Impact investing, per gli investitori crescerà nonostante il COVID-19

La decima edizione dell'indagine del Global Impact Investing Network (GIIN) conferma l’andamento in crescita nel 2019 e riporta buone prospettive per il 2020



Forum per la Finanza Sostenibile, 08 Lug 2020 - 10:30

Il mercato mondiale dell’impact investing continua a crescere e non sembra soffrire gli effetti della pandemia legata al COVID-19: è il dato registrato dal Global Impact Investing Network (GIIN) – organizzazione internazionale di riferimento per l’impact investing – nella decima edizione dell’Annual Impact Investor Survey, che ha analizzato le caratteristiche degli investitori a impatto e le prospettive del mercato globale nel 2019 e nei primi 4 mesi del 2020.

 

L’analisi del GIIN

Il rapporto esamina l'attività dei principali investitori a impatto nel 2019 e i loro piani per il 2020, gli sviluppi del mercato negli ultimi dieci anni e le sfide per il futuro.

All’indagine hanno partecipato 294 investitori – il numero più alto dal 2011 a oggi – che gestiscono complessivamente oltre $404 miliardi secondo i principi dell’impact investing. I 294 investitori rappresentano una quota significativa del mercato globale, stimato in $715 miliardi dal GIIN, e il 61% di loro effettua esclusivamente investimenti a impatto.

 

Gli obiettivi degli investitori

Secondo i risultati dello studio, il 60% degli intervistati intende generare impatti sia sociali sia ambientali attraverso gli investimenti. Inoltre, il 73% fa riferimento agli SDGs per definire almeno uno degli obiettivi di impatto in termini di misurazione e gestione. In particolare, l’obiettivo 8 dell’Agenda 2030 è citato da quasi i tre quarti dei partecipanti all'indagine, che puntano a "incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti".

 

La crescita del mercato

Gli investimenti a impatto stanno crescendo in termini di masse gestite, diffusione, complessità, capacità di raggiungere risultati sempre più concreti.

Secondo i rispondenti, la principale area di progresso è stata la "ricerca su attività di mercato, tendenze, prestazioni e prassi" (il 42% vede progressi significativi compiuti in quest’ambito nello scorso decennio). Inoltre, ulteriori aree di sviluppo sono state individuate nella "sofisticazione della misurazione dell'impatto e delle pratiche di gestione" e nel numero di "professionisti con competenze specifiche" (citate rispettivamente 39% e 32% degli intervistati).

Considerando gli investitori che avevano già partecipato allo studio del 2016 (79 rispondenti), le masse gestite secondo strategie a impatto sono cresciute ad un CAGR del 17%. Le regioni in cui tali investimenti sono cresciuti più rapidamente sono: Europa occidentale, settentrionale e meridionale (WNS Europe), Est e Sud-Est Asiatico (SE Asia), rispettivamente con un CAGR del 25% e del 23%.

Per quanto riguarda i settori investiti, gli operatori si sono concentrati su "acqua, servizi igienico-sanitari e igiene" (WASH), con un CAGR del 33% tra il 2015 e il 2019, e "servizi finanziari" (esclusa la microfinanza) con un CAGR del 30%. La metà degli intervistati prevede di aumentare il volume di capitali investito in WASH nei prossimi cinque anni. Un ulteriore settore ritenuto cruciale è quello sanitario. La raccolta dei questionari è avvenuta tra febbraio e aprile del 2020, in contemporanea con la diffusione della pandemia da COVID-19. Non è quindi da escludere una lettura di questi risultati in relazione alla rinnovata centralità del sistema sanitario, emersa nella prima metà di quest’anno.

 

Le motivazioni degli investitori

Quasi tutti gli intervistati (87%) considerano tra le motivazioni principali "la centralità dell'impatto" e "l’impegno come investitori responsabili". Inoltre, emerge il progressivo superamento della percezione di un trade-off tra impatto e performance finanziaria: l’88% degli intervistati afferma che le performance dei propri investimenti hanno eguagliato o superato le loro aspettative finanziarie e nel 99% dei casi quelle relative all’impatto.

È interessante notare che il 70% degli investitori ritiene che l'attrattiva finanziaria dell'investimento a impatto sia rilevante, anche rispetto ad altre strategie di investimento.

 

Le aspettative post COVID-19

Tra gli intervistati, 122 hanno condiviso le loro prospettive su come COVID-19 potrebbe cambiare le allocazioni e le valutazioni del rischio. Tra i risultati più rilevanti, nonostante le crisi economiche e finanziarie che stanno colpendo simultaneamente numerosi paesi del mondo, la fiducia degli investitori sul ruolo dell’impact investing non sta venendo meno. Infatti, l'indagine rileva che per il 2020, la maggioranza degli investitori (57%) ritiene probabile il mantenimento del volume degli investimenti a impatto, mentre il 15% prevede di aumentarle.

Per quanto riguarda i risultati attesi, quasi la metà degli intervistati (46%) si aspetta di ottenere risultati inferiori dal punto di vista finanziario rispetto alle stime di inizio anno, mentre il 34% prevede risultati in linea con le aspettative pre-COVID.

La tendenza positiva nella crescita delle masse gestite secondo strategie a impatto è evidente già da qualche anno. Diverse ricerche, a partire dall’European SRI Study, hanno infatti mostrato come l’impact investing sia la strategia SRI che cresce più rapidamente in Europa, grazie alla capacità di coniugare impatti concreti a rendimenti finanziari solidi. Secondo Amit Bouri, co-fondatore e Amministratore Delegato del GIIN, la comunità globale degli investitori a impatto può contribuire a ricostruire in un futuro più inclusivo, resiliente e sostenibile, dando forma a una ripresa con impatti positivi per tutti i cittadini del mondo.

 

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