Il Margine di contribuzione

Un elemento fondamentale per misurare la redditività di un prodotto



FTA Online News, Milano, 19 Mar 2010 - 13:08

Si definisce margine di contribuzione di un prodotto realizzato da un’impresa la differenza fra i ricavi di vendita ed il costo variabile delle quantità vendute di tale prodotto. Questa grandezza misura quindi il contributo che tale prodotto fornisce all'impresa per realizzare la copertura dei costi fissi.

Il margine di contribuzione è un elemento fondamentale per misurare la redditività di ogni prodotto, linea di prodotti o servizio. L’obiettivo dell’impresa sarà quindi quello di massimizzare il margine di contribuzione in relazione al prezzo praticabile nel mercato in cui opera.

In modo particolare nelle aziende multiprodotto, o con più attività diverse tra loro, è fondamentale conoscere il margine di contribuzione di ciascun tipo di attività, o linea di produzione o servizio.

L’adozione del margine di contribuzione consente infatti di individuare i prodotti/servizi più redditizi, cioè con il margine più elevato, e di effettuare scelte di prezzo, volume e mix più convenienti. Inoltre semplifica il controllo dei costi, eliminando le distorsioni derivanti dall’assorbimento dei costi fissi.

In azienda spesso si conosce il margine di contribuzione globale. Meno diffuso è invece un sistema di rilevazione dei costi per singola attività o per singola linea di prodotti o per singolo servizio, presumibilmente perché implica un dispendio in termini di tempo.

Le informazioni relative a queste rilevazioni possono essere desunte dalle distinte base o dalle schede di lavorazione o dalla stessa contabilità generale opportunamente adattata per suddividere i costi variabili per linea di prodotto/servizio.

Le diverse metodologie di rilevazione dipendono da vari fattori tra i quali la tipologia merceologica, il fatto che si abbia produzione in serie o per commessa, l’impianto contabile, le risorse che si intendono destinare a queste rilevazioni.

Il margine di contribuzione di periodo è determinato dalla somma dei margini di contribuzione unitari (differenza tra il prezzo di vendita unitario ed il costo variabile unitario) relativi ad un dato periodo. Se questo è uguale al totale dei costi fissi del periodo si raggiunge il punto di pareggio. Un margine di contribuzione maggiore dei costi fissi genera un utile.

Attraverso il margine di contribuzione è possibile riclassificare il conto economico in modo da valutare l’effetto sul reddito di variazioni del volume di vendita o del fatturato. Questa riclassificazione si ottiene deducendo dai ricavi i costi variabili.

Un prodotto che realizza un margine di contribuzione positivo alleggerisce gli altri prodotti dall'onere di dover coprire i costi fissi, perché questi ultimi ne devono coprire una minore quantità.
Se invece il margine di contribuzione di un prodotto è nullo o negativo, all'impresa converrà eliminarlo in quanto se il margine di contribuzione è pari a zero, il prodotto non fornisce alcun contributo alla copertura dei costi fissi e, quindi, alla redditività dell'impresa, e di conseguenza è inutile (i ricavi di vendita di quel prodotto consentono la sola copertura dei suoi costi variabili); se il margine di contribuzione è negativo, il prodotto consuma il margine di contribuzione degli altri prodotti realizzati dall'impresa di un importo pari al suo margine di contribuzione negativo, abbattendo in tal modo il reddito netto dell'impresa.

Il margine di contribuzione è quindi utile nello studio della redditività d’impresa in quanto fornisce all’imprenditore dati estremamente chiari e concreti sia in caso di analisi consuntiva del risultato d’esercizio sia in sede di pianificazione.

 


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