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Vertice Ue: prove per un patto competitivita', ma la strada sara' lunga - FOCUS -2-

Letta, l'inerzia porterebbe al declino (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 15 apr - In un recente incontro con la stampa a Bruxelles Letta ha spiegato che il tentativo e' dare un nuovo senso all''emergenza competitivita'' perche' 'e' in corso lo scollamento dell'economia europea rispetto a quella degli Stati Uniti: dovremmo muoverci alla loro velocita', ma non e' cosi''. Il settore finanziario e' l'esempio piu' eclatante del divario tra le due sponde dell'Atlantico: la Bce ha stimato che ogni anno 300 miliardi di euro di risparmi europei si indirizzano verso gli Usa attratti dai rendimenti finanziari. Dice Letta: 'Il nostro risparmio si trasforma in obbligazioni, negli Usa attraverso il 'private equity' fluisce verso l'economia americana, poi dagli Usa si torna in Europa per fare 'shopping' delle imprese nel continente. Un paradosso: a causa delle nostre debolezze diamo sangue e risorse a imprese che poi ci comprano'. Per questo 'l'inerzia ci portera' al declino'.

Anche la difesa fa parte di questo paradosso: Letta ha spiegato che l'80% della spesa per il sostegno militare all'Ucraina ha sostenuto l'occupazione in Corea del sud, Usa, Cina, Turchia e solo il 20% e' servito per acquistare prodotti realizzati in Europa.

Per finanziare le transizioni multiple non basteranno capitali pubblici come non basteranno i capitali privati e Letta sembra ritenere che integrando i mercati dei capitali in Europa (progetto largamente incompleto anche a causa di resistenze nazionalistiche a unificare regole di supervisione e armonizzare aspetti fiscali) e' possibile ottenere una leva politica per strumenti comuni di finanziamento: 'I paesi piu' ostili a mettere il denaro pubblico nelle casse comuni europee potrebbero esserlo un po' meno se vedessero che c'e' una grande operazione di denaro privato e che riusciamo a fare entrambe le cose insieme".

Nella bozza di conclusioni dell'imminente Consiglio europeo vengono indicati gli aspetti sui quali occorre costruire questa 'leva': armonizzazione dei quadri nazionali sull'insolvenza societaria e della normativa fiscale sulle societa' per promuovere gli investimenti azionari; rilancio del mercato europeo delle cartolarizzazioni anche attraverso modifiche normative e prudenziali; 'miglioramento' (termine alquanto vago e prudente) della supervisione dei mercati dei capitali consentendo di vigilare in modo efficace sugli attori transfrontalieri dei mercati finanziari e dei capitali di rilevanza sistemica; miglioramento delle condizioni per gli investimenti istituzionali, al dettaglio e transfrontalieri in azioni e per le opzioni di finanziamento e di uscita delle scale-up (societa' innovative che possono gia' ambire a una crescita) per essere sicuri che i finanziatori possano ottenere il rimborso dell'investimento; realizzazione di un prodotto di investimento/risparmio transfrontaliero semplice ed efficace per gli investitori al dettaglio (idea sulla quale sta lavorando alacremente la Francia in queste settimane); sviluppare pensioni e prodotti di risparmio a lungo termine; rafforzare l'alfabetizzazione finanziaria.

Nella bozza di conclusioni vengono poi indicati per sommi capi gli altri 'capitoli' dell'agenda per la competitivita' senza novita': industria ('da decarbonizzare in modo competitivo'); energia (garantire 'sovranita' energetica e neutralita' climatica'); economia circolare; digitale; sociale (si parla di 'lavori di qualita'' ma non si fa cenno alla grande questione del sostegno pubblico per mettere le popolazioni a basso e forse anche a medio reddito al riparo dagli alti costi delle transizioni che sta gia' minando il consenso al Green Deal); ricerca e innovazione; commercio (apertura esterna e nello stesso tempo difesa interessi Ue in presenza di pratiche sleali e reciprocita' per assicurare parita' di condizioni con i partner); ripetizione del vecchio obiettivo di ridurre gli oneri amministrativi per il business europeo del 25%. Recentemente la Francia ha avanzato l'idea di elevare a 500 dipendenti la soglia delle imprese (oggi a 250) che beneficiano delle esenzioni in materia finanziaria: si vedra' quanta strada potra' fare.

Piu' in generale, a dimostrazione dell'impronta emergenziale per difendere la competitivita' Ue, il Vertice indichera' che 'le tensioni geopolitiche e le misure politiche piu' assertive adottate da partner e concorrenti internazionali (leggasi Usa e Cina - ndr), in particolare sui sussidi, hanno messo in luce le vulnerabilita' dell'Unione, mentre la produttivita' a lungo termine e le tendenze tecnologiche e demografiche richiedono urgenti aggiustamenti'.

A complicare il contesto c'e' anche la disarmonia tra i 27 sulle relazioni economiche con la Cina da un lato e l'illusione diffusa (tutta ad uso mediatico) che l''autonomia strategica' europea sia un gioco a rapida conclusione.

Intervistato dal Financial Times il direttore finanziario della Siemens Ralph Thomas ha indicato che occorreranno decenni affinche' l'industria tedesca riduca la dipendenza dalla Cina: 'Le catene del valore globali si sono sviluppate negli ultimi 50 anni. Quanto bisogna essere ingenui per credere che la situazione possa essere cambiata entro sei o 12 mesi?'.

Antonio Pollio Salimbeni - Aps

(RADIOCOR) 15-04-24 17:13:42 (0561)EURO 5 NNNN

 


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