Ocse: in Italia cuneo fiscale al 45,1% (+0,1) nel 2023, scende per famiglie -2-

La tassazione sul lavoro penalizza le donne (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 25 apr - La flessione dei salari reali e' per altro comune a buona parte dei Paesi Ocse, con una punta di -10,5% per la Colombia e riduzioni superiori al 2% anche in Messico (-5%), Svezia (-4,6%), Repubblica Ceca e Islanda (-3%) e un impatto pari a -1,6% in Germania e a -0,4% In Francia. Tornando alla Penisola, il netto annuale in busta paga e' indicato in 24.207 euro contro i 23.287 euro del 2022. In Germania il salario netto di un lavoratore in media di 38.100 euro l'anno e in Francia di 35.100, mentre in Spagna e' di 23.568 euro. Nel 2023 e' andata meglio in termini di fiscalita' per le famiglie. I nuclei monoreddito della Penisola hanno registrato un calo del cuneo al 33,2% dal 33,4% e anche se il livello resta ben superiore alla media Ocse pari al 25,7%, aumentata pero' di 0,1 punti, la posizione italiana migliora nel confronto internazionale. La flessione piu' corposa del cuneo e' andata pero' a beneficio delle famiglie con due figli e due percettori di reddito: in Italia l'indicatore e' del 35,4%, con un calo di 0,6 punti grazie agli sgravi previdenziali (contributi -2,6 punti) e all'aumento degli assegni famigliari (+0,23), nonostante un aumento dell'incidenza delle imposte sul reddito (+2,27 punti). Anche in questo caso la Penisola 'migliora' in graduatoria rispetto agli scorsi anni. Belgio (45,1%), Germania (40,7%) e Francia (40,6%) restano i Paesi con il fisco piu' pesante anche nei confronti delle famiglie, mentre la Colombia segna -5,8%, nel senso che oltre al fisco zero versa anche indennita' ai nuclei con figli. Tra gli altri big occidentali il Regno Unito ha un cuneo fiscale per le famiglie al 27,2%, gli Usa al 24,6% e la Svizzera al 17,8%. L'Ocse quest'anno guarda anche alla disparita' di genere 'attraverso la lente" della tassazione sul lavoro, soffermandosi sul cuneo del secondo percettore di reddito in una coppia sposata o in una famiglia - e nel 75% dei casi si tratta di una donna - che puo' essere significativamente piu' elevato rispetto al single con lo stesso livello di reddito. Lo studio in questo caso analizza il cuneo della seconda fonte di reddito in relazione al carico fiscale aggiuntivo per la famiglia con l'entrata al lavoro del 'second earner'. Nel caso di una retribuzione bassa (67% del salario medio), il cuneo del secondo percettore di reddito di una coppia sposata senza figli e' del 34% contro il 31% del single. In Italia il raffronto e' tra il 40,8% del 'second earner' e il 38,4% del lavoratore individuale. Se la retribuzione sale al 100%, cioe' e' nella media (magari per il passaggio a un lavoro a tempo pieno da un part-time), il cuneo e' del 37,9% contro il 34,8% del single. In Italia i dati sono rispettivamente 46,7% e 45,1%.

Nel caso del secondo percettore di reddito con figli, il cuneo e' maggiore rispetto all'analoga figura senza figli (35,2% contro 34%) se il salario e' basso e anche nel caso di un salario medio (37,9% contro 37%). La disparita' riflette la riduzione degli assegni famigliari o di altre agevolazioni che avviene quando anche il secondo coniuge inizia a lavorare o aumenta l'impegno lavorativo. La perdita del vantaggio fiscale puo' essere uno dei fattori che disincentiva l'entrata nel mondo del lavoro, sottolinea il rapporto. Il problema riguarda principalmente le donne, visto che sono la grande maggioranza dei secondi percettori di reddito di una famiglia e gia' sono penalizzate da salari piu' bassi e minori opportunita'. Spetta alle politiche - conclude l'Ocse - colmare il persistente gap tra gli esiti lavorativi di uomini e donne, mostrando che anche le strategie fiscali possono rafforzare l'uguaglianza di genere.

Gli-col

(RADIOCOR) 25-04-24 11:00:27 (0293) 5 NNNN