riduzione del 70% dei modelli di rendicontazione richiesti e una revisione dei criteri DNSH (Do No Significant Harm) e del Green Asset Ratio (GAR) per le banche.

L’ambito di applicazione della CSRD viene di fatto allineato con la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), escludendo così l’80% delle aziende dalla rendicontazione obbligatoria. Inoltre, si limita la due diligence ai soli fornitori diretti (il cosiddetto Tier 1), estendendo gli intervalli di valutazione da 1 a 5 anni e introducendo un regime sanzionatorio più proporzionato, non più legato al fatturato.

Mentre per il CBAM, che applica un prezzo del carbonio alle merci importate per garantire una concorrenza equa e incoraggiare la riduzione delle emissioni, si assisterà ad una eliminazione pari a circa il 90% degli importatori, ma con una garanzia sulla copertura delle emissioni del 99%: verranno di fatto esonerati i piccoli importatori dagli obblighi.

Adottare un approccio proattivo alle modifiche proposte consentirà alle imprese di adattarsi ai cambiamenti normativi rafforzando al contempo le loro strategie di sostenibilità a lungo termine.
Le valutazioni ESG sono una necessità strategica, forniscono preziose indicazioni sui rischi e sulle opportunità principali di un'azienda, sbloccando vantaggi quali risparmi sui costi, opportunità di crescita, riduzione dei rischi normativi e legali, nonché una maggiore fidelizzazione dei clienti.



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