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GAM: Buy the rumors, sell the news - PAROLA AL MERCATO

di Carlo Benetti* (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 27 apr - Buy the rumors, sell the news'. Il vecchio adagio degli operatori di borsa, "compra sulle voci, vendi sulle notizie", riconosce la forza con la quale i 'rumors', le voci, condizionano i prezzi di borsa e, nello stesso tempo, come le notizie possano conseguire l'effetto opposto.

Una 'regola' antica che induce i trader a intensificare l'operativita' nel periodo che precede la notizia e che ben si attaglia alle attuali condizioni dei listini europei. La paura dell'escalation in Medio Oriente e' prestamente rientrata (forse troppo prestamente), i mercati si orientano sulla bussola dei tassi, l'ago punta diritto al taglio atteso nell'appuntamento di giugno della Banca Centrale Europea. Ma una volta scontata la notizia, cosa faranno dopo? I venti freddi che arrivano dalle sponde del Potomac cambiano le aspettative di una azione analoga da parte della Federal Reserve che ha appena pubblicato il suo Rapporto sulla stabilita' finanziaria: 'il rischio che pressioni inflazionistiche persistenti portino ad un orientamento della politica monetaria piu' restrittivo del previsto rimane il rischio citato piu' frequentemente, menzionato da quasi tre quarti dei partecipanti al sondaggio. La percentuale di partecipanti al sondaggio che menziona l'incertezza politica come un rischio per il sistema finanziario e' rimasta a poco meno di due terzi, significativamente piu' alto rispetto al rapporto di ottobre'.

Parole che sono una doccia fredda sui mercati che si erano riscaldati al registro accomodante e possibilista adottato da Jerome Powell e che fanno aumentare le scommesse degli operatori su un euro in ulteriore indebolimento.

La scorsa settimana e' uscito anche il rapporto annuale della Banca Centrale Europea sul 2023. Nella presentazione alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, il vice di Christine Lagarde, Luis de Guindos, ha riaffermato che, in assenza di sorprese o shock 'sarebbe opportuno ridurre l'attuale livello di politica monetaria restrittiva'. Sullo stesso registro il governatore della Banca di Francia, 'la questione e' il prossimo Consiglio direttivo che si terra' all'inizio di giugno... e qui, a meno di una grande sorpresa, dovremmo tagliare i tassi perche' ora siamo abbastanza fiduciosi e sempre piu' sicuri del percorso disinflazionistico nell'area dell'euro", ha dichiarato Villeroy de Galhau.

A differenza degli Stati Uniti il Vecchio Continente non se la sta passando bene, 'stagnante per qualsiasi standard' scrive l'Economist. La pandemia, la guerra ai confini e lo sconquasso del mercato dell'energia hanno contribuito a una crescita che negli ultimi dieci anni e' stata la meta' di quella americana.

Il rallentamento della Cina e' capitato nel momento peggiore, i paesi dell'Unione hanno bisogno di crescita economica per reggere i programmi di maggiori spese nella difesa e nella transizione energetica (perlomeno il picco dello shock energetico e' alle spalle e il prezzo del petrolio non sta incorporando le tensioni geopolitiche).

*Market Specialist di GAM (Italia) SGR.

Red-

(RADIOCOR) 27-04-24 11:21:28 (0202) 5 NNNN

 


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