Ue: da Italia progressi su lavoro e protezione sociale, ma necessari altri sforzi -3-

Misure non sufficienti a ridurre contratti tempo determinato (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 8 mag - La Commissione indica ancora che l'Italia ha un sistema di politica attiva del mercato del lavoro 'strutturalmente debole a causa dei bassi investimenti e dell'elevata frammentazione, con servizi per l'impiego gestiti dalle Regioni, che portano a una qualita' del servizio molto diversa in tutto il paese'. Bene le misure del 2021 previste, dal programma 'Occupabilita' garantita dei lavoratori' (assistenza a chi cerca lavoro) e cosi' la riforma per contrastare il lavoro sommerso, che mira a razionalizzare il sistema sanzionatorio, semplificare le procedure e fornire incentivi per assumere lavoratori regolari, affinare le tecniche di produzione. Per quanto riguarda la quota elevata di contratti a tempo determinato le misure prese 'non sono ancora sufficienti'.

Nel 2023 il decreto lavoro ha riaffermato la possibilita' per le aziende di avvalersi di contratti a tempo determinato con durata inferiore a 12 mesi senza necessita' di giustificazioni e ha esteso la durata massima dei contratti a tempo determinato a 24 mesi. La proroga a 24 mesi e' possibile sia attraverso la contrattazione collettiva, con motivi legittimi indicati nei contratti collettivi, sia con giustificazioni legate a fattori tecnici, organizzativi o produttivi, nonche' nel caso di sostituzione di altri lavoratori. Infine, i contratti a tempo determinato possono essere prorogati di ulteriori 12 mesi (fino a 36 mesi), a condizione che la stipula avvenga presso l'ufficio territoriale competente dell'Ispettorato del lavoro. La legislazione approvata nel 2023 - viene segnalato - non affronta il problema dell'elevata quota di lavoro a tempo determinato nel settore pubblico, poiche' i contratti con le pubbliche amministrazioni, le universita' private e gli istituti pubblici di ricerca continuano a essere disciplinati dalla legislazione preesistente. La legislazione approvata nel 2023 inoltre 'non affronta il problema dell'elevata quota di lavoro a tempo determinato nel settore pubblico, poiche' i contratti con le pubbliche amministrazioni, le universita' private e gli istituti pubblici di ricerca continuano a essere disciplinati dalla legislazione preesistente'.

Quanto agli aspetti relativi alla tassazione, 'nonostante le recenti riforme del sistema il cuneo fiscale sul lavoro rimane elevato'. La Legge di bilancio 2024 ha confermato i tagli del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi, ridotto il numero degli scaglioni Irpef da quattro a tre unendo i primi due, innalzando al contempo la soglia di esenzione per i redditi da lavoro dipendente da 8.174 euro a 8.500 euro.

Tuttavia, il cuneo fiscale italiano sul lavoro 'rimane elevato a tutti i livelli di reddito rispetto ad altri stati membri'. Il sistema fiscale e previdenziale 'dovrebbe mantenere gli obiettivi di ridistribuzione ma incentivare l'offerta di lavoro, soprattutto per la seconda fonte di reddito, che tendenzialmente sono donne'. La loro offerta di lavoro puo' essere scoraggiata da trasferimenti che stanno drasticamente diminuendo con il reddito familiare, come il credito d'imposta per i coniugi a carico e la definizione di misure di reddito basate sul reddito per l'accesso alle prestazioni. Il provvedimento Bonus Mamma va nella direzione di aumentare gli incentivi per le donne al lavoro poiche' esonera le madri di almeno tre figli con contratto di lavoro a tempo indeterminato dai contributi previdenziali fino a 3 mila euro annui. Anche l'assegno familiare Assegno Unico Universale e' finalizzato a ridurre i disincentivi al lavoro poiche' prevede l'erogazione di un'integrazione in caso di secondo percettore di reddito in famiglia.

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(RADIOCOR) 08-05-24 15:27:06 (0490) 5 NNNN