L'errore di Buffett: il caso Sokol

Un'ombra di insider traiding sulle dimissioni di David Sokol.



FTA Online News, Milano, 30 Giu 2011 - 14:56

Lo scorso 30 marzo, Berkshire Hathaway, la società del guru Warren E. Buffett ha annunciato le dimissioni di David Sokol, presidente di alcune aziende controllate dal gruppo di Omaha.
La notizia ha destato non poche sorprese in quanto Sokol era considerato come uno dei possibili successori di Buffett alla guida della Berkshire. Sokol, laureato in ingegneria civile, era entrato nel team di manager di Buffett nel 1999, quando Berkshire Hathaway acquisì la MidAmerican Energy Holdings Company, di cui Sokol era amministratore delegato.

All'inizio degli anni ’90, MidAmerican si chiamava CalEnergy ed era un piccola società attiva nel settore geotermale. Sokol, attraverso una serie di acquisizioni, la trasformò in una grande utility, talmente ben gestita e promettente da non sfuggire alle attenzioni di Buffett. Dopo l'acquisizione di MidAmerican da parte di Berkshire, Sokol non solo venne confermato alla guida della sua creatura ma, a testimonianza del credito che si era guadagnato agli occhi di Buffett, fu successivamente incaricato di gestire alcune delle aziende acquisite dalla Berkshire, come ad esempio la compagnia aerea NetJets e il produttore cinese di batterie e autovetture BYD.


Alla luce di queste considerazioni è chiaro che la notizia delle dimissioni di Sokol sia giunta come un fulmine a ciel sereno.
L'annuncio è stato dato da Buffett in persona attraverso un comunicato ufficiale. Nel comunicato si legge che Sokol a gennaio aveva prospettato l'opportunità di acquisire Lubrizol, una società attiva nel settore chimico. Inizialmente Buffett aveva deciso di non prendere in considerazione l'operazione, ma Sokol la ripropose dopo aver parlato con l'a.d. di Lubrizol, James Hambrick.
Le novità riportate da Sokol convinsero Buffett a proporre l'operazione al cda di Berkshire, che decise per l'acquisizione il 13 marzo con un investimento di ben 9 miliardi di dollari. Durante gli incontri preliminari, Sokol rivelò a Buffett che egli possedeva azioni Lubrizol, ma senza scendere in dettagli. Sokol aveva in effetti investito circa 10 milioni di dollari in azioni della società chimica solo pochi giorni prima di suggerire l'acquisizione della stessa, realizzando in tal modo un profitto di circa 3 milioni.
Stranamente Buffet, nell'annunciare le dimissioni di Sokol, non ha condannato le operazioni del manager su Lubrizol, operazioni che potevano chiaramente configurare il reato di insider trading. Ma è soprattutto inspiegabile il fatto che Buffett non abbia chiesto a Sokol maggiori informazioni sul suo trading avente per oggetto azioni Lubrizol. La situazione appare ancora più strana se confrontata con la furiosa reazione che Buffett aveva avuto all'inizio degli anni ’90 con alcuni trader della Solomon Brothers in un caso simile.


Buffett ha ricevuto molte critiche per il suo atteggiamento ritenuto incomprensibilmente remissivo nei confronti di Sokol. Lo stesso Buffett in occasione dell'assemblea degli azionisti di Berkshire ha poi fatto marcia indietro, dichiarando che il comportamento di Sokol è inspiegabile e non scusabile. Molte critiche sono piovute anche sul metodo utilizzato da Berkshire per condurre l'indagine sull'operato di Sokol. Il comitato di controllo interno ha infatti utilizzato la consulenza dello studio legale Munger, Tolles & Olson: un advisor che difficilmente può essere considerato indipendente in quanto da molto tempo è lo studio legale di fiducia di Buffett. Inoltre Ronald L. Olson, uno dei partner dello studio, fa parte del cda di Berkshire.


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