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Competitivita': confronto aperto su nuova strategia Ue, tempi lunghi - FOCUS -2-

Mercati dei capitali integrati vera sfida con gli Usa (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 16 apr - I rapporti Letta-Draghi serviranno da base all'agenda strategica per la nuova legislatura, che nei prossimi mesi sara' pero' dedicata agli assetti istituzionali, alle nomine dei vertici Ue, alla formazione della nuova Commissione europea sulla base del risultato elettorale. Tuttavia i 27 governi resteranno quelli di adesso (al netto delle vicissitudini nazionali) per cui cio' di cui si discute in questi giorni, sulla sostanza della svolta politica Ue per ora solo annunciata ma non declinata nei suoi termini precisi, e' tutto fuorche' un esercizio inutile.

Stamattina Draghi ha perorato la causa della flessibilita' in materia di decisioni politiche: pur ritenendo che nella Ue, dato il contesto globale caratterizzato dal confronto di potenza economica (e purtroppo non solo), e' meglio 'agire insieme di norma possibilmente sempre' ci sono terreni sui quali stare fermi accentuerebbe solo le difficolta'. Di qui l'idea, per far fare uno scatto di qualita', volume e profondita' dell'unione del mercato dei capitali, di procedere alla 'cooperazione rafforzata sottoforma di un ventottesimo regime potrebbe essere una via da seguire per mobilitare gli investimenti'. La cooperazione rafforzata permette ad almeno nove stati Ue di unificare le politiche in ambiti nei quali non e' possibile procedere con tutti gli stati membri a certe condizioni. Il '28' regime permetterebbe a ogni stato di decidere se aderirvi volontariamente. E' un'idea accarezzata dalla Francia, che sta trovando parecchi adepti tra cui l'Italia. Una fonte tecnica Ue commenta che 'per le riforme piu' controverse e' una soluzione per uscire dallo stallo sulle riforme piu' controverse, tuttavia e' sempre la dimostrazione che il mercato interno ha dei limiti'. In fondo e' in base allo stesso principio che e' stata creata l'Eurozona con l'unione monetaria.

La questione dell'unione del mercato dei capitali e' una delle leve fondamentali per sbloccare l'Unione e fornire le risorse per reperire i capitali di investimenti per le transizioni multiple. La bozza di conclusioni del Consiglio europeo (il tema sara' discusso giovedi' mentre domani sera i leader discuteranno di Ucraina, Medio Oriente e relazioni con la Turchia) propone il quadro delle misure necessarie: armonizzazione dei quadri nazionali sull'insolvenza societaria e della normativa fiscale sulle societa' per promuovere gli investimenti azionari e supervisione finanziaria europea da migliorare (si tratta di due temi molto controversi; rilancio del mercato europeo delle cartolarizzazioni anche attraverso modifiche normative e prudenziali; miglioramento delle condizioni per gli investimenti istituzionali in azioni e per le opzioni di finanziamento e di uscita delle societa' innovative che possono gia' ambire a una crescita per essere sicuri che i finanziatori possano ottenere il rimborso dell'investimento; realizzazione di un prodotto di investimento/risparmio transfrontaliero semplice ed efficace per gli investitori al dettaglio; sviluppo di prodotti di risparmio pensionistico e a lungo termine (temi sui quali c'e' un certo grado consenso). Enrico Letta propone di cambiare nome all'unione del mercato dei capitali, troppo intriso di tecnicismo, e indica 'unione dei risparmi e degli investimenti'. Il governatore della Banca di Francia de Galhau ha recentemente proposto 'unione per il finanziamento della transizione'. Siamo al 'rebranding' (cambio del marchio) prima di cambiare la sostanza, ma le svolte richiedono anche uno sforzo di fantasia purche' al nuovo marchio si accompagni la sostanza. Letta indica nel suo rapporto che l'integrazione del mercato dei capitali 'deve permetterci di sbloccare i finanziamenti per la doppia trasformazione dell'Europa, ecologica e digitale'. Tali transizioni richiederanno rispettivamente 620 miliardi e 125 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi all'anno fino al 2030. Aggiunge Letta: 'In termini piu' economici, dobbiamo passare da un semplice obiettivo di stabilizzazione a un obiettivo di allocazione, e quindi dare una nuova 'immagine di marca' a questo progetto'. Di qui il 'rebranding'. Obiettivo generale: mobilitare il surplus europeo di risparmio rispetto agli investimenti vii, che dovrebbe rappresentare circa 370 miliardi di euro nel 2023. Il divario tra Ue e Usa sulla profondita' e la capacita' del mercato dei capitali di alimentare l'economia e' enorme. Basta un dato: seppure il private equity nella Ue sia sempre piu' dinamico (dal 2015 la raccolta dei fondi private equity e' aumentata del 246%), la Ue e' ancora significativamente indietro rispetto agli Usa: verso la fine del 2023 il finanziamento azionario rappresentava solo l'84% del pil dell'Eurozona contro il 173% negli Stati Uniti. E, come ha notato de Galhau, il piu' grande fondo di venture capital europeo rimane inferiore al decimo piu' grande fondo di venture capital americano, in termini di importo raccolto nel periodo 2019-2023.

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(RADIOCOR) 16-04-24 19:04:52 (0731)EURO 5 NNNN

 


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