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UBP: non solo rally, diversificare per sfuggire alla 'mean inversion' - PAROLA AL MERCATO

di Ariane Kesrewani e Ce'dric Le Berre * (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 05 mag - Con il concentrato rally del 2023 che si sta estendendo anche al 2024, gli investitori azionari guardano con preoccupazione a un potenziale consolidamento o a una flessione del fenomeno.

E' alto, infatti, il rischio di restare delusi a causa di geopolitica ed elezioni, dei tassi d'interesse o dell'inadeguatezza dell'AI; questi elementi, infatti, potrebbero pesare sul sentiment di mercato dopo che dalla fine del 2022 sono stati raggiunti rendimenti cumulati per oltre il 30%, i quali hanno piu' che compensato il drawdown del -18% registrato nel 2022 (MSCI AC World NR index in USD).

Guardando al piu' equilibrato MSCI AC World Equally Weighted, la sua performance biennale e' ancora in rosso, a riprova della ristrettezza del mercato. Tuttavia, nel lungo periodo, questo indice offre performance annualizzate superiori a quelle dell'MSCI AC World (+7,3% contro +6,1% dal 31.12.1998 al 29.02.2024), il che dimostra i vantaggi offerti da un portafoglio piu' diversificato rispetto a uno a ribilanciamento sistematico.

Momentum su scala globale Dal punto di vista geografico, i mercati azionari globali presentano attualmente una notevole esposizione agli Stati Uniti, con il 70% dell'MSCI World composto da nomi statunitensi, il peso massimo raggiunto negli ultimi 100 anni. Inoltre, quest'anno l'approccio "momentum" ha nettamente sovraperformato rispetto agli altri stili d'investimento, poiche' i titoli vincenti del 2023 hanno continuato a sovraperformare anche nel 2024, confermando la limitata ampiezza di mercato. Tuttavia, il fattore "momentum" si concentra sui piu' recenti vincitori, ma fatica in caso di rapido cambiamento della traiettoria del mercato, poiche' si ribilancia con un certo ritardo: e' stato lo stile peggiore nel 2023 e nel 2021, quando nel mercato si e' verificato il rally.

Stati Uniti: Le magnifiche sette continuano ad abbagliare il mercato A livello regionale, alcuni mercati presentano alti livelli di concentrazione. Per quanto riguarda il mercato azionario statunitense, negli ultimi mesi questo e' stato guidato dalle "Magnifiche 7": la leadership esercitata dal settore tecnologico e dalle large cap e' particolarmente pronunciata, con le mega-cap tech che pesano per la maggiore all'interno degli indici statunitensi. Nel complesso, i 10 titoli a piu' grande capitalizzazione rappresentano attualmente circa il 33% dell'S&P 500, ben al di sopra della quota del 27% raggiunta al culmine della bolla tecnologica del 2000.

Anche il quadro degli utili e' dominato da questi titoli, che rappresentano il 25% delle aspettative di crescita degli EPS per il 2024. I livelli di valutazione sono elevati, pari a 21x per l'S&P 500, anche se non sono cosi' estremi come durante la bolla del 2000, quando raggiunsero i 25x. Gli investitori che in genere preferiscono esporsi all'azionario statunitense tramite allocazioni passive stanno assistendo a un aumento della concentrazione nonostante detengano anche le parti del mercato a crescita piu' bassa. Attraverso le soluzioni passive, gli investitori seguono da vicino i maggiori vincitori del mercato, ma rischiano anche di rimanere legati ai maggiori perdenti, qualora la tendenza di mercato dovesse invertirsi bruscamente.

* Senior Investment Specialist di Union Bancaire Prive'e (UBP).

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(RADIOCOR) 05-05-24 13:11:54 (0279) 5 NNNN

 


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