BItNotes 17


Evoluzione della struttura proprietaria delle nuove quotazioni alla Borsa Italiana

Silvia Rigamonti

Maggio 2007

Abstract

L’articolo indaga l’evoluzione della struttura proprietaria delle società italiane che si sono quotate in Borsa a partire dal 1985 sino al 2005. Al momento dell’IPO, le società presentano strutture proprietarie altamente concentrate. Subito dopo la quotazione, l’azionista di maggioranza accetta una diluizione della propria partecipazione, tale comunque da non indebolire il controllo. Anche a distanza di anni dall’IPO, la maggioranza delle società continua ad essere saldamente controllata dall’azionista al vertice. L’azionariato delle nuove quotazioni raramente evolve verso assetti azionari poco concentrati; a ciò si associa una dinamica dei cambiamenti del controllo modesta, specie nelle società familiari, con trasferimenti del controllo prevalentemente di carattere amichevole. Inoltre le società in cui la famiglia tende a preservare nel tempo lamaggioranza dei diritti di voto registrano una minor frequenza nel ricorso al mercato azionario attraverso successivi aumenti di capitale. In questo contesto, l’azionista di maggioranza potrebbe avere interesse ad attuare strategie tese a garantire il controllo dell’impresa evitando di detenerne quote troppo rilevanti, attraverso la creazione di strutture piramidali o l’emissione di azioni prive del diritto di voto. Il lavoro analizza quindi la dinamica della separazione tra proprietà e controllo. L’evidenza segnala un’evoluzione nelle nuove quotazioni. Negli anni Ottanta una IPO su due è costituita da un carve-out, inoltre un certo numero di società ricorre all’emissione di azioni prive del diritto di voto. A partire dagli anni Novanta, cessa la creazione di strutture piramidali utilizzate al fine di dissociare cash flow e voting rights; ha termine altresì l’emissione di azioni prive del diritto di voto utilizzate per gli stessi fini. L’azionista al vertice, pur conservando la maggioranza dei diritti di voto non mira, né al momento dell’IPO né successivamente, a diluire l’investimento necessario a preservare il controllo.

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