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Competitivita': Draghi, c'e' bisogno di un cambiamento radicale nella Ue -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 16 apr - Draghi presentera' il suo rapporto sulla competitivita' dopo il voto europeo di giugno: una data non e' ancora stata stabilita', ma e' certo che costituira' la base di riferimento insieme al rapporto Letta sul mercato interno (sara' presentato giovedi' al Consiglio europeo a Bruxelles) per l'agenda politica Ue della prossima legislatura.

Draghi ha tratteggiato la situazione dell'Unione europea in rapporto a Usa e Cina in relazione alla capacita' di crescita e di posizionarsi nelle filiere tecnologiche e produttive: l'ex premier italiano indica che la Commissione europea ha fatto il proprio mestiere nei limiti politici e istituzionali della Ue in molti campi a partire dalla strategia per le materie prime e per raggiungere una (relativa) indipendenza strategica. Ma ci vuole ben altro: 'L'Europa finora ha avuto un focus sbagliato' sui temi della competitivita', dice Draghi, non ritenendo di fatto 'la nostra competitivita' esterna (in termini dell'area Ue - ndr) una questione politica rilevante'. Poi hanno avuto prevalenza politiche di bilancio pro cicliche che hanno avuto il solo effetto 'di indebolire la nostra domanda interna e minato il nostro modello sociale'.

Sta di fatto che l'azione dei grandi competitori (Usa e Cina innanzitutto), che spesso giocano 'non rispettando le regole, attivano politiche divisive, non giocano con le regole, disegnano politiche di investimento nelle loro economie a spese di altri', tutto questo 'ci coglie di sorpresa'. Per la Cina il tema prevalente e' che cerca di 'internalizzare' tutte le parti delle catene di approvvigionamento e nelle tecnologie avanzate (comprese le tecnologie verdi), della creazione di una sovracapacita' in molti settori 'che colpisce le industrie europee'. Quanto agli Usa 'usa la politica industriale su larga scala per attrarre altre industrie qualificate entro i loro confini incluse le aziende europee usando il protezionismo, escludendo i concorrenti, impiegando potere geopolitico per riorientare le catene del valore'.

'Se la Ue non ha una strategia complessiva coordinata, non ha politche coordinate e' logico che le imprese chiudano o si delocalizzino in aree extra Unione', dice Draghi. Bene gli alti target per l'auto elettrica, tuttavia 'in un momento come l'attuale questa politica deve combinarsi ad altre politiche per assicurarsi le materie prime necessarie per realizzarla, dalle batterie alla rete di ricarica'.

La questione dell'economia di scala deve essere al centro dell'azione europea, secondo Draghi. 'La frammentazione ci spinge indietro, e questo vale per l'energia. Per la difesa lo svantaggio e' evidente: l'assenza di scala mina la capacita' industriale europea. Nelle telecomunicazioni abbiamo un mercato di 445 milioni di consumatori ma i nostri investimenti pro capite sono la meta' di quelli Usa, siamo in ritardo sul 5G, abbiamo almeno 34 gruppi di network per i telefoni mobili che operano su scala nazionale mentre negli Usa ce ne sono tre e in Cina quattro, per stimolare gli investimenti occorre armonizzare le regole e dovremmo favorire il consolidamento invece di ostacolarlo'.

Aps

(RADIOCOR) 16-04-24 12:53:45 (0378)EURO 5 NNNN

 


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